Sotto il sole di Roma

 Film neorealista purtroppo intriso e guastato dalla italica retorica dei buoni sentimenti, elemento costante di questo stile cinematografico almeno al suo nascere nell’immediato dopoguerra, che, in questo film di Castellani del ’48, si manifesta nella contrapposizione di personaggi caratterizzati per la loro estrema bontà in lotta con la malvagità incarnata dagli antagonisti, [...] Vai alla recensione »

Non siamo ai livelli di"ROma città aperta"di Rossellin, ma il film è di grande impatto: efficacia"realistica"(sul concetto di realo e di "realtà"ci sarebbe molto da dire, in specie rispetto al cinema), con un tono"leggero"anche quando si parla di miseria, fame, guerra, borsa nera etc.; eppure, anzi proprio per questo, il senso(non il messaggio)&nb [...] Vai alla recensione »

Visto ieri su rai storia, un drammatico del 1948 ancora bellissimo e attuale, incredibile se si pensa che e stato girato 2 anni dopo la seconda guerra mondiale.

Il realismo continua ad attendere i registi italiani al traguardo. Oggi è la volta di Renato Castellani che, dopo essere stato in Mio figlio professore l’interprete un po’ deamicisiano della Roma fine secolo, ci presenta ora, incisivo e un po’ ironico, l’ultima Roma, quella compresa fra il 25 luglio, l’8 settembre e la Liberazione. Sotto il sole di Roma è, in un certo senso, la storia di tutti i ragazzi [...] Vai alla recensione »

Castellani si covò il suo film per oltre un anno, raccolse episodi, aneddoti, battute, passò in rassegna centinaia di ragazzi e di ragazzacci, si spinse in diversissimi ambienti, parecchi dei quali non precisamente raccomandabili; si fece, insomma, un po' il reporter di se stesso, senza pregiudizi e senza riserve. Poi, quando con Fausto Tozzi si trovò ad avere un «suo» soggetto, si unì a Emilio Cecchi [...] Vai alla recensione »

La Roma della guerra, dall’occupazione tedesca a quella delle forze alleate, vista attraverso il diario di Ciro, un ragazzo dei quartieri popolari. Di contro al neorealismo socialmente e polemicamente impegnato, il film di Castellani, tendenzialmente bozzettistico, aneddotico, evasivo, fu tra le prime testimonianze d’un filone popolaresco-dialettale destinato a largo sviluppo.