il cinefilo
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giovedì 21 ottobre 2010
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tutta l'abilità di luchino visconti
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Si tratta di uno dei migliori film italiani di sempre(anche se,a tratti,sorge il sospetto che si tratti di un opera pensata esclusivamente per il pubblico siciliano)grazie al suo fascino terribilmente e misteriosamente poetico,che sorregge l'impianto narrativo dell'opera.
Il film racconta la vicenda,carica di disgrazie,di una famiglia di poveri pescatori siciliani del paese chiamato Aci Trezza(esiste e si trova nei pressi di Catania)in cui il coraggioso Ntoni(che è il protagonista assoluto),per ribellarsi allo sfruttamento dei grossisti decide di rendere la sua famiglia completamente indipendente ma,ben presto,le cose volgeranno di male in peggio e sarà costretto ad arrendersi ai suoi sfruttatori.
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Si tratta di uno dei migliori film italiani di sempre(anche se,a tratti,sorge il sospetto che si tratti di un opera pensata esclusivamente per il pubblico siciliano)grazie al suo fascino terribilmente e misteriosamente poetico,che sorregge l'impianto narrativo dell'opera.
Il film racconta la vicenda,carica di disgrazie,di una famiglia di poveri pescatori siciliani del paese chiamato Aci Trezza(esiste e si trova nei pressi di Catania)in cui il coraggioso Ntoni(che è il protagonista assoluto),per ribellarsi allo sfruttamento dei grossisti decide di rendere la sua famiglia completamente indipendente ma,ben presto,le cose volgeranno di male in peggio e sarà costretto ad arrendersi ai suoi sfruttatori.
Il regista Luchino Visconti,ispirandosi a I MALAVOGLIA di Giovanni Verga,ha portato sullo schermo(non senza alcune proteste da parte di alcuni quotidiani del luogo a causa della presunta immagine"sporca"che il film offriva della Sicilia)un bellissimo e"intenso"dramma sulla reale vita dei pescatori illustrandone gli aspetti tragici e difficili da raccontare al pubblico.
Il cast è composto unicamente da attori non professionisti e ingaggiati sul posto con lo scopo di conferire alla pellicola il massimo realismo possibile(un operazione azzeccata utilizzata anche da altri registi come,tra tutti,Vittorio De Sica).
La sequenza finale del film,in cui Ntoni si arrende ed è costretto a rinunciare ai suoi ideali per sopravvivere,rivela,apertamente,un pessimismo assoluto in cui l'unica via di salvezza si potrebbe trovare nella speranza,descritta quasi come un utopia,di una qualsiasi forma di solidarietà umana(la frase:"se non ci si unisce,non si riesce più a vivere")con cui il protagonista pronuncia anche l'opinione personale e definitiva,di stampo marxista,del regista a proposito di questa tematica.
Una curiosità:tra gli assistenti alla regia figurano Francesco Rosi e Franco Zeffirelli.
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g. romagna
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martedì 16 febbraio 2010
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la terra trema
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'Ntoni, giovane e povero pescatore siciliano di Aci Trezza, decide di ribellarsi al giogo dei grossisti che acquistano da lui e dai colleghi il pescato a prezzi irrisori e, dopo aver ipotecato la casa di famiglia, si mette a lavorare in proprio. Un naufragio gli fa perdere la barca e le attrezzature da lavoro. E' l'inizio della fine: 'Ntoni, dopo aver invano cercato impiego a giornata sulle imbarcazioni altrui, si dà al bere e al vagabondaggio. Il fratello Cola rimane coinvolto nei giri della malavita locale. Il nonno si ammala e deve essere ricoverato a Catania, da dove non tornerà più. La banca confisca la casa per morosità. Alla fine, quando ogni speranza sembra essere svanita, 'Ntoni riesce di nuovo a trovare impiego come pescatore a giornata per conto degli stessi grossisti che lo riassumono dopo essersi fatti crudelmente beffe di lui.
