London Road

Film 2015 | Thriller +13 91 min.

Titolo originaleLondon Road
Anno2015
GenereThriller
ProduzioneGran Bretagna
Durata91 minuti
Regia diRufus Norris
AttoriTom Hardy, Olivia Colman, Kate Fleetwood, Alexia Khadime, Lee Nicholas Harris Janet Henfrey, Eloise Laurence, Paul Thornley, Philip Howard, Jenny Galloway, Paul Hilton, Anita Dobson, Lynne Wilmot, Alicia Woodhouse, Clare Burt, Rosalie Craig, James Doherty, Hal Fowler, Linzi Hateley, Nick Holder, Claire Moore, Michael Shaeffer, Nicola Sloane, Howard Ward, Duncan Wisbey, Rosie Hilal, Amy Griffiths, Gillian Bevan, Anna Hale, Meg Hateley, Angela Bain, Sean Kingsley, Jayne McKenna, Richard Frame, Alecky Blythe, Mark Lockyer, Barry McCarthy, Abigail Rose, Maggie Service, Dean Nolan, Ruby Holder, Calvin Demba, Helena Lymbery, Mark Sheals, Morgan Walters, Jonathan Glew, Jason Barnett (II), Andrew Frame, Rae Baker, Luke Fetherston, Nathan Amzi, Marc Antolin, Debra Baker, James Ballanger, Carol Been, Anita Booth, Daniella Bowen, Jennifer Brenner, Ameer Choudrie, Eleanor Clark, Jack Edwards, Kate Hefferman, Sarah Heywood, Graham Hoadly, Melanie La Barrie, Michelle Wen Lee, Jackie Marks, Amanda Minihan, Perry Moore (III), Guy Normas, Nathan Rigg, Steven Rostance, Ellis Rose Rother, Ira Mandela Siobhan, Rebecca Sutherland, Cydney Uffindell-Phillips, Adam Vaughan.
TagDa vedere 2015
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Rufus Norris. Un film Da vedere 2015 con Tom Hardy, Olivia Colman, Kate Fleetwood, Alexia Khadime, Lee Nicholas Harris. Cast completo Titolo originale: London Road. Genere Thriller - Gran Bretagna, 2015, durata 91 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 24 novembre 2015

Nel 2006, nella tranquilla cittadina rurale di Ipswich vengono trovati i corpi senza vita di cinque donne. La comunità si interroga.

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Critica
Premi
Cinema
Musical-mystery-thriller che nel suo svolgersi distaccato e incolore smaschera una società mostruosa.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 24 novembre 2015
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 24 novembre 2015

