75ª edizione del Festival di Cannes, il programma dei 120 film. Cannes - 17/28 maggio 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Il regista Palma d’Oro nel 2018 torna trionfante in concorso al festival con Broker. Applausi anche a Lukas Dhont al suo secondo film. Vai all’articolo »
La regista e attrice italiana ha presentato Fuori Concorso il suo debutto alla regia. In competizione è arrivata invece la corazzata autoriale europea con Östlund e Mungiu. Vai all’articolo »
Armageddon Time film di James Gray con Anne Hathaway porta un po’ di Hollywood sulla Croisette. Grandi star attese anche stasera con Three Thousand Years of Longing. Vai all’articolo »
Uno degli eventi cinematografici più importanti dell’anno torna a brillare.Tanti i divi attesi tra cui i nostri Piefrancesco Favino, Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Vai all’articolo »
L’attore, regista e produttore statunitense riceverà il prestigioso riconoscimento 34 anni dopo esser stato premiato al festival come Miglior Attore. Vai all’articolo »
L’attrice e regista italiana presenterà al fuori concorso anche il suo debutto dietro la macchina da presa di un lungometraggio: Marcel!. Vai all’articolo »
La croisette ospiterà Tom Cruise e il suo attesissimo film. All'attore sarà dedicato anche un tributo speciale. Appuntamento per il prossimo 18 maggio. Vai all’articolo »
Un capolavoro assoluto ed indiscusso del musical che riunisce al proprio interno diversi
piani di lettura. Musical, USA1952. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Hollywood 1927. Don Lokwood, attore del cinema muto, è l'idolo degli spettatori che amano l'avventura. Espandi ▽
Don Lockwood e Lina Lemont sono una coppia di star del cinema muto hollywoodiano. Quando il cinema diventa sonoro i due si devono rapidamente adattare al cambiamento. Per Don questo non si presenta come un problema mentre per Lina lo è perché possiede una voce decisamente sgradevole. Kathy, una giovane attrice, viene ingaggiata come sua doppiatrice e il sentimento che prova Don fa sì che Lina non ne sopporti la presenza.
Siamo di fronte ad un musical che parla del cinema e lo fa non solo con leggerezza ma anche con grande ironia sin dai primi minuti. A partire da una sceneggiatura che sembra avere impressa a lettere di fuoco in ogni pagina la parola 'ritmo', si affrontano i temi che da sempre interessano, in modi diversi, il pubblico e la critica.
Gene Kelly e Stanley Donen non hanno solo realizzato una pietra miliare del genere (con una sequenza che tutti hanno visto almeno una volta) ma hanno anche saputo operare una riflessione sulla settima arte nel momento in cui si trova davanti mutamenti epocali. Recensione ❯
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Un'opera perfettamente riuscita che è anche una dura denuncia nei confronti del carcere minorile. Drammatico, Italia1946. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Vita di strada, riformatorio e fuga di due piccoli lustrascarpe romani. Espandi ▽
Pasquale e Giuseppe sono due ragazzini che nella Roma liberata dagli americani vivono lucidando le scarpe in strada al grido di 'sciuscià', neologismo sintesi dell'inglese 'shoe shine'. Pasquale è orfano di entrambi i genitori mentre Giuseppe mantiene i suoi insieme al fratello maggiore che è in un giro di riciclaggio di oggetti rubati. Un giorno i due vengono coinvolti in uno dei traffici illegali e finiscono al carcere minorile. Lì le loro personalità fondamentalmente innocenti subiscono il peso di un ambiente negativo.
Il primo premio Oscar ad un film straniero assegnato nel 1947 offre ancora occasioni di riflessione. Il film è un'perazione perfettamente riuscita: indimenticabile la cavalcata dei due protagonisti per le strade di Roma con i compagni di lavoro che assistono ammirati e, in senso purtroppo opposto, nel finale.
Tutto ciò in un film che rappresenta una dura denuncia, anche se criticata all'epoca per alcuni risvolti ritenuti un po' troppo patetici, nei confronti del carcere minorile. Recensione ❯
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Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner. Una pagina 'ignobile' della nostra storia raccontata con impeto sanguigno e indignazione. Drammatico, Italia2022. Durata 330 Minuti.
