Cerro Torre - È la natura a dettare le regole

Film 2013 | Documentario, 101 min.

Titolo originaleCerro Torre: A Snowball's Chance in Hell
Anno2013
GenereDocumentario,
ProduzioneAustria, Gran Bretagna, USA
Durata101 minuti
Regia diThomas Dirnhofer
AttoriJeff Burrell, David Lama (II), Peter Ortner, Jim Bridwell, Toni Ponholzer Markus Pucher, Thomas Dirnhofer, Lincoln Else, Martin Boysen, Stefan Glowacz.
Uscitalunedì 19 maggio 2014
DistribuzioneThe Space Movies
MYmonetro 2,95 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Thomas Dirnhofer. Un film con Jeff Burrell, David Lama (II), Peter Ortner, Jim Bridwell, Toni Ponholzer. Cast completo Titolo originale: Cerro Torre: A Snowball's Chance in Hell. Genere Documentario, - Austria, Gran Bretagna, USA, 2013, durata 101 minuti. Uscita cinema lunedì 19 maggio 2014 distribuito da The Space Movies. - MYmonetro 2,95 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 17 maggio 2014

Un'incredibile scalata fisica e personale di due amici.

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Consigliato sì!
2,95/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,89
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Un curioso oggetto filmico che sfrutta al massimo le capacità della tecnologia contemporanea per raccontare un'impresa folle.
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 17 maggio 2014
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 17 maggio 2014

Cronaca di un'impresa impossibile. Nel 2012 il poco più che ventenne David Lama, austriaco di origini nepalesi, si cimenta con una delle vette più pericolose dell'alpinismo mondiale: Cerro Torre, nelle Ande della Patagonia, tra Argentina e Cile, scalata per la prima volta dall'alpinista e partigiano italiano Cesare Maestri nel 1958, tra mille polemiche. Ma Lama non si limita a ripetere quanto fatto da Maestri, vuole raggiungere la vetta in arrampicata libera.
Un'impresa folle, scriteriata, spettacolare e insieme un esempio prodigioso di product placement che diviene protagonista del film, la scalata in free climbing da parte di David Lama è un curioso oggetto filmico che sfrutta al massimo le capacità della tecnologia contemporanea. E soprattutto il nuovo ruolo delle sale cinematografiche, che tornano a essere luoghi deputati all'esibizione del meraviglioso, aiutate dalla magnificenza del digitale. Lama esibisce già dalle prime inquadrature un berretto targato Red Bull, in favore della macchina da presa, e raramente lo abbandonerà durante imprese che mescolano la grezza fascinazione dello spirito avventuroso con la sgradevole sensazione di un'operazione calcolata al millesimo, in cui elicotteri e assistenti aiutano a immortalare ogni passo e ad allontanare il timore di un effettivo pericolo incombente. Se l'intento, più o meno consapevole, dell'impresa di Lama è quello di sminuire o cancellare l'arrampicata storica di Cesare Maestri, ammantata di mistero - i sospetti di truffa, la morte di Toni Egger - e ridimensionata dal ricorso a innumerevoli chiodi piantati sulla parete di Cerro Torre, il risultato è infine di renderla ancora più affascinante, proprio perché meno visibile e più autenticamente selvaggia. Più le inquadrature di paesaggi e prospettive sensazionali permettono di valutare quanto sia impossibile anche solo pensare di scalare Cerro Torre, più cresce la sensazione dell'impresa sovrannaturale compiuta da Maestri (e quanto sarebbe stato interessante giocare sulle attività anti-austriache del partigiano in epoca pre-bellica e la nazionalità dell'austro-nepalese Lama). Almeno fino a che, dopo una prolissa e autoindulgente introduzione, costellata di primi approcci alla vetta, fallimenti e sfortune meteorologiche, Lama arriva finalmente alla sfida a mani nude con Cerro Torre. È qui, nelle ultime battute del film, che risiedono punto di forza e motivo di interesse di Cerro Torre. È la natura a dettare le regole, è qui che Lama può finalmente mettere a tacere le malelingue scatenatesi nel mondo dell'alpinismo, a cui fa riferimento un irriverente montaggio stile-South Park, unico stacco del regista rispetto alla cronistoria delle arrampicate del nostro.
101 minuti di film restano decisamente troppi, narrativamente parlando, ma è innegabile che molte delle immagini immortalate in Cerro Torre costituiscano altrettante visioni imprescindibili per gli amanti della natura e delle vertigini da altitudine. Cercare altro nel lavoro di Thomas Dirnhofer sarebbe probabilmente fuori luogo, benché resti apprezzabile la scelta di non concentrare unicamente su Lama il focus della narrazione, delineando personaggi di contorno spesso gustosi, a partire dal mito dell'alpinismo americano Jim Bridwell, anche lui arrivato in cima a Cerro Torre: un inquietante mix di filosofia hippie e insana follia, quasi degno di Charles Manson, che finisce per rappresentare una sorta di coro, di contrappunto mistico e negativo rispetto ai tentativi di Lama. E per rendere più simpatico e umano il giovane prodigio dell'alpinismo austriaco, a tutto vantaggio dell'opera (e della Red Bull).

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