Città anonima della contea di Suffolk in Inghilterra, Ipswich balza al 'disonore' della cronaca per una serie efferata di delitti che nel 2006 sconvolgono la vita ordinaria dei suoi abitanti. Residente in London Road, l'omicida seriale uccide solo donne e tutte prostitute. Ritrovati i corpi delle vittime spogliati e martoriati, la polizia risale all'identità del serial killer, consegnato molto presto alla giustizia. Negli anni che trascorrono tra accuse, deposizioni, dichiarazioni di innocenza e prelievi di DNA, la stampa locale si getta a capofitto sul caso e chiama il vicinato a 'testimoniare' sui fatti e sull'eccentrico coabitante, arrestato nel 2006 e condannato all'ergastolo nel 2008. Nei due anni che separano dal verdetto, i vicini di Steve Wright si riuniscono in assemblea per trasformare positivamente la notorietà infausta del loro quartiere. Tra una partita di bridge, una tazza di tè e la cura del proprio giardino, le comparse di questo cast mediatico si getteranno alle spalle vittime e carnefice. A osservarli rientrare nei salotti e alla normalità è una delle amiche delle donne assassinate. Muta e triste è la sola a non dimenticare, a non dimenticarle.
Non sono nuovi gli inglesi ai serial killer e alla trasposizione dei loro delitti in letteratura o in musica. Compulsiva nella realtà e nella finzione, la loro natura ha ispirato pagine e film che ne sono il naturale adattamento. Jack lo squartatore, Sweeney Todd, Frederick West, sono alcuni dei pluriomicidi prodotti dalla Gran Bretagna e divulgati con solerzia dalla cronaca nera. Ma questa volta non sono le modalità esecutive o il profilo dell'assassino, schematicamente sciorinato dal tassista di Tom Hardy, a interessare Rufus Norris, quanto lo smascheramento di una società, nello specifico un vicinato, che porta sempre con sé, e nell'osservazione di fatti tragici che l'hanno lasciata illesa, una quota maligna di godimento.
Musical-mystery-thriller, come lo definiscono gli inglesi, London Road è basato sul musical omonimo prodotto dal National Theatre di cui Rufus Norris è direttore artistico. Alla maniera di Sweeney Todd, London Road è agito da un omicida seriale, diversamente dal dramma teatrale di George Dibdin-Pitt, il film di Norris disloca l'attenzione (fin dal titolo) dal 'protagonista' al luogo in cui consuma i crimini.
Ma la vera sorpresa è il libretto, minuziosa trascrizione delle interviste e delle testimonianze dei residenti nella strada del titolo, raccolte dalla stampa e messe in musica dall'arte. Lo scopriamo sconcertati sui titoli di coda che scorrono, sui nomi e le note tecniche, l'audio originale. Parole, sospiri, respiri, esitazioni, rumori, schiarimenti di voce, tutto alimenta la scrittura che trascende la compilazione cronachistica. Materia viva esposta ma sublimata dal dialogo artistico, il testo intonato, qualche volta recitato, qualche altra farfugliato dai protagonisti, trasfigura il magma lavico dell'esperienza reale attraverso l'imbuto del linguaggio. Perché un'opera d'arte esige la mediazione calcolata del linguaggio, l'esistenza di una forma, un'attività di sublimazione che sia in grado di trasformare la dimensione informe del vissuto nel miracolo di un'opera. Il linguaggio, ancora, eleva il materiale grezzo in una nuova organizzazione testuale che in London Road non ha però una funzione classicamente catartica. L'imitazione poetica, di cui la tragedia è la forma più potente, non assume nel dark musical di Norris un valore di chiarificazione e di illuminazione, a cui segue ogni volta il rasserenamento liberatorio e il ritorno all'equilibrio.
London Road nel suo svolgersi distaccato e incolore emerge una realtà sociale più mostruosa del mostro che ha prodotto. La mancanza di empatia degli abitanti di London Road nei confronti delle vittime, dichiarata frontalmente o celata con aplomb, sostituisce il processo di liberazione emotiva con la presa di coscienza di un'umanità bestiale che consuma in salotto, sui divani e dietro il perbenismo, un esorcismo collettivo. L'esorcismo della morte che esige delle vittime sacrificali. 'Tanto meglio' se incarnate da prostitute che frequentano la tua strada e la privano del decoro che si addice a un quartiere borghese. Impietoso il regista batte e ribatte sulle parole e usa la metrica, la struttura ritmica del componimento, per scandire fino al disgusto la morbosità della gente. Effetto collaterale della criminologia mediatica, il presenzialismo e la partecipazione della folla al criminality show sono espressioni ossessive che appartengono all'uomo. Uomini 'curiosi' che hanno bisogno di convincersi di non essere mai capaci di commettere un gesto così infame. Norris ricostruisce il 'caso di Ipswich' e ripercorre le tappe del processo, muovendosi tra e press, alla ricerca di una nuova riservatezza, di una comprensione e 'compassione' delle passioni umane. Attratti e affascinati dal delitto e dal desiderio di 'essere visibili' ad ogni costo, i protagonisti di London Road 'recitano' sulla scena del crimine con la stessa determinazione patologica del 'mostro' a cui contendono la celebrità. Mostro che Norris non scopre mai, frustrando sottilmente il vorace voyeurismo dello spettatore.

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