Una serie interamente dedicata al rapimento e all'assassinio di Aldo Moro. Espandi ▽
“Aldo Moro è l’Italia”, si dice in Esterno Notte, la serie in sei puntate con cui Marco Bellocchio rimette mano al racconto del caso Moro, vent’anni dopo il suo Buongiorno, notte. Ed è proprio come cartina di tornasole del nostro Paese che Bellocchio affronta di nuovo quel vulnus, rifrangendo la vicenda attraverso vari prisma. Bellocchio affronta la serialità come il più geniale degli showrunner, perché invece di puntate crea stazioni della Via Crucis per un morituro predestinato dalle sue scelte politiche e personali: e il ticchettio con cui comincia il racconto segnala l’inizio del conto alla rovescia della sua parabola cristica. La maestria di Bellocchio e dei suoi cosceneggiatori sta nel raccontare con impeto sanguigno e indignazione, nel giustapporre momenti e immagini (il montaggio impeccabile è di Francesca Calvelli), nell’evocare fantasmi, nel trovare gli accompagnamenti musicali giusti (compresa un’Internazionale “wagneriana”), nell’intessere immagini di archivio e frammenti di TG che ci ricordano lo stupore annichilito con cui tutti abbiamo seguito la vicenda. Il registro con cui Bellocchio ripercorre questa “storia ignobile” da par suo si muove fra il grottesco e il ridicolo, fra l’impasse istituzionale e il delirio ideologico delle BR. Un mondo che “si ci fosse luce sarebbe bellissimo”, ma che invece è l’esterno notte della nostra coscienza. Recensione ❯
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Un trattato per immagini su opposte visioni del mondo che sfociano in una lotta per la sopravvivenza. Thriller, Spagna, Francia2022. Durata 137 Minuti.
L'arrivo di una coppia di francesi all'interno di un villaggio delle campagne spagnole sconvolge gli equilibri degli abitanti del posto. Gli 'stranieri' diventano bersaglio di insulti e poi di minacce sempre più temibili. Espandi ▽
Nelle campagne in Spagna una coppia di francesi decide di riadattare dei ruderi con la prospettiva di realizzare un agriturismo. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza, arrivando a insultarli e minacciarli in modo sempre più esplicito.Rodrigo Sorogoyen si conferma come un regista abilissimo nel dirigere attori che diano corpo e vitalità ai personaggi loro affidati. Lo fa infatti anche in quest’opera, la cui originalità risiede un una serie di elementi che la rendono un trattato per immagini su opposte visioni del mondo che si trasformano in una lotta per la sopravvivenza. Nello stesso anno in cui Alcarràs ha vinto l'Orso d'Oro a Berlino con una vicenda che vede comunque al centro il mondo rurale, diventa ancor più interessante chiedersi cosa stia accadendo in questa Europa che dovrebbe essere dei popoli che però non solo non sembrano avere una visione unitaria del futuro ma sono al centro di diatribe localizzate. Recensione ❯
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Park Chan-wook sorprende con un romantico neo-noir che ha il respiro dei classici e il linguaggio del presente. Drammatico, Corea del sud2022. Durata 138 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Mentre indaga su un misterioso omicidio, un uomo comincia a provare dei sentimenti per la moglie della vittima. Espandi ▽
La capacità dei grandi autori è anche quella di comprendere quando una vena si è esaurita ed è tempo di voltare pagina e trovare nuovi stimoli. Da troppi anni, susseguenti alla cosiddetta “trilogia della vendetta”, Park Chan-wook è spesso stato vittima del proprio stile, innamorato di un manierismo incline a una certa stanchezza creativa. Una filmografia di eccessi e barocchisimi, tendente al grandguignol, che trova un brusco arresto in un film che pare l’esatto opposto del Park che eravamo abituati a conoscere. Con Decision to Leave si torna ad accogliere tra i maggiori autori in circolazione un nome amato dai cinefili, spesso oggetto di fanatismi mal riposti e accanimenti altrettanto inutili. Un Park rinnovato e talora quasi irriconoscibile, arresosi al potere di suggestione che è proprio solo degli amori irrealizzabili, mentre gira il film più romantico del 2022. Recensione ❯
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Una perla cesellata nel minimalismo sentimentale, un film capace di commuovere senza retorica né speranza. Drammatico, Francia, Cambogia2022. Durata 117 Minuti.
Selezionato a Un Certain Regard, la storia di una giovane donna alla ricerca dei suoi genitori biologici. Espandi ▽
Freddie ha 25 anni, da molto piccola è stata adottata da una coppia francese che l'ha cresciuta amorevolmente, ma per qualche recondito motivo le sue origini coreane rimangono per lei un nodo irrisolto. In maniera fortuita è costretta a trasferire il suo viaggio da Tokyo a Seoul, luogo in cui non riuscirà a ignorare il richiamo delle sue radici e finirà per mettersi alla ricerca della sua famiglia biologica. Freddie prova a ricostruire i pezzi sparsi della sua identità, cercando di comunicare con un padre alcolizzato e una madre che non vuole farsi trovare.
