The Vault - Nessuno è al sicuro

All'esterno della banca Centurion Trust c'è un allarme antincendio, quando si presentano agli sportelli le sorelle Leah e Vee Dillon. Dopo aver causato confusione negli uffici con le loro insistenze, estraggono le armi e si dichiarano rapinatrici, insieme a tre complici vestiti da vigili del fuoco. Quando si accorgono che le casse contengono molto meno del mezzo milione atteso, nesessario per salvare dai debiti il fratello Michael, le due cominciano a litigare sul da farsi. Finché Ed Maas, che si dichiara vicedirettore della filiale, non si offre di collaborare e segnala la presenza di un caveau con sei milioni nei sotterranei. La banca era già stata presa di mira dai rapinatori nel 1982 e qualcosa del passato è rimasto a terrorizzare dipendenti e ladri.

Sui titoli di testa la voce di un uomo comunica alla polizia che nella banca è in corso una rapina. Segue una carrellata di pagine di cronaca di vecchi giornali. Già l'inizio di The Vault fa capire che c'è un pregresso alla storia cui stiamo per assistere.

Le due protagoniste sembrano entrate separatamente: entrambe insistono, una nella ricerca di lavoro, l'altra per effettuare operazioni su un conto di cui non dispone, rivelando da subito un nervosismo che esploderà più avanti. Il film anticipa in modo confuso molte delle sue carte e si rivela presto come il piano della rapina: per certi aspetti molto costruito, sui restanti improvvisato e lacunoso. Il regista (tra i suoi lavori precedenti da ricordare Signal del 2007) si vorrebbe inserire sulla strada di Inside Man di Spike Lee, con la confusione tra ostaggi e criminali, assumendo quasi un'unità di spazio e tempo. Qui però la confusione prende il sopravvento su tutto, anche sull'unica idea degna di nota, trasformare un film di rapina in un horror mentre emerge il lato misterioso e paranormale del luogo.

Il deposito blindato nasconde un segreto che non può destare sorprese. I personaggi non hanno quasi motivazioni o spessore, non agiscono per qualcosa, se non i debiti di Michael che sono solo lo spunto iniziale. Ciascuno va per i fatti propri e anche gli attori sono lasciati a loro stessi a cercare di dare credibilità ai protagonisti.

L'unica con un po' di nerbo e la giusta ambiguità, capace di interessare lo spettatore al proprio destino è la capocassiera Susan (interpretata da Q'orianka Kilcher, vista in The New World e Hostiles). Le due sorelle (Leah ha il volto di Francesca Eastwood, figlia di Clint) non riescono a far uscire nulla, né vera rivalità, né complicità, se non una tensione tra loro che è solamente utile a complicare il piano. Fa da comprimario Michael, con un dito amputato, che deve un sacco di soldi "alle persone sbagliate" e non vuole fare del male a nessuno. Non si salva neppure Ed Maas, interpretato da un James Franco svogliato, che compare a intermittenza come le sue visioni. Il risultato è un thriller fiacchissimo, troppo prevedibile pur con i tanti tentativi di svolta che vorrebbe riservare.