Mario Gromo
La Stampa
«La mia vita non è stata mai un letto di rose», ha confessato Wallace Beery, e a chi gli chiedeva come giungesse alle sue interpretazioni rispondeva affondando il testane fra le spalle pesanti, e con un sorriso impacciato «Sullo schermo la psicologia di un personaggio deve apparire sopratutto dalle sue azioni; il modo con il quale si alza, cammina, gesticola, sorride, è spesso molto più importante delle parole che dice. Come costruisco i miei personaggi? Cercando d'immaginare ciò che farei, penserei, soffrirei, se effettivamente fossi uno di essi». [...]
di Mario Gromo, articolo completo (3105 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957