La settantenne Agatha si sveglia una mattina nel corpo di una bimba. Dopo l'iniziale shock, studia il da farsi. L'unica disposta ad aiutarla sembra essere la figlia Elisa, fuori di casa da tanti anni. Espandi ▽
Agatha vive assieme al figlio Leonidas, adulto dallo sguardo mite e la passione per l'Islanda, ma infantilizzato dal rapporto con la madre, ai cui ordini risponde sempre diligentemente. Passata la settantina e proprio nel giorno del compleanno, Agatha scopre di avere dei problemi neurologici. Subito dopo, si risveglia una mattina nel corpo che aveva a otto anni. Leonidas, incerto sul da farsi, si rivolge alla sorella maggiore Eli, l'unica della famiglia a essersi fatta una vita da sola. La regista argentina Sol Berruezo Pichon-Rivière non è nuova al tema della famiglia intesa come labirinto inter-generazionale, avendone fatto il centro del precedente
Mamá, mamá, mamá. Il suo secondo film ripiega il labirinto su se stesso con la storia di una donna giunta al crepuscolo della vita ma d'improvviso tornata bambina, e soprattutto sulla reazione dei figli.
Ne risulta uno studio curato seppur monotematico sulla comunicazione familiare e sui sottili equilibri di potere che governano le relazioni tra genitori e figli, oltre che sull'allegoria di un lutto come lungo addio.