Davy Chou, filtrando la sua stessa esperienza di immigrato, compone un meraviglioso ritratto giocato sulla riduzione e sul minimalismo emotivo, che ha l'incredibile pregio di risultare toccante e illibato pur essendo imbevuto di un'irrimediabile disperazione di fondo.
Il regista con la sua finezza sentimentale e il suo stile, si conferma sempre di più un astro nascente del panorama cinematografico internazionale. Recensione ❯
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Un film che attiva e rende vivido ogni singolo dettaglio della vita e dei tormenti dell'artista spagnolo. Arte, Francia, Spagna, Portogallo2022. Durata 90 Minuti.
La ricca e sinuosa opera del genio spagnolo in questo affascinante documentario corale. Espandi ▽
Seguire le tracce di Francisco Goya sul filo narrativo di Jean-Claude Carrière è già un’azione che non può lasciare indifferenti. Due intelligenze speciali, quella dello scrittore in dialogo con quella del pittore; due narratori eccezionali. Visionari che, posti a confronto dal regista José Luis López-Linares, hanno lasciato, a loro modo, tracce incancellabili e sentimenti vividi. Il talento, l’osservazione e l’analisi del quotidiano, anche quello più duro; i volti delle dame, i loro piedi dentro a eleganti calzari di seta; quelle mani - che Goya non amava dipingere e dunque si faceva pagare in più -; i tori e la corrida; la morte, la guerra, il dramma, il dolore forte, i giochi di corte, i tessuti, le incisioni raffinate e dense di stratificazioni lineari; i volti espressivi e grevi, la critica. Si potrebbe colmare una pagina intera con le sole descrizioni dei dettagli e delle reazioni dei soggetti nei dipinti intensi di Goya. Recensione ❯
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Un sequel in piena salute e in pieno mito. Che fa volare altissimo lo spettatore. Azione, USA2022. Durata 131 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film riporta sul grande schermo Tom Cruise nei panni del celebre Pete "Maverick" Mitchell, già protagonista del film cult degli anni '80, Top Gun. Espandi ▽
A sessant'anni Pete "Maverick" Mitchell è ancora un 'semplice' officiale al servizio dell'aereonautica americana. Aveva tutto per diventare generale ma Mav se ne infischia delle stelle e dell'uniforme, preferisce essere un pilota collaudatore e superarsi a colpi di Mach. In ritiro in un hangar, tra ricordi gloriosi e 'riparazioni', è richiamato dai suoi superiori per addestrare una flotta che dovrà affrontare una missione ad alto rischio in territorio nemico: lo smantellamento di una base segreta di uranio. Tra i giovani allievi c'è Bradley Bradshaw, figlio di Goose, amico e copilota, morto accidentalmente anni primi durante un'esercitazione. La loro relazione fatica a decollare mentre i demoni tuonano come un F-14 e la missione incombe. Quella militare e quella formativa.
Top Gun: Maverick è un sequel in piena salute e in pieno mito. Stesse amicizie virili, stesse rivalità per pilotare caccia potenti, stessa tensione omoerotica dietro ai Ray-Ban, stessa spiaggia e naturalmente stessi titoli di testa, che riprendono l'incipit di Tony Scott sul celebre tema di Harold Faltermeyer.
Le sequenze d'azione, iperboliche e impressionanti, impattano fisicamente i protagonisti e restituiscono al film culto di Tony Scott una nuova giovinezza. Top Gun: Maverick non rivoluzionerà la settima arte ma vi porterà al settimo cielo. Da vedere in sala, obbligatoriamente. Recensione ❯
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Una storia d'amore e identità, una sinfonia mediterranea che è riscoperta del proprio posto nel mondo. Drammatico, Italia2022. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dopo quarant'anni di lontananza Felice torna lì dov'è nato, il rione Sanità, nel ventre di Napoli. Espandi ▽
Dopo molto tempo trascorso fra il Libano e l'Egitto Felice, diventato imprenditore benestante, torna a Napoli, la città dove ha vissuto fino ai 15 anni. Sua madre Teresa, "la sarta migliore del Rione Sanità", abita in un basso, e accoglie a braccia aperte quel figlio che credeva perduto per sempre. A poco a poco Felice riprende contatto con un mondo che aveva messo forzatamente da parte e incontra Don Luigi, un prete che combatte la camorra cercando di dare un futuro ai giovani del rione. Ma Felice ha anche bisogno di ricongiungersi con Oreste, amico fraterno e compagno di scorribande adolescenziali, che della camorra è diventato un piccolo boss. E a nulla valgono i consigli ad andarsene da Napoli e dimenticare quell'amicizia pericolosa: come se fosse possibile, lasciarsi alle spalle una città che ti è entrata per sempre nel cuore. Recensione ❯
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Amori, tradimenti, libertà sessuale e soprattutto esistenziale. Tra sogno ed uso del tempo reale, uno dei film più sperimentali e letterari di Jean Eustache. Espandi ▽
Alexandre vive la maggior parte del tempo affondato nel letto. Senza lavoro e senza soldi, dorme da Marie ma prova a riconquistare Gilberte, la donna che ama e che lo respinge. Tra un café e una chambre de bonne seduce Veronika, una giovane infermiera disponibile al sesso e all'amore. Sul fondo dell'ebrezza e di lunghe notti di confessioni liquide, le dissertazioni amorose prendono un accento greve. Qualcuno tiene il muso, qualcuna ascolta, qualcuna vomita il diritto di contraddirsi e di andarsene. Poi tutto ricomincia su una vecchia canzone, perché a Parigi "les amants s'aiment à leur façon...".
