Rancho Notorius

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Un film di Fritz Lang. Con Mel Ferrer, Marlene Dietrich, Arthur Kennedy Avventura, durata 89 min. - USA 1952.
   
   
   

La ruota della fortuna Valutazione 3 stelle su cinque

di samanta


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martedì 15 ottobre 2024

Uscito nel 1952 in Tecnicolor, è il terzo western di Friz Lang regista viennese naturalizzato USA, versatile si specializzò in noir (Quando la città dorme, Gardenia blu, La strada scarlatta, L'alibi era perfetto), è considerato uno dei maestri del cinema fin dal suo esordio nel muto (Metropolis, dr. Mabuse). Ritornò in Europa nel 1956 girando ancora alcuni film (Il sepolcro Indiano). Il film ha come sottofondo intervallando le varie scene la ballata Chuck-a-Luck, coincidenza curiosa che contemporaneamente Fred Zinnemann girava Mezzogiorno di Fuoco che ha anche questo come sottofondo una bella ballata: Do not forsake me, oh my darling; d'altra parte anche John Ford anni prima aveva caratterizzato Sfida infernale scandendola con la bella canzone Oh my darling Clementine; in seguito si può ricordare Sfida al OK Corral di John Sturges con la splendida canzone Gunfight a the OK Corral  di Dimitri Thiomkin cantata da Frankie Laine che cadenza la vicenda.
Vern Haskell (Arthur Kennedy) è un giovane cowboy che sta per sposare Beth, incontra la ragazza e le dona una spilla, poi ritorna al lavoro, 2 balordi rapinatori hanno assistito alla scena uno, Kinch (Lloyd Gough) entra nel negozio dove lavora Beth la stupra e l'uccide rubando la spilla mentre l'altro: Whitey (John Doucette) fa da palo. Vern li insegue prima con altri e poi da solo, Vern riesce a trovare Whitey ferito gravemente da Kinch, cerca di farsi dire il nome del complice ma questi riesce solo a dire, "ruota della fortuna, mulino giallo" e muore. Sulla base di queste parole nel corso di varie mesi riesce a sapera la storia di queste parole: Altar (Marlene Dietrich) è un'avventuriera  che un giorno nel saloon dove lavorava vince una grande fortuna con la ruota della fortuna, il padrone cerca di sottrarle la vincita, ma un pistolero l'aristocratico Frenchy Fairmont interviene difendendola, i 2 diventano amanti poi lui viene messo in prigione ma prima Altar avevano organizzato un ranch appartato Il mulino giallo, dove formalmente allevava cavalli, ma in realtà ospitava banditi che dopo un colpo si nascondevano
e le davano una percentuale del bottino.Vern riesce ad entrare in una banda e che dopo un colpo in banca si rifugia nel ranch dove con Altar si accende una passione ma lui nota che porta la spilla di Beth, Vern riesce a farsi dire che gliela aveva donata Kinch uno della sua banda, nel frattempo è ritornato Fremont. Sparatoria finale tra un gruppo di banditi che vuole uccidere Altar, ma interviene Fremont che con Vern li uccide ma non può impedire che Altar sia colpita e muoia; Vern e Fremont superstiti si allontanano.
A prescindere dal titolo che non c'entra per nulla con la storia e dal nome del ranch che in originale è Chuck-a-Luck (ruota della fortuna), la storia è un vero e proprio noir girato a colori e calato in un western. Si presentano alcune criticità la più rilevante è che per mancanza di mezzi il film è stato girato interamente negli studios per cui gli esterni si riducono a fondali ed alberi di cartapesta un pò grossolani e con colori vistosi, che riflettono quell'amore di Lang per l'impressionismo ma che non c'entrano poco con il western che ama gli spazi aperti. Per il resto troviamo i temi cari a Lang: il fato di un destino inesorabile che travolge inesorabilmente sentimenti e persone, vi sono della scene memorabili come la corsa ad ostacoli di uomini a carponi cavalcati dalle ballerine di un saloon. I personaggi sono bene interpretati: Mel Ferrer non era solo un produttore e il marito di Audrey Hepburn ma anche un bravo attore (Guerra e pace, Scaramouche) qui  è perfetto nella parte dell'aristocratico sudista che è diventato un pistolero e un bandito, ricorda il personaggio di Hatfield in Ombre Rosse interpretato da John Carradine; Marlene Dietrich riesce a fare dimenticare che ha 50 anni e interpreta in modo suggestivo la "femme fatale" che ammalia e che fa perdere la testa agli uomini; Arthur Kennedy forse nel suo primo ruolo da protagonista dimostra di essere un bravo attore che avrà una buona carriera (4 nomination, Una pallottola per Roy, Qualcuno verrà, Ore disperate). In conclusione un film che è stato definito "barocco" accostandolo a Johnny Guitar di Nicholas Ray, a me appare invece come un film "gotico" che rifletta i temi talvolti lugubri di Lang, certamente girato in veri esterni, avrebbe avuto un altro respiro.

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