La Banalità del Crimine

Film 2018 | Drammatico, +13 77 min.

Regia di Igor Maltagliati. Un film con Mauro Meconi, Ettore Belmondo, Alessandro Prete, Alessandro Parrello, Marco Leonardi. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2018, durata 77 minuti. Uscita cinema giovedì 10 maggio 2018 distribuito da West 46th Films. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,74 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 marzo 2019

Gli "spazzini" sono organizzatissimi: due sparano, due ripuliscono e due occultano i cadaveri.

Consigliato sì!
2,74/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 2,97
CONSIGLIATO SÌ
Un thriller ben confezionato al quale non corrisponde una vera narrazione.
Recensione di Francesca Ferri
lunedì 30 aprile 2018
Recensione di Francesca Ferri
lunedì 30 aprile 2018

Gli "spazzini" sono organizzatissimi: due sparano, due ripuliscono e due occultano i cadaveri. Sono amici da sempre e vivono il loro sporco lavoro con leggerezza, come se fosse normale e ordinario. Ma quando i due boss per i quali lavorano vengono insidiati da un avversario misterioso e ferocissimo, gli spazzini decidono di organizzare un colpo grosso, convinti che si tratti della loro opportunità di carriera. Si mettono sulle tracce del rivale dei loro capi, condizionando fortemente la resa dei conti: ma non come si sarebbero aspettati...

Il regista di The Sweepers continua lo stesso intreccio di sesso, sangue e criminalità in La banalità del crimine, in cui ritornano protagonisti dagli stessi nomi e dalle stesse aspirazioni che si dividono tra giovani prostitute e cadaveri da occultare.

Igor Maltagliati si serve del thriller per esplorare le zone d'ombra dell'anima, i lati oscuri della psiche. Sullo sfondo di una malavita che viene presentata come qualsiasi altra normale occupazione, La banalità del crimine racconta quanto la vita sia imperfetta e imprevedibile, quanto la sete di denaro e potere possa plasmare le persone, come il delitto possa diventare un gesto quotidiano.

In una Roma irriconoscibile di cui si mostra solo qualche panoramica sui tetti della città e qualche breve scena sul Tevere, dalla barca del boss, il film si sviluppa interamente in interni semibui, fumosi e alienanti senza lasciarci quasi mai uscire alla luce del sole. Il giorno serve per far chiarezza su ciò che la notte nasconde, ma le tenebre finiscono per vincere qualsiasi spiraglio di luce. Maltagliati dunque segue il ritmo di una malavita che lavora nel cuore della notte, scandita da telefonate di lavoro urgenti e colpi di pistola improvvisi. Mogli, fidanzate o donne di passaggio non hanno neanche il diritto di chiedere dove vanno i loro uomini e se mai torneranno. Così, tra i piaceri della carne e gli ordini del capo, gli spazzini si dividono senza avere alcuna libertà sulla propria vita, finché non si ribellano al sistema mettendo tutto in gioco.

A una messa in scena così ben confezionata non corrisponde però una vera narrazione. L'accurata estetica del crimine finisce per essere una bella scatola vuota in cui la banalità danneggia anche la storia stessa. Nessuna originalità nella sceneggiatura, nessun approfondimento psicologico dei personaggi salva il film dalla sua piattezza.

Ben interpretato da Marco Leonardi tra gli altri, La banalità del crimine risulta, infine, una storia poco credibile seppur raccontata nel rispetto dei codici del thriller. Una perfetta visione di criminalità venata di erotismo che troppo spesso, però, ricorre a un colpo di pistola per risolvere le complessità di una vita da affogare in un bagno di sangue o vivere perennemente nell'ombra.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 10 maggio 2018
Massimo Bertarelli
Il Giornale

Il titolo è perfetto per questo truce poliziesco zeppo di cadaveri e parolacce. Nella gang romana specializzata nello spaccio i defunti vengono sepolti ancora caldi. Anche le pupe sparano, pallottole e imprecazioni. Con l'umorismo involontario che raggiunge vertici sublimi. Come quando una tipa entra nella stanza con moribondo legato e esclama: «C..

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