mondolariano
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lunedì 29 agosto 2011
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antiquato. ma c'è charles laughton...
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La Giamaica non c’entra niente in quest’avventura che costituì l’ultimo film inglese del grande regista. Prima di trasferirsi in America su invito del produttore Selznick, Hitchcock dipinse un quadro dal sapore marinaresco ancorato alla tradizione della vecchia Inghilterra. Tanto più che ad imbarcarlo in quest’impresa fu l’inglesissimo Charles Laughton (reduce dal capolavoro “Gli ammutinati del Bounty”) che aveva appena fondato la piccola casa di produzione “Mayflower” e a cui spetterebbe il ruolo del regista: un attore sempre magnifico, teatrale nel suo perfezionismo, che ripeteva le prove all’infinito con grande disappunto del giovane Alfred.
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La Giamaica non c’entra niente in quest’avventura che costituì l’ultimo film inglese del grande regista. Prima di trasferirsi in America su invito del produttore Selznick, Hitchcock dipinse un quadro dal sapore marinaresco ancorato alla tradizione della vecchia Inghilterra. Tanto più che ad imbarcarlo in quest’impresa fu l’inglesissimo Charles Laughton (reduce dal capolavoro “Gli ammutinati del Bounty”) che aveva appena fondato la piccola casa di produzione “Mayflower” e a cui spetterebbe il ruolo del regista: un attore sempre magnifico, teatrale nel suo perfezionismo, che ripeteva le prove all’infinito con grande disappunto del giovane Alfred. Al suo fianco, immersa nel mare freddo e tempestoso della Cornovaglia, Maureen O’Hara presenta un corpicino di tutta bellezza, intenta a salvare comandanti e marinai da terribili quanto improbabili naufragi (le scene d’azione risentono dei trucchi antiquati del 1939).
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adriano lotito
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martedì 5 agosto 2008
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il maestro del brivido si da al dramma in costume
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"Jamaica Inn", tratto dall'omonimo romanzo di Daphne de Maurier, è l'ultimo film inglese di Alfred Hitchcock, prima che il già noto regista, si consacrasse a Hollywood. Un film certamente insolito, un ottimo esempio di noir in costume, diverso dai soliti gialli hitchcockiani. Ed è forse proprio per questo che alla sua uscita nelle sale cinematografiche, la pellicola fu massacrata all'unanimità dalla critica inglese ma fortunatamente si riscattò riscuotendo un ottimo successo ai botteghini. Lo stesso Maestro trovava questo film pessimo soprattutto a causa di diverbi e disaccordi avuti con la produzione e il cast (in primis Charles Laughton). Nonostante tutto "La taverna della Giamaica" resta un ottimo film.
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"Jamaica Inn", tratto dall'omonimo romanzo di Daphne de Maurier, è l'ultimo film inglese di Alfred Hitchcock, prima che il già noto regista, si consacrasse a Hollywood. Un film certamente insolito, un ottimo esempio di noir in costume, diverso dai soliti gialli hitchcockiani. Ed è forse proprio per questo che alla sua uscita nelle sale cinematografiche, la pellicola fu massacrata all'unanimità dalla critica inglese ma fortunatamente si riscattò riscuotendo un ottimo successo ai botteghini. Lo stesso Maestro trovava questo film pessimo soprattutto a causa di diverbi e disaccordi avuti con la produzione e il cast (in primis Charles Laughton). Nonostante tutto "La taverna della Giamaica" resta un ottimo film. La storia è interessante ma niente di eccezzionale. Il merito oltre che del regista è soprattutto di un cast in stato di grazia in grado di conferire una mirabile profondità psicologica ai personaggi: la divina Maureen O'Hara e il geniale istrionismo di Charles Laughton su tutti. Anche dal punto di vista della confezione, il film non pecca: scenografie e costumi curati al massimo, fotografia straordinaria, per non parlare dell'alluccinante sequenza del tentato naufragio, vero esempio di abilità registica. La sensazionale atmosfera intrisa di tinte dark e gotiche non fa che aumentare l'interesse dello spettatore. Sicuramente non va messo tra i capolavori del Maestro del Brivido ma "La taverna della Giamaica" fa ugualmente la sua figura: un film da riscoprire e da non sottovalutare.
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