La Vendetta di Viktor

Dopo aver scontato sette anni di prigione in Francia per una rapina finita male, Viktor Lambert ritorna a Mosca, determinato a scoprire i colpevoli del brutale omicidio di suo figlio Jeremy, avvenuto tre mesi prima. Fa la conoscenza della sua ex fidanzata, Katerina, una giovane fotografa che il giorno prima dell'omicidio aveva scoperto che il ragazzo si era messo in seri guai con un commerciante di diamanti. Deciso a proseguire nel proprio disegno di vendetta, Viktor è aiutato da Alexandra, un tempo amante e amica e dal fidato partner Souliman, divenuto intanto un famoso coreografo di un corpo di ballo.

La vendetta è un tema molto frequentato. Si potrebbe dire, infatti, che costituisca uno dei topoi della settima arte. Quanti film di azione hanno come nucleo narrativo i momenti preparativi che precedono lo scontro finale, nel quale il o la protagonista raggiungono il proprio scopo? Kill Bill è esemplare in tal senso.

Difficile quindi per ogni nuovo film che tratti l'argomento, non cadere nel già visto. La vendetta di Viktor è la quarta regia di Philippe Martinez, che sul finire degli anni Novanta si dirige negli Stati Uniti, lasciando una carriera teatrale piuttosto importante per intraprendere quella produttiva in ambito cinematografico, dove farà il suo debutto registico con Citizen Verdict.

Mosca ripresa nella maestosità e bellezza della Piazza Rossa, del Cremlino, delle chiese ortodosse dalle cupole dorate, nei viali lungo i quali scorrono veloci automobili lussuose, è a tutti gli effetti co-protagonista della vicenda. Una città misteriosa, complessa, inaccessibile nei suoi interni dove le regole non hanno alcun valore. Un thriller che potrebbe avere tutti gli ingredienti giusti, a partire dalla colonna sonora, ma che man mano che procede nella narrazione, non sembra riuscire a trovare il giusto ritmo. Una regia che stenta a decollare e ad imprimere quell'accelerazione che si conviene ad un film d'azione, con dialoghi non sempre riusciti.

Nondimeno la scelta di Gerard Depardieu, straordinario talento pluripremiato, nei panni di Viktor, riesce a nobilitare e a dare spessore al personaggio. Da segnalare Elisabeth Hurley nei panni di Alexandra e l'attore israeliano Eli Danker nel ruolo del coreografo. Non priva di una certa efficacia, la scelta di aprire e chiudere il film con una sequenza di danza. 