Let's Go

Film 2014 | Drammatico, +13 55 min.

Regia di Antonietta De Lillo. Un film Da vedere 2014 con Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo Arvanno, Brahim Ati Baha, Miriam Ati Baha. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2014, durata 55 minuti. Uscita cinema lunedì 11 maggio 2015 distribuito da Mariposa Cinematografica. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,09 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 9 novembre 2017

Luca Musella, fotografo, operatore, scrittore, ripercorre la sua vita attraverso una lettera intimissima e un viaggio ideale attraverso l'Italia.

Consigliato sì!
3,09/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,67
CONSIGLIATO SÌ
Il ritratto di un essere umano allo sbando in un'opera di documentazione su questa Italia contemporanea.
Recensione di Paola Casella
Recensione di Paola Casella

Luca Musella è stato un fotografo di un certo successo, più o meno ai tempi della Milano da bere: le sue istantanee hanno illustrato le copertine de L'Espresso, di Sette, anche di alcune riviste straniere. Ha messo su famiglia, ha investito in un paio di attività a metà fra l'intellettuale e il commerciale, e poi è arrivata la crisi, che si è portata via il lavoro, il negozio, la famiglia, la casa. Oggi Luca vaga per le strade di Milano campando di lavoretti occasionali e frequentando i "sottoproletari" come (è diventato) lui.
Antonietta De Lillo, con la collaborazione di Giovanni Piperno e dello stesso Musella alla fotografia, racconta l'odissea minima di un uomo che, nel 2013 e a oltre quarant'anni, si ritrova a mani vuote. Ma poiché Luca ha un passato da "uomo del Mulino Bianco", un'istruzione e un'educazione al bello, il suo racconto è colto e raffinato (tant'è vero che è diventato pagina scritta, prima che monologo cinematografico), e nel sottoscala dove vive il fotografo disoccupato ha un Mac gigante che gli serve per gestire il poco lavoro che trova (ancora attinente alle sue qualifiche) e addosso, ogni tanto, porta una Lacoste.
Per la prima volta sullo schermo si racconta la storia di un lavoratore del settore dell'editoria, uno dei primi ad andare in rovina sia per la poca considerazione che il settore riveste in Italia sia per l'avidità di chi ha capito che quello era un limone da spremere, poiché chi fa un lavoro intellettuale o artistico si sente un privilegiato e accetta condizioni che altri rifiuterebbero. De Lillo racconta la facilità (e velocità) con cui nel presente italiano si "scivola via" e ci si ritrova al largo, con "la riva che si allontana". Soprattutto, ci si ritrova soli, se si cerca di tenersi agganciati alla "vecchia vita" e non si riesce per cultura - anche qui un handicap invece che un vantaggio - a ritarare la propria vita sulle nuove (im)possibilità.
Luca è animato da "ottuso ottimismo", e questo gli fa sperare in un'uscita futura dal tunnel e lo salva dalla depressione, ma è anche abbastanza realista da capire che rivedrà raramente i suoi figli e che la sua nuova famiglia è quella che ha incontrato per strada: soprattutto immigrati, giacché lui stesso è diventato un "clandestino" nel proprio Paese. De Lillo compie il piccolo miracolo di rompere il silenzio su una situazione che riguarda ormai moltissimi, e di cui ci si vergogna, a maggior ragione se si è conosciuto un mondo diverso in cui l'etica del "vincente" era strettamente legata alla produttività e allo status sociale. Dal punto di vista cinematografico, il racconto è nitido e incisivo, senza abbellimenti estetici o sentimentalismi ricattatori, soprattutto senza falsi moralismi: una narrazione pulita, corretta, persino elegante nel dipingere la parabola di una vita, e di un cuore, irrimediabilmente spezzati. De Lillo fa "a fette" la testimonianza di Musella stringendolo in mezzo a due "neri", verticali e orizzontali, aumentando la claustrofobia che percepiamo mentre Luca racconta.
Ma la regista è anche abbastanza sottile da ricollegare il destino individuale dell'ex fotografo al destino collettivo di una città, e poi di una nazione, che è entrata nella crisi fino al collo senza quasi accorgersene, negandola fino all'ultimo, affondando sempre più nelle sue sabbie mobili perché si agitava inconsultamente (e "improduttivamente"). Nella Milano dell'Expo 2015 i senzatetto si trascinano per le strade del centro, il precariato è la regola, la piccola criminalità visibile. Tutto quello che Luca vorrebbe, oggi, è "un lavoro dignitoso e una composta sopravvivenza", perché sa, finalmente, che il sogno della stabilità, del benessere e della sicurezza economica è destinato a restare tale. Quel che trova, invece, è un mercato nero di cui si rende complice, e "un intero segmento produttivo scomparso" e dedito allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Let's Go è il ritratto di un essere umano allo sbando, come lo sono in troppi, oggi, in Italia. Un "neopovero" che insieme alla sua condizione sociale ha perso (quasi) tutto. E che però, dopo aver preso atto e coscienza della sua situazione (giacché "le nuove realtà hanno problemi ad essere metabolizzate") ha trovato una quotidianità fatta di incontri e di dettagli, invece che di privilegi e sicurezze "borghesi".
Nella sua opera di documentazione, indispensabile per raccontare ai posteri questo nostro tempo scellerato, De Lillo si è circondata di professionisti di prim'ordine: da Roberto De Francesco come voce narrante fuori campo al già citato Giovanni Piperno, da Giogiò Franchini al montaggio a Daniele Sepe alle musiche. Perché la modernità va raccontata con rigore formale e maestria, anche quando parla di saltimbanchi contemporanei (e la "sigla finale", cantata da quel bardo della Milano ai margini che è stato Enzo Jannacci, è un vero tocco di classe).

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Paolo D'Agostini
La Repubblica

Let's go nel senso di auto esortazione ad andare avanti nonostante tutto. La regista napoletana Antonietta De Lillo firma il nuovo capitolo di un percorso originale che include l'ambiziosa impresa di Il resto di niente , ritratto della rivoluzionaria Eleonora Fonseca Pimentel, e la sperimentazione low budget del "film partecipato" - Il pranzo di Natale, Oggi insieme domani anche - ovvero la contaminazione [...] Vai alla recensione »

Maurizio Acerbi
Il Giornale

E' la storia del fotoreporter Luca Musella che racconta il suo stato di «neopovero», portavoce di una condizione, in tempo di crisi, che sta strangolando tanti, troppi. Nonostante il suo essere «esodato professionalmente ed emotivamente», Musella continua a sentirsi «ottusamente ottimista pur in una società impantanata che non ha forza di reagire». Un testo-lettera che mostra la discesa dal mondo borghese [...] Vai alla recensione »

NEWS
VIDEO
martedì 14 aprile 2015
 

La brava regista napoletana Antonietta De Lillo torna al cinema con un documentario. Dopo il toccante ritratto di Alda Merini (La pazza della porta accanto, 2013), il suo sguardo si posa su un uomo comune, Luca Musella, un tempo fotografo di successo, [...]

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