Io ti salverò |
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Un film di Alfred Hitchcock.
Con Gregory Peck, Rhonda Fleming, Ingrid Bergman, Michael Chekhov, Leo G. Carroll
Titolo originale Spellbound.
Drammatico,
b/n
durata 111 min.
- USA 1945.
MYMONETRO
Io ti salverò
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MEMORABILE
di Luigi ChiericoFeedback: 36961 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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mercoledì 7 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non capita così spesso di poter vedere occhi tanto belli e penetranti, sono stupendamente chiari quelli della grande svedese Ingrid Bergman, forse ereditati da un’altra svedese, l’indimenticabile, divina Greta Garbo. Non è da meno lo sguardo dolce e penetrante di Gregory Peck, tanto bravo quanto affascinante. In questo memorabile film sono anche tristi, sconvolti da un passato che tormenta le ore del giorno più ancora che della notte. Occhi smarriti che si perdono alla ricerca della verità, sia per la Dottoressa Costance Peterson che per John Ballantine. L’amore che ha investito Constance ( Ingrid Bergman) si confonderà con l’’incubo di John ( Gregory Peck) che teme di essere travolto e precipitare nel vuoto. E alla bella Ingrid non servirà l’uso delle lenti a nasconderle i bellissimi occhi. Soltanto un regista della portata di Alfred Hitchcock poteva concepire e realizzare un film del genere, passato alla storia per alcune famose scene realizzate attraverso le intuizioni di questo regista che non mancherà mai di stupire e sorprendere tutti, non soltanto l’affezionato pubblico dei thriller. Il bianco e nero è essenziale per mostrare l’effetto che può fare una forchetta che con i suoi rebbi lascia i segni paralleli su una candida tovaglia, ed ancora per osservare le righe su una vestaglia o su una coperta, che ricordano le tracce degli sci lasciate su un bianchissimo manto nevoso. Sono queste due tinte che consentono di osservare il contrasto tra ciò che è bianco da ciò che è nero, per esempio con una pistola o in una tenda su cui si vedono cento occhi, come a voler spiare, tra una grande forbice che taglia il drappeggio di uno strano locale dove chi scopre un nero 7 di fiori ma il baro vince con 2 carte bianche, una tazza di caffè mentre fuori appare una strada ricoperta di bianca neve.. Non sono solito riportare fedelmente la trama del film , che aiuterebbe tantissimo ad aggiungere tante osservazioni. Non si può però tacere che è una vicenda freudiana, il presente si confonde col passato, la realtà con i sogni, la passione per la medicina con l’amore. E’ un film concepito per fare della psicanalisi il tema dominante di tutto il racconto reso con tutta la suspense di cui il noto regista è capace di trasmettere nei suoi film, a ricordarcene, anche qui, una sua fugace presenza come in tutti i suoi film, un vezzo che è una firma di autenticità. Alla dott.ssa Constance si affiancherà, a sciogliere gli enigmi che hanno fatto perdere la memoria al paziente John, il Dr. Alexander "Alessio" Brulov interpretato dal bravissimo Michael Chekhov candidato all’oscar come attore non protagonista. Non si dimentica la sua voce suadente, tanto bene doppiata in Italia da Lauro Gazzolo (attore in “Domani è troppo tardi” in cui esordì Anna Maria Pierangeli, Nastro d’argento 1951, a cui è dovuto un saluto, trovandosi “Lassù (dove) qualcuno mi ama”? con lo sfortunato idolo James Dean). Ai grandissimi interpreti la Bergman e Gregory Peck. In tutta la tormentata vicenda, è di grande rilievo nella parte del Dr. Murchison, anche la partecipazione di Leo G. Carroll, attore caro ad Hitchcock avendo preso parte a tanti suoi film, per esempio in “Il caso Paradine” ancora con l’intramontabile Gregory Peck e la bellissima assassina Alida Valli, vanto del nostro cinema. Fotografia e colonna musicale molto pregevoli. Vada a vederlo anche chi non deve essere salvato. Chigi chibar22@libero.it
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