Si dica senza indugio, La maman et la putain è il film più bello del mondo. Quello che ci ha insegnato a fare e a disfare il letto, ad ascoltare le donne, a vomitare con classe, a fischiettare Fréhel prima del caffè, a camminare in città e a sedurre al primo appuntamento, parlando troppo o stando in silenzio.
Come nessuno, il film fiume di Eustache mette in scena il disincanto degli orfani del '68, spettri che si sfiorano senza scaldarsi, cercando rifugio in un'erranza parigina piena di insolenza o in certe ore pallide della notte, tra le lenzuola sgualcite di Jean-Pierre Léaud o nella fibra letteraria dei loro monologhi. Recensione ❯
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Un debutto magnifico e febbrile che rianima finalmente il genere 'teen' abbigliandolo da racconto gotico. Drammatico, Canada2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia d'amore e di fantasmi per Charlotte Le Bon che debutta alla regia e adatta liberamente la graphic novel di Bastien Vivès, "Una sorella". Espandi ▽
Bastien, tredici anni, "quasi quattordici", ha una paura folle dell'acqua e una curiosità viva per Chloé, sedicenne bella e insolente che lo spinge a superare i suoi limiti per piacerle. In vacanza con la famiglia sulle rive di un lago quebecchese, divide la stanza col fratellino e con la ragazza, figlia di amici di famiglia che ha deciso di prenderlo sotto la sua ala. Malgrado lo scarto di età, tre anni che pesano come un bacio rubato, i due adolescenti creano un legame unico a colpi di bagni e giochi proibiti. Sul fondo di una leggenda fantasmatica, l'estate scorre e il desiderio monta.
Storia d'amore e di fantasmi per Charlotte Le Bon che debutta magnificamente alla regia e adatta liberamente la graphic novel di Bastien Vivès, "Una sorella". La regista avvia una storia di iniziazione sentimentale e sessuale che flirta disinvolta con l'horror.
Falcon Lake è un film di metamorfosi, di fine estate, di crepuscolo. Il sole brilla alto ma le tenebre sono dappertutto in quest'opera prima febbrile che rianima finalmente un genere da tempo inerte. Lo fa abbigliandolo da racconto gotico, insinuando un'ombra spettrale e sottolineando la dimensione irreparabile dell'adolescenza. Recensione ❯
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Un scifi movie inconsueto, spiazzante, dall'estetica vintage e dai contenuti profondi e radicali. Fantascienza, USA2022. Durata 147 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio sci-fi in un mondo futuristico dove l'uomo deve adattarsi ad un nuovo sistema. Espandi ▽
Fondendo l’estetica dei suoi primi film e gli elementi psicanalitici dei suoi ultimi lavori, David Cronenberg realizza un film di fantascienza inconsueto, spiazzante, in cui l’estetica vintage si pone in secondo piano rispetto a un contenuto radicale. Crimes of the Future invita a smarrirsi in un futuro remoto che è al contempo una verosimile prosecuzione del nostro presente. Un mondo grigio e quasi inabitabile, in cui la sovrastimolazione del corpo, sollecitato ed eccitato anche durante il sonno o durante il pasto, ha portato a un’esasperazione e nel contempo a un annullamento del piacere e del dolore. Cronenberg sembra suggerirci, provocatoriamente, che è giunto il momento di lasciarsi andare e assecondare il flusso. È impossibile fermare il progresso tecnologico, quand’anche questo comportasse la fine della nostra specie e la nascita di una nuova e non necessariamente migliore. Recensione ❯
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Una disarmante dissezione della natura umana e della contemporaneità, pervasa da tensioni, intolleranza e paura. Drammatico, Romania2022. Durata 125 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film per comprendere come nasce e si diffonde il razzismo oggi. Espandi ▽
