Angelo

Film 2018 | Drammatico, Storico 111 min.

Regia di Markus Schleinzer. Un film con Alba Rohrwacher, Christian Friedel, Michael Rotschopf, Gerti Drassl, Dominic Marcus Singer. Cast completo Titolo originale: Angelo. Genere Drammatico, Storico - Austria, Lussemburgo, 2018, durata 111 minuti. - MYmonetro 3,05 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 novembre 2018

L'ascesa e lo scontro con i pregiudizi razziali di un giovane nigeriano ai servizi di una contessa europea.

Consigliato sì!
3,05/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,09
CONSIGLIATO SÌ
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Dramma storico in quattro atti che viene dal passato, riguarda il presente e guarda al nostro possibile futuro.
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 28 novembre 2018
Recensione di Marzia Gandolfi
mercoledì 28 novembre 2018

Al debutto del XVIII secolo, un bambino viene strappato dall'Africa natia e condotto in Europa. Sbarcato su una spiaggia anonima, è venduto a una contessa francese e (ri)battezzato col nome di Angelo. Ennesimo esemplare della sua collezione esotica, la contessa procede alla sua civilizzazione. Adulto e congedato, Angelo approda alla corte viennese agli ordini di un altro aristocratico. Il suo talento teatrale e il suo pensiero brillante gli valgono l'attenzione dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo, ansioso di impartirgli lezioni di umiltà e di mostrargli il suo posto nel mondo (e sul palcoscenico).

Angelo morde il freno, acquista una casa e sposa in segreto una giovane serva bianca. Vince l'emancipazione ma perde tutto, soprattutto i favori della corte. Il suo destino prenderà rotte inaspettate ma confermerà fino alla morte e dopo il suo stato di 'negro'.

Dramma storico in quattro atti, Angelo ripercorre la storia vera di Angelo Soliman, schiavo infante, moro di corte, massone, precettore e 'martire' all'epoca dei Lumi viennesi. La prima sequenza di Angelo, che lo coglie bambino 'in vendita' dentro un hangar contemporaneo, dona subito la misura del suo destino (cattura, schiavitù, servizio di corte, oggetto da esposizione in un museo etnologico) e la volontà di Markus Schleinzer di evocare col passato il presente. Nel cuore dell'Europa e dell'età moderna, malintesi criteri scientifici legittimavano l'applicazione oscena del vocabolario zoologico a un essere umano.

La straordinaria vita di Soliman è un esempio della concezione di integrazione culturale nell'Europa del 1700, in cui affondano le radici illuministe del razzismo. Il razzismo 'scientifico' è di fatto una creazione moderna. Attraverso la vita di Angelo Soliman, Schleinzer emerge col pensiero moderno le origini di una nuova attitudine di fronte al genere umano. Angelo risale il tempo e indaga i presupposti filosofici del razzismo biologico: l'inserimento dell'uomo nell'ambito della storia naturale, la classificazione della specie, la critica della dottrina biblica della comune origine dell'umanità. E su questo terreno si sono sviluppati il positivismo, le antropometriche e la nascita di nuove discipline che daranno dignità scientifica al razzismo.

Angelo, meno tellurico e incandescente di Venere nera, che ripercorre cinque anni della miserabile odissea di Saartjie Baartman, fa il paio col film di Abdellatif Kechiche. Destini tragici e drammaticamente prossimi quelli dei protagonisti, a cui i due autori restituiscono l'umanità di cui li aveva privati quella determinazione 'oggettiva' della gerarchia tra esseri umani. La fine di Soliman e di Baartman, impagliati, è spaventosa e si inserisce nella galleria degli orrori prodotti dal pensiero umano.

Più del sonno, i sogni della ragione hanno trasformato in incubo la vita di altri esseri umani con la pretesa di dimostrare che la natura ha scritto sulla nostra faccia, sulla nostra pelle e (più recentemente) nei nostri geni il nostro destino. Diversamente da Saartjie Baartman, esibita in pubblico come bestia da fiera e poi diventata oggetto di studio per gli scienziati francesi, Angelo Soliman era ben integrato. Amico dell'imperatore d'Austria e di Mozart, appartenevano alla stessa loggia massonica, sposò fuori dalla finzione la sorella del generale François Étienne Kellermann. Franco-massone morì nel 1796 e la sua pelle fu impiegata per fabbricare un "uomo selvaggio" parato di piume e conchiglie ed esposto in un museo di Vienna fino al 1806. Il manichino finirà poi bruciato durante l'insurrezione dell'ottobre del 1848. La scienza studiò il suo caso, concludendo da alcune delle sue ipertrofie che Angelo Soliman appartenesse a una razza inferiore, che giustificava evidentemente la sua condizione di schiavo. L'Europa tentava di crearsi una nuova identità culturale sfruttando tutto quello che era diverso come l'eroe del film di Markus Schleinzer, che ricava da un destino spezzato la visione chiara del momento in cui si determinò il rapporto delle potenze coloniali col resto del mondo.

Il regista integra le ricerche con la finzione, riscrivendo alcuni passaggi della vita di Soliman e ricostruendo il suo percorso verso l'accettazione in seno alla società viennese, responsabile del suo 'prelevamento' e successivamente della sua educazione. Una società che malgrado la sua cultura e i suoi sforzi continuò a evitarlo, negandogli il suo posto nel (loro) mondo. La vicenda di Angelo Soliman fu il principio di un percorso oscuro che avrebbe trovato diversi anni dopo a Vienna il suo sacerdote e la vertigine dell'orrore. Una vicenda che viene dal passato, riguarda il presente e guarda al nostro possibile futuro, invitando a coltivare la tolleranza e riscattando un uomo oppresso dallo sguardo degli altri fino alla morte. E la resistenza che Angelo Soliman oppose fa intendere ancora oggi la voce della ragione.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 26 giugno 2019
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Visto alla settima edizione della bellissima rassegna del Cinema sotto le stelle dell'Austria a Roma, in lingua originale e con presentazione del regista e di una brava protagonista (Alba Rohrwacher). Mah...lento al limite del sonno, sceneggiatura piatta, dialoghi azzerati, storia senza svolgimento... Alla scena del funerale dalla quale si intuiva la fine del protagonista, si sono percepiti diversi [...] Vai alla recensione »

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