Una vita

Film 2016 | Drammatico, +13 119 min.

Regia di Stéphane Brizé. Un film Da vedere 2016 con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Yolande Moreau, Swann Arlaud, Nina Meurisse. Cast completo Titolo originale: Une vie. Titolo internazionale: A Woman's Life. Genere Drammatico, - Francia, Belgio, 2016, durata 119 minuti. Uscita cinema giovedì 1 giugno 2017 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,32 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 8 giugno 2017

Jeanne Le Perthuis di Vauds inizia una nuova vita col marito, ma lui si rivela presto una persona egoista e senza alcun rispetto. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Una vita ha incassato 63,5 mila euro .

Una vita è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,32/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,14
PUBBLICO 3,31
CONSIGLIATO SÌ
Attraverso una dialettica agile tra presente e passato, Brizé pone ancora una volta lo sguardo sulla tragedia dell'ordinario.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

Normandia, 1819. Jeanne è una giovane donna che sboccia alla vita. Figlia dei baroni Le Perthuis des Vauds, si innamora e sposa Julien de Lamare, un nobile locale decaduto che si rivela presto un adultero incorreggibile. Dopo aver sedotto e ingravidato Rosalie, la domestica al servizio dei baroni, Julien chiede perdono a Jeanne e lo ottiene, rientrando in seno alla famiglia e diventando padre di Paul. Ma all'orizzonte si prepara un'altra tempesta che travolgerà ogni bene, materiale e affettivo, affondando Jeanne nei ricordi di una vita.

Con Une vie, adattamento del primo romanzo di Guy de Maupassant, Stéphane Brizé pone ancora una volta lo sguardo sulla tragedia dell'ordinario.

Inquadrati in tempi (storici) diversi, La legge del mercato abita la Francia contemporanea, Une vie precipita nella caduta dell'Ancien Régime, i film di Brizé compongono un dittico ideale sulla violenza sociale ordinaria. Ma se il protagonista dolente di Vincent Lindon protesta e lotta, l'eroina di Judith Chemla è rassegnata e attraversata dalla malinconia del suo secolo, un secolo malato marcato da numerose trasformazioni e dalla fragilità dei regimi politici.

Incollato ai personaggi, l'autore francese esalta il valore dei suoi attori di cui sollecita apertamente le emozioni in un flusso continuo di immagini. Ai lunghi piani sequenza che accompagnano il calvario di Lindon, subentra un formato 4:3 che riduce il mondo fuori e costringe la protagonista fino ad asfissiarla. Luogo di composizione che ingloba il mondo in pochi brani lirico-bucolici, che aprono sulla campagna e respirano sul mare, il taglio dell'immagine incide profondamente sull'espressività del soggetto. Per il suo dramma sul matrimonio, l'aristocrazia, la psicologia di una donna, la bellezza dei paesaggi, il realismo relativistico, Brizé predilige una proporzione che esaspera i rapporti di forza al centro del film, saturando il quadro del meglio e del peggio della vita, dell'amore e del suo disfacimento e mettendo lo spettatore vis-à-vis con i protagonisti, con la nobiltà o la mediocrità del loro ritratto.

Inchiodata a una cornice, che argina la sua passione e le sue stazioni, Jeanne dialoga soltanto coi ricordi, i suoi sono flussi di coscienza, monologhi interiori che ricostruiscono una vita spesa in un mondo dove essere è avere. Il mondo di un capitalismo nascente, lo stesso a cui soccombe due secoli dopo Thierry Taugourdeau, umiliato e offeso (La legge del mercato). Il punto di vista del film coincide esclusivamente con quello della protagonista muovendosi avanti e indietro nel tempo.

Diversamente dalla versione letteraria, che segue una struttura narrativa lineare, Une vie fa un uso costante del flashback, producendo una dialettica agile tra presente e passato. Passato invocato e (ri)chiamato a guarire il mal de vivre che ghermisce i personaggi di Brizé, inseriti in contesti sociali e familiari avvertiti come luoghi di tradimenti, tensioni, conflitti, oppressioni, spazi in cui la vacuità dei sentimenti è evidente, sorgenti di un costante e accanito dispiacere. Judith Chemla, attrice sensibile formata alla Comédie-Française, incarna il carattere esasperato e totalizzante di una donna che si rende attivamente dipendente dall'amore. Quello per il consorte e per il figlio che ama di un amore possessivo e volge in ossessione. La portata luminosa del suo volto immacolato si spegne e consuma in una traiettoria esistenziale che approccia i contrari, la morte e la gioia. Come Thierry, Jeanne abita con cuore pieno un mondo vuoto, di cui Maupassant e Brizé evocano la sublimazione del dolore, la profondità della banalità, il valore significativo dell'insignificante al cuore del nostro romanzo. C'est une vie, c'est la vie tout simplement.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 18 giugno 2017
Writer58

