paolp78
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sabato 19 febbraio 2022
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i soldi non fanno la felicità ma meglio se ci sono
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Riuscitissima commedia brillante, sofisticata e briosa, che diverte in modo spassoso e accattivante dall’inizio alla fine.
La sceneggiatura veramente ottima del bravo Nunnally Johnson, contempla un’idea iniziale assolutamente geniale da cui si sviluppano tre storie distinte, tante quante sono le protagoniste della pellicola: Lauren Bacall, Betty Grable e Marilyn Monroe.
La storia centrale è quella con protagonista la Bacall, molto brava nella parte della cinica e determinatissima cacciatrice di un ricco marito, ma brava anche nel conquistarsi sin da subito la scena grazie al buffo duetto con l’agente immobiliare, liquidato in quattro e quattr’otto, che sin da subito illustra esaustivamente il suo personaggio.
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Riuscitissima commedia brillante, sofisticata e briosa, che diverte in modo spassoso e accattivante dall’inizio alla fine.
La sceneggiatura veramente ottima del bravo Nunnally Johnson, contempla un’idea iniziale assolutamente geniale da cui si sviluppano tre storie distinte, tante quante sono le protagoniste della pellicola: Lauren Bacall, Betty Grable e Marilyn Monroe.
La storia centrale è quella con protagonista la Bacall, molto brava nella parte della cinica e determinatissima cacciatrice di un ricco marito, ma brava anche nel conquistarsi sin da subito la scena grazie al buffo duetto con l’agente immobiliare, liquidato in quattro e quattr’otto, che sin da subito illustra esaustivamente il suo personaggio.
Meno centrali le vicende della Grable e della Monroe: la seconda, oltre alla sua prorompente fisicità, punta su un simpatico espediente, quello della miopia, che seppur vecchio quanto il cucco comunque ben funziona, riuscendo a rendere divertente ed un po’ originale il personaggio, rispetto alla solita bella svampita interpretata tante altre volte; viceversa la Grable, che è irresistibilmente comica, non ha bisogno di ricorrere a particolari espedienti.
Eccellente la regia di Jean Negulesco; bella la trovata della scena di apertura del film, con una imponente orchestra che si esibisce impeccabilmente, preparando lo spettatore ad uno spettacolo che si preannuncia elegante e raffinato. La stessa orchestra comparirà di nuovo per pochi secondi alla conclusione della pellicola.
Oltre alle tre protagoniste si ricordano il grande William Powell che recita una parte da gentiluomo dai modi eleganti che gli sta a pennello, Rory Calhoun nella parte che vede come protagonista la Grable, Cameron Mitchell, che invece si innamora della Bacall, e David Wayne in una parte più che altro comica.
Benché la morale della pellicola sia che i sentimenti sinceri e genuini prevalgono sull’avidità, comunque perché l’happy end sia veramente tale non si rinuncia ad una conclusione estremamente positiva anche sul piano economico, come molte volte avviene in commedie americane di questo tipo.
Ottime le musiche
L’opera è impreziosita da uno splendido humor con molte battute esilaranti che la arricchiscono.
Decisamente ben eseguite e suggestive le riprese iniziali di alcuni famosi scorci della città di New York.
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eugen
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lunedì 20 febbraio 2023
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fim abbastanza scialbo, se consideriamo l''oggi
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"How to Marry a Millionaire"(Jean Negulesco, sceneggiatura di Nunnally Johnson da due commedie, una di Zoe Alkins, l'altra di Dale Eunson e Katherine Albert, 1953)vede tre indossatrici(Lauren Bacall, Betty Gable e Marilyin Monroe )che fondano una confraternita per sposare un milionaro, il sogno delle tre ragazze e di molte americane(e non solo) dell'epoca e sicuramente anche di oggi... Il piano nasce, anche a prezzo di noteovli sacrifici8motibili venudit etc.), si sviluppa e sbocca in un deciso successo solo per una delle ragazze, non per le altre due,"costrette", invece, a(come si dice in genere)a"sposarsi per amore"... Se il fi,m esprime un'aspirazione tipica dlela societa'catpialistica, quella anche piu'"estrema"nella scelta economica e sociale(anni 1950, con tanto di estremismo anticomunista, dove Josepeh McCarhy ha la sua parte, breve ma importante), si sviluppa in realta' bene, in modoo intelligente, pienoo di trovate, di "cadute"e "risalite", ma vale decisamene nel suo tempo, mentre a distanza di 70 anni, mostra la corda, in quanto appare abbastanza lontana da quelle che sono le aspirazioni attuali nella scoietaa' europea e in parte anche USA, in quanto il contronto "dialettico"tra speranze e realta'scoperchia un mondo che rimane francamente"fuori"da quanto attualmente si realizza.
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"How to Marry a Millionaire"(Jean Negulesco, sceneggiatura di Nunnally Johnson da due commedie, una di Zoe Alkins, l'altra di Dale Eunson e Katherine Albert, 1953)vede tre indossatrici(Lauren Bacall, Betty Gable e Marilyin Monroe )che fondano una confraternita per sposare un milionaro, il sogno delle tre ragazze e di molte americane(e non solo) dell'epoca e sicuramente anche di oggi... Il piano nasce, anche a prezzo di noteovli sacrifici8motibili venudit etc.), si sviluppa e sbocca in un deciso successo solo per una delle ragazze, non per le altre due,"costrette", invece, a(come si dice in genere)a"sposarsi per amore"... Se il fi,m esprime un'aspirazione tipica dlela societa'catpialistica, quella anche piu'"estrema"nella scelta economica e sociale(anni 1950, con tanto di estremismo anticomunista, dove Josepeh McCarhy ha la sua parte, breve ma importante), si sviluppa in realta' bene, in modoo intelligente, pienoo di trovate, di "cadute"e "risalite", ma vale decisamene nel suo tempo, mentre a distanza di 70 anni, mostra la corda, in quanto appare abbastanza lontana da quelle che sono le aspirazioni attuali nella scoietaa' europea e in parte anche USA, in quanto il contronto "dialettico"tra speranze e realta'scoperchia un mondo che rimane francamente"fuori"da quanto attualmente si realizza.... La Monroe, nel film, e'comunque non certo a uno dei suoi primi film, anzi, anche se mancano i suoi film piu'signficativi, che sono posteriori. Diciamo pittuosto che a "tirare le fila",a guidare le tre e'ancora Lauren Bacall, ma comunque la Monroe, rispetto a Betty Gable, e'decisamene avanti e"buca lo schermo"; Bravi gli interpreti maschili, turrti caratteristi. Eugen.
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