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'Ntoni, giovane e povero pescatore siciliano di Aci Trezza, decide di ribellarsi al giogo dei grossisti che acquistano da lui e dai colleghi il pescato a prezzi irrisori e, dopo aver ipotecato la casa di famiglia, si mette a lavorare in proprio. Un naufragio gli fa perdere la barca e le attrezzature da lavoro. E' l'inizio della fine: 'Ntoni, dopo aver invano cercato impiego a giornata sulle imbarcazioni altrui, si dà al bere e al vagabondaggio. Il fratello Cola rimane coinvolto nei giri della malavita locale. Il nonno si ammala e deve essere ricoverato a Catania, da dove non tornerà più. La banca confisca la casa per morosità. Alla fine, quando ogni speranza sembra essere svanita, 'Ntoni riesce di nuovo a trovare impiego come pescatore a giornata per conto degli stessi grossisti che lo riassumono dopo essersi fatti crudelmente beffe di lui. Il film, liberamente ispirato ai Malavoglia di Giovanni Verga e interpretato splendidamente da autentici pescatori siciliani, è interamente recitato in dialetto siciliano. Una voce fuori campo introduce in Italiano le signole scene, permettendo di compenetrare al meglio le vicende narrate, non essendo possibile comprendere appieno (Siciliani esclusi, ovviamente) i dialoghi tra i protagonisti. La suggestione però è fortissima, ed assieme alla straordinaria bellezza delle immagini concorre a creare un quadro di una precisione tale da rasentare spesso il documentaristico (sorge spontaneo alla mente il parallelo con L'Uomo di Aran di R. J. Flaherty). Il lirismo è sobrio e malinconico, e riesce fortemente a commuovere rifuggendo qualunque sentimentalismo. La differenza di vedute tra il romanzo ed il film, nell'ottica del narratore esterno, è però evidente: se in Verga, infatti, la famiglia di 'Ntoni rappresenta, secondo una visione conservatrice, i "detriti lasciati indietro dalla fiumana del progresso" perchè ogni slancio verso il cambiamento è inevitabilmente foriero di sole sventure, in Visconti traspare l'inevitabilità di questo processo assieme ad una coscienza, di stampo socialista, dell'importanza della lotta come unico motore -nonostante tutti i rischi e le difficoltà che si porta appresso- per il miglioramento della situazione di vita degli oppressi. Trasporre in versione cinematografica un'opera che costituisce già una pietra miliare in campo letterario conservandone, oltretutto, il valore è un'impresa difficilissima. Visconti ci è riuscito, e l'esito è, senza mezzi termini, un capolavoro intramontabile dell'intera storia del cinema. Meraviglioso.
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stefanocapasso
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martedì 3 aprile 2018
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ribellarsi ai poteri richiede il sostegno di tutti
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Ad Aci Trezza i pescatori sono costretti a sottostare alle condizioni capestro dei grossisti che pagano poco il pesce che pescano. ‘Ntoni decide di tentare la fortuna, e dopo aver ipotecato la casa si mette in proprio, con la ferma di intenzione di non essere più vittima delle prepotenze dei grossisti. Dopo un promettente inizio in cui la loro condizione sociale comincia a mutare, e con essa i rapporti tra compaesani, una notte il mare in tempesta provoca seri danni alla barca di Ntoni che deve cosi interrompere l’attività, per finire lentamente, di nuovo nelle mani dei grossisti.
Luchino Visconti sceglie una narrazione integralista, gli attori sono tutti pescatori e parlano il dialetto stretto del luogo, e sceglie anche l’impegno politico raccontando l’impossibile tentativo si affrancamento dai padroni della gente umile.
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Ad Aci Trezza i pescatori sono costretti a sottostare alle condizioni capestro dei grossisti che pagano poco il pesce che pescano. ‘Ntoni decide di tentare la fortuna, e dopo aver ipotecato la casa si mette in proprio, con la ferma di intenzione di non essere più vittima delle prepotenze dei grossisti. Dopo un promettente inizio in cui la loro condizione sociale comincia a mutare, e con essa i rapporti tra compaesani, una notte il mare in tempesta provoca seri danni alla barca di Ntoni che deve cosi interrompere l’attività, per finire lentamente, di nuovo nelle mani dei grossisti.
Luchino Visconti sceglie una narrazione integralista, gli attori sono tutti pescatori e parlano il dialetto stretto del luogo, e sceglie anche l’impegno politico raccontando l’impossibile tentativo si affrancamento dai padroni della gente umile. Racconta anche dei rapporti che cambiano tra il popolo stesso a seconda degli esiti della ribellione, e forse questa è la parte più dolorosa, perché alla fine il protagonista rimane solo, senza quell’aiuto della comunità che dovrebbe essere decisivo per cambiare le cose. Film raccontato con la magistrale messa in scena di Visconti che porta il neorealismo a valori estetici altissimi
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