"Una vita" di Stéphane Brizé,  quinto film del cineasta francese, è un'opera che mi ha insieme colpito e annoiato. Cerco di spiegare l'ossimoro a me stesso, prima ancora che ai lettori. La proposta dell'autore mi è parsa interessante e ben diretta: concordo con Maurizio D. quando scrive "Stephane Brizé ha fatto una scelta  radicale [...] Vai alla recensione »

sabato 17 dicembre 2016
maurizio d

Siamo ormai abituati agli adattamenti cinematografici dei classici dell'800. Spesso risultano pedanti , inadeguati, prolissi, in breve " pallosi ". Stephane Brizé ha fatto una scelta  radicale , operare dei tagli profondi nella struttura narrativa e focalizzare la sua attenzione sul vissuto emotivo della protagonista. I gesti quotidiani, il succedersi delle stagioni, la [...] Vai alla recensione »

mercoledì 14 giugno 2017
FabioFeli

 Jeanne (Judith Chemla) è una giovane ed ingenua donna dell’ottocento che vive sulla costa normanna; fa parte di una famiglia nobile con terre e patrimonio, ma affronta volenterosa le difficoltà della coltivazione di un orto; assiste con pazienza la madre Adelaide (Yolanda Moreau) impegnata nel gioco del backgammon contro suo padre.

martedì 6 giugno 2017
Flyanto

 Tratto dall'omonimo romanzo di Guy de Maupassant, "Una vita" racconta la storia della giovane Jeanne, nobile e ricca, ingenua e fiduciosa nella vita e negli esseri umani, la quale si innamora di Julien, un giovane rampollo di una famiglia nobile decaduta e pertanto senza più il patrimonio intero di famiglia. I due si sposano ma l'uomo si manifesta essere subito un libertino [...] Vai alla recensione »

martedì 20 settembre 2016
vanessa zarastro

Un film intenso questo film tratto dal romanzo omonimo di Guy de Maupassant del 1883 presentato al festival di Venezia 2016.Un drammatico panorama della condizione femminile seguita per tutto l’arco di una vita. Almeno quattro sono stati i tentativi di trarre un film dal racconto ma questo finalmente ci è riuscito. Jeanne (la bravissima Judith Chemia) è la figlia del barone Simone-Jacqu [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 novembre 2016
maurizio d

Siamo ormai abituati agli adattamenti cinematografici dei classici dell'800. Spesso risultano pedanti , inadeguati, prolissi, in breve " pallosi ". Stephane Brizé ha fatto una scelta radicale , operare dei tagli profondi nella struttura narrativa e focalizzare la sua attenzione sul vissuto emotivo della protagonista. I gesti quotidiani, il succedersi delle stagioni, la lettura la corrispondenza [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
venerdì 16 giugno 2017
Pino Farinotti

Una vita, diretto da Stéphane Brizé affronta il romanzo firmato da Guy de Maupassant. Una corrente forte, di cui fa parte Tolstoj, lo considera fra i titoli francesi di vertice dell'Ottocento, come "I miserabili" di Hugo e "Madame Bovary" di Flaubert. Fare un film da un capolavoro letterario non è mai semplice. Ci sono molte scelte da fare, nessuna sicura. Brizé sceglie il metodo delle sintesi, dei flash: si concentra sui momenti fondamentali della vita di Jeanne, dolorosa e sfortunata. Il film offre un assist sintomatico per una lettura del rapporto fra il libro e il film, che è di amore&odio.
Il rapporto fra cinema e letteratura è sempre stato stretto e tormentato. Stretto perché non c'è romanzo, salvo rarissime eccezioni, che non abbia avuto la sua brava versione cinematografica, tormentato perché le due discipline hanno regole molto diverse. Il cinema ha toccato, tutti gli autori, tutti i giganti. Da Omero a Shakespeare alla Christie, da Goethe a Grass, da Flaubert a Bernanos, da Manzoni a Tomasi di Lampedusa, da Fitzgerald a King, da Tolstoj a Kipling, a Solgenicyn a Kafka a Joyce, a Joseph Roth a Garcia Marquez.

Al romanzo appartengono profondità, introspezione, verità, al cinema spettacolo e happy end. Il lieto fine ha spesso stravolto i contenuti dei romanzi. E vale una verità impietosa: non esistono libri tratti da film ma solo film tratti da libri.