Benché il titolo lasci pensare alla Romania, ridotta alle sue sole consonanti, il riferimento ufficiale è a agli esami clinici – R.M.N. è l’acronimo rumeno della risonanza magnetica - a cui viene sottoposto Papa Otto, un anziano pastore rispettato da tutti. Ma come le macchine passano allo scanner le condizioni neurologiche di Otto, così Mungiu sottopone a un’indagine approfondita lo stato delle cose in Romania e più in generale nella contemporaneità europea, pervasa da tensioni, intolleranza e paura. Mungiu ha la forza di rappresentare questo cumulo di contraddizioni mediante gli ormai celebri piani sequenza atti a “inseguire” i personaggi o con scene corali di pregevole fattura. Ad aggiungere una ulteriore quota di novità nello stile del regista di Un padre, una figlia, è l’abbandono di un realismo tout court in favore dell’applicazione di tecniche e stili realisti a una materia che esonda verso il surreale. Recensione ❯
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Nicolas incontra i suoi creatori: una storia animata di amicizia raccontata con grazia e tenerezza. Animazione, Francia2022. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
I creatori del Piccola Nicolas incontrano il loro personaggio e gli racconteranno la loro amicizia. Espandi ▽
È la fine degli anni '50. Lo scrittore René Goscinny e l'illustratore Jean-Jacques Sempé creano insieme il personaggio del piccolo Nicolas, che diventerà il protagonista di una lunga serie di avventure a fumetti ed entrerà nel cuore dei bambini di tutto il mondo, soprattutto quelli francesi, per cui Nicolas è un vero e proprio compagno di giochi. La caratteristica di queste storie è il modo in cui gli autori si immedesimano totalmente con il loro eroe pensando come fa un bambino della sua età, con la capacità unica di rievocare l'universo infantile senza giudicarlo. Ne Le petit Nicolas però è il protagonista ad entrare nel mondo dei suoi inventori, interagendo con loro e dandoci modo di conoscerli meglio per capire qual era il loro rapporto e quali ricordi del duo sono confluiti nella sua creazione.
Dopo i due deliziosi film firmati da Laurent Tirard e interpretati da Valérie Lemercier e Kad Merad, Le petit Nicolas torna alle origini con un film di pura animazione che riprende il tratto caratteristico delle storie a fumetti che hanno incantato generazioni di bambini.
Il film è virtualmente dedicato a coloro che hanno scelto una vita creativa che consente loro di reinventarsi e di non abbandonare il proprio fanciullo interiore, ed è indicato sia per i più piccoli che per gli adulti, che coglieranno i molti riferimenti all'epoca e al luogo in cui è ambientata la storia, provando una forte nostalgia per la Parigi del mito. Recensione ❯
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Un'autofiction rigorosa che riscrive e rimette a fuoco un decennio di conquiste sociali supersoniche. E altrettante contraddizioni. Documentario, Drammatico - 2022. Durata 61 Minuti.
La scrittrice francese Annie Ernaux, Premio Nobel 2022 per la Letteratura, ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981. Espandi ▽
Nel 1972 Annie Ernaux e suo marito Philippe, rispettivamente insegnante (non ancora scrittrice) e segretario comunale, vivono ad Annecy. Quando acquistano una cinepresa Super 8, tra le novità tecnologiche portatili di quegli anni, a filmare è quasi sempre Philippe. Dopo la separazione tra i due, nei primi anni '80, quelle immagini rimangono a lungo non viste, finché non vengono riportate alla luce dal figlio David. Si tratta di istantanee di vita familiare, ricorrenze, escursioni all'aperto e di alcuni viaggi compiuti dai quattro tra il 1972 e il 1981. Il figlio David (1968) ne immagina un nuovo assemblaggio, se pure osservando l'ordine cronologico e propone alla madre di apporre ad esse un commento critico, antidescrittivo, da incidere con la propria voce narrante.
Una nuova narrazione, con l'occhio dell'autrice riconosciuta, che ha il lusso e l'onere di potersi riguardare con la distanza non solo temporale ma emotiva con cui scrive i propri libri.
Una autofiction rigorosa, quasi un documentario naturalista, scientifico, non privo di punti di tensione, che sul piano della colonna audio non lascia spazio a facili commozioni - moderati gli interventi sonori e rumoristici sulle immagini altrimenti mute (ma la playlist di riferimento è nominata, a favore di chi vuole recuperarla). Recensione ❯
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