Uscito nel 1932 è un film storico fortemente drammatico: siamo a Roma nel 64 d.C imperatore Nerone che iniziò la persecuzione contro i cristiani. Il regista Cecil B. De Mille è stato una delle colonne del cinema americano prima nel cinema muto (colossal biblici: 10 comandamenti, Il re dei Re, commedie sentimentali: La ricerca del piacere, frutto proibito) successivamente nel sonoro fino al 1958 (La conquista del west, I 10 comandamenti, Oscar per Il più grande spettacolo del mondo). Il film pur non avendo come soggetto il romanzo Quo Vadis appare evidentemente ispirato al romanzo di Sinkiewitz.
Nerone (Charles Laughton) ha incendiato parte di Roma per ricostruirla, suscitando l'ira del popolo, sobillato dalla perfida e lussuriosa moglie Poppea (Claudette Colbert) accusa i cristiani del misfattto e incarica di perseguitarli al crudele Tigellino (Ian Keith) Prefetto del Pretorio. L'altro protagonista della storia è Marco (Fredric March) Prefetto dell'Urbe di cui è follemente innamorata la lasciva Poppea, Marco incontra la giovane cristiana Marzia (Elissa Landi) che orfana, vive con il fratellino Stefano presso l'anziano Tito uno dei capi della comunità cristiana e s'innamora di lei. Tigellino che vuole rovinare Marco nelle grazie di Nerone, tramite una spia trova Stefano e lo tortura per sapere dove i cristiani celebrano i loro riti, irrompe cosi in una riunione molti sono uccisi e i superstiti sono arrestati, solo Marzia è salva e data in custodia a Marco che era accorso e che la porta a casa sua. Marco cerca di convincerla a rinnegare Cristo, ma Marzia rifiuta anche perché disgustata dell'orgia in corso , arrrivano i pretoriani che l'arrestano per ordine di Nerone. I cristiani sono portati al Colosseo per i giochi ed essere uccisi dai gladiatori o sbranati dalle belve, per ultima è Marzia a cui si è unito Marco ormai convinto dalla bontà della religione cristiana, questo per ordine di Poppea che lo odia per il rfiuto di Marco. I due abbracciati entrano nell'arena per subire il martirio.
De Mille aveva già diretto film colossal storici di argomento religioso ma la sua religiosità e formale e piuttosto ingenua, spesso nei suoi film muti (il sonoro era solo da 2 anni) si era avvalso di scene osé come in questo film dove si vede Claudette Colbert fare nuda il bagno in una vasca pieno di latte d'asina facendo intravedere i seni, o in un'altra scena si vede la bellissima Ancaria (Yoizelle Joyner) eseguire una danza apertamente lesbica, le due scene vennero censurate per poi essere ammesse dopo vari anni. Il mondo del cinema proveniente dal muto era licenzioso, colpito da scandali clamorosi, si pensi a Claudette Colbert apertamente bisessuale e amante tra le altre di Marlene Dietrich ed anche il cinema muto non era molto casto scene di nudo e di orgie erano frequenti (e De Mille se ne avvalse), i registi, attori, produttori e vari addetti vivevano in un ambiente di sesso sfrenato e di droga, che recentemente Chazelle ha cercato di rappresentare con Babylon. Arriverà a metà degli anni '30 il codice Hays con le imposizioni puritane nelle scene, i comportamenti fuori dalle righe degli attori continuarono ma nascosti al pubblico. L'influsso del cinema muto si vede nella recitazione degli attori, nel muto era fondamentale la gestualizzazione che qui è presente, Frederic March era un grande attore ma qui eccede nella teatralità, evidentemente De Mille non era ancora riuscito a liberarsi dalla recitazione enfatica del cinema muto. Appare anche trascurata l'ambientazione e i costumi, i soldati romani sono vestiti in modo assurdo, Marco porta degli stivaloni che andavano bene nel 1600, le donne sono perennamente seminude. La sceneggiatura è un'apologia grossolana del cristianesimo, comunque è interessante come anticipo di quei film i c.d. "peplum" che dopo il 1950 presentarono anche opere di un certo valore: Quo vadis, La Tunica, Spartacus, Ben Hur. Per quanto riguarda gli attori oltre a Fredric March, Claudette Colbert che aveva un'apparenza di ragazza tranquilla era disinibita sessualmente e si trova a suo agio nei panni (pochi) della cinica e lussuriosa Poppea, Charles Laughton rappresenta un Nerone un pò troppo caricaturale nella sua follia (Peter Ustinov era più convincente) comunque fa arguire quelle caratteristiche che lo faranno diventare un grande attore.
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