Salvo trascurabili anomalie. Qualche esempio nel mare infinito: una contaminatio, filologicamente disastrosa, spettacolarmente efficace, è Troy. Sì, l'Iliade. Impossibile stilare una lista degli errori, però si possono rilevare alcuni falsi sostanziali e "impossibili", diciamo così. Per esempio la morte di Menelao, che poi, secondo Omero, sarebbe riapparso nel sequel Odissea. Ma c'è di peggio, anche Agamennone muore a Troia. Ed ecco vanificata la trilogia dell'Orestea di Eschilo. Un altro gigante devastato è Shakespeare. Troppo grande è la tentazione. Il massimo autore inglese scriveva per il cinema quattro secoli fa, tutto incredibilmente perfetto. I film ci hanno proposto Amleto in costumi da corte viennese, Riccardo III fra i nazisti, Romeo e Giulietta a Los Angeles e Titus nel palazzo dell'Eur. Chissà se il bardo avrebbe gradito.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 1 giugno 2017
Paolo D'Agostini
La Repubblica

Il film adatta il primo romanzo di Maupassant, del 1883. Si percorre l'esistenza di Jeanne, figlia unica di una famiglia aristocratica con residenza e interessi in Normandia, per metà 800 di ampie e liberali vedute nell'educazione di una figlia femmina. Tanto da incoraggiare un matrimonio dettato dal sentimento con un nobile privo di sostanze. Ma Julien si rivelerà subito pessimo dedicandosi sistematicament [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 giugno 2017
Massimo Bertarelli
Il Giornale

È perseguitata dalla malasorte e dalla foga distruttrice di Maupassant la dolce baronessina Jeanne. Nella Normandia d'inizio Ottocento va in sposa al bel visconte Julien, che la tradisce prima con la fantesca, poi con la migliore amica. Ai dolori del cuore si aggiungono, svariati anni dopo i guai finanziari: il figlio Paul, che si è trasferito a Londra, s'indebita con investimenti sbagliati.

giovedì 1 giugno 2017
Alessandra Levantesi
La Stampa

Ispirandosi al primo romanzo di Guy De Maupassant (1883), il regista Stéphane Brizé lo rivisita in un'affascinante chiave anti-narrativa. Nella Normandia del 1819 la ventenne baronessina Jeanne (la sensibile Judith Chemia) si affaccia piena di aspettative a un futuro di amore che le riserverà solo tradimenti e delusioni: prima un marito fedifrago, poi un figlio ingrato, tutta una spirale di dolore [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 giugno 2017
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Già nel primo romanzo, "Una vita", Maupassant lavora sulla sua biografia, la vita di campagna a Rouen, il padre dissoluto in fuga a Parigi, la passione per la barca. Ma è nell'intera esistenza di frustrazione amorosa della flebile Jeanne che lo scrittore sorprende il passaggio tra le illusioni romantiche e l'esordio di una borghesia manipolatrice, non solo maschile.

giovedì 1 giugno 2017
Federico Gironi
Il Messaggero

Francese, in costume, tratto dal romanzo d'esordio di Guy de Maupassant: attenzione, però, perché quello di Stéphane Bnzé non è il solito mélo sdolcinato tutto porcellane e crinoline: è anzi un film a suo modo modernissimo, e inesorabile. Attraverso una serie di quadri di vita quotidiana, racconta di una piccola aristocratica di campagna, Jeanne: un matrimonio combinato, i tradimenti del marito, la [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 giugno 2017
Eugenio Renzi
Il Manifesto

Jeanne è la figlia del barone Simon-Jacques e della baronnessa Adelaide. Ritornata dagli studi in collegio, è pronta per la vita. E infatti le viene presentato un pretendente, Julien. I due si sposano ma presto Jeanne scopre in Julien un uomo collerico, subdolo e infedele. È solo l'inizio di una catena di malori praticamente senza fine. Stéphane Brizé ha dichiarato di aver tentato a lungo di adattare [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 giugno 2017
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Semplice e complessa come solo la vita può essere, il fatto di prenderla a titolo perentorio era un rischio di indubbio coraggio. Ma è evidente che al regista francese Brizé tale qualità non manchi, capace di passare dal sobrio e sociale La legge del mercato (premio a Cannes 2015 al gigante Lindon) ad una personalissima traduzione del primo racconto di Guy de Maupassant.

NEWS
VIDEO RECENSIONE
mercoledì 7 giugno 2017
 

Normandia, 1819. Jeanne è una giovane donna che sboccia alla vita. Figlia dei baroni Le Perthuis des Vauds, si innamora e sposa Julien de Lamare, un nobile locale decaduto che si rivela presto un adultero incorreggibile.

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martedì 30 maggio 2017
 

Una vita, tratto dal primo romanzo di Guy De Maupassant e diretto da Stéphane Brizé (La legge del mercato) racconta l'esistenza di Jeanne, una giovane donna che nella Normandia del 1819 esce dal convento in cui ha studiato e abbandona i suoi sogni da [...]

TRAILER
venerdì 19 maggio 2017
 

Normandia, 1819. Jeanne è una giovane donna che sboccia alla vita. Figlia dei baroni Le Perthuis des Vauds, si innamora e sposa Julien de Lamare, un nobile locale decaduto che si rivela presto un adultero incorreggibile.

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