Bye Bye Vietnam

Numerosi appartenenti ad un plotone di stanza in Vietnam stanno per fare ritorno in patria ma l'elicottero che avrebbe dovuto trasportarli precipita nella giungla. La partenza viene rinviata perché si deve andare a vedere se ci sono superstiti. Tra i commilitoni ci sono numerosi contrasti sia di tipo caratteriale che razziale ma ora sono costretti a tornare ad agire insieme.
Ancora un film sotto mentite spoglie. Camillo Teti diventa Mark Davis mentre lo sceneggiatore Dardano Sacchetti si trasforma in David Parker jr.. Nel cast troviamo il sempre interessante Antonio Sabàto (alla sua penultima prova cinematografica) capace di attribuire un carattere ai propri personaggi anche se costretto nei limiti del B-movie. Va notato che in questo caso gli viene attribuita una patente di italo americanità considerato che è nato a Montelepre di Sicilia.
Per il resto il film soffre delle evidenti restrizioni di budget ed ha una sorta di doppia anima. I dialoghi che intervallano l'azione sono, oltre che politically uncorrect (ma l'epoca delle attenzioni non era ancora arrivata), spesso retorici e suonano come artefatti.
Le scene di azione conservano invece una tensione che riesce ad offrire l'idea dello stress psicologico causato da una continua sensazione di pericolo imminente del quale non si riesce a localizzare la provenienza. Nulla a che vedere, ovviamente, con i masterpieces del filone ma si ha la sensazione che Teti li conosca così come è consapevole dei propri limiti e che sappia come muoversi al loro interno. 