Annie Parker

Film 2013 | Drammatico, 91 min.

Regia di Steven Bernstein. Un film con Helen Hunt, Samantha Morton, Aaron Paul, Alice Eve, Rashida Jones, Marley Shelton. Cast completo Titolo originale: Decoding Annie Parker. Genere Drammatico, - USA, 2013, durata 91 minuti. Uscita cinema giovedì 30 ottobre 2014 distribuito da Koch Media. - MYmonetro 2,83 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 31 ottobre 2014

Al Box Office Usa Annie Parker ha incassato 14,7 mila dollari .

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Consigliato sì!
2,83/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,50
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un film che sfonda il muro dell'indifferenza e racconta con pathos e humor una lotta contro il tempo e contro il senso di impotenza.
Recensione di Paola Casella
giovedì 16 ottobre 2014
Recensione di Paola Casella
giovedì 16 ottobre 2014

Canada, Anni Sessanta. Annie Parker è ancora una bambina quando, insieme alla sorella, vede morire la madre per un tumore al seno. Ed è solo ventenne quando anche la sorella maggiore soccombe a causa dello stesso male. Da quel momento Annie diventa ossessionata dall'idea che la stessa sorte possa toccare anche a lei, e le sue paure sembrano avverarsi quando, a 29 anni, scopre con l'autopalpazione un nodulo al seno sinistro. Da quel momento per la giovane donna inizia una doppia battaglia: quella contro il tumore, e quella contro l'establishment medico scientifico che nega la possibile esistenza di un fattore ereditario nell'avvicendarsi di certi tipi di cancro. Annie invece "sente" che la trasmissione, nel suo caso, è stata genetica, e non si arrende alla versione dei medici secondo cui lei è solo vittima di una casuale fatalità. In parallelo, la dottoressa Mary-Claire King si dedicata anima e corpo alla ricerca di un legame genetico per alcuni tipo di tumore al seno, imbarcandosi in questa impresa titanica in un'epoca in cui l'informatizzazione era agli albori e i fondi per la ricerca genetica erano assai limitati.
Annie Parker è la storia di due donne che "non mollano". Mai. In questo risiede la sua forza, perché le due protagoniste "trascinano" la narrazione con determinazione ostinata e invincibile. Per fortuna, il film è anche ricco di quell'ironia che riesce a rendere sopportabili anche le situazioni più drammatiche, come ben sa chiunque abbia affrontato una malattia grave, o anche solo l'ottusità di certe istituzioni.
La struttura è quella del documfilm, la produzione è indipendente, così come il look, essendo il regista Steven Bernstein un ex direttore della fotografia che ha lavorato a lungo, fra gli altri, per Noah Baumbach. L'andamento narrativo è irregolare, complici anche numerosi tagli di montaggio che creano discontinuità: l'obiettivo infatti è quello di raccontare una progressione che avviene in tempi "sballati" - la lentezza esasperante del progresso scientifico, ma anche delle cure chemioterapiche, e la velocità aggressiva della malattia, e della riproduzione cellulare fuori controllo.
A reggere il timone di questa navigazione accidentata è la performance di Samantha Morton, strepitosa nel calarsi nei panni di una "predestinata" con un'autoironia e una leggerezza che contrastano la grevità (oltre che gravità) delle circostanze. Morton non sbaglia una sfumatura, in un contesto filmico che di sfumature ne ha ben poche, sia per la natura di ciò che racconta, che per la messinscena parecchio artigianale (criminale l'utilizzo delle peggiori parrucche viste al cinema, in un film che parla della necessità, per i pazienti in chemioterapia, di indossare una).
Helen Hunt è invece relegata al ruolo bidimensionale della scienziata ossessionata dalla sua ricerca e irrigidita dalla sua determinazione professionale. Del resto, questa è la storia di Annie (il film è basato sul resoconto che ne ha scritto uno dei suoi medici), non di Mary-Claire, e la totale mancanza di vanità di Samantha Morton nel raccontarcela ce la fa sentire sorella. Meno riusciti, come era prevedibile in un storia tutta virata al femminile, i personaggi maschili, a cominciare dal marito di Annie che ha il volto di Aaron Paul, ben noto al pubblico televisivo (pay) come lo spacciatore coprotagonista della serie Breaking Bad.
Al di là delle sue tante pecche cinematografiche, Annie Parker "sfonda" il muro dell'indifferenza e racconta con pathos e humor una lotta contro il tempo e contro il senso di impotenza che ognuno di noi, sano o malato, prova almeno una volta nella vita. E la vicenda di queste due guerriere resta impressa nello sguardo e nella coscienza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 13 aprile 2018
Ennio

Forse l'unico modo per affrontare cinematograficamente il dramma del cancro è farlo a ritmo di commedia, di autoironia e avvalendosi di un'ottima attrice, più brillante che drammatica, come Samantha Morton. Non sembri irriverente l'accostamento tra un genere recitativo leggero e la malattia che più di tutte suscita sacro timore e silenzioso rigetto in tutti noi. Quando [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 giugno 2017
enzo70

  Annie vive con il terrore del tumore al seno, malattia che le ha portato via la madre quando era ancora bambina. E purtroppo l’incubo si avvera quando a 29 anni a seguito di una autopalpazione scopre un nodulo che affronterà con forza e determinazione: e non lotterà solo contro il cancro, ma anche contro la comunità scientifica che nega una relazione ereditaria [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Francesco Alò
Il Messaggero

Cosa eleva Annie Parker al di sopra del drammone a base di malattia? Samantha Morton. La sublime britannica lanciata da Woody Allen con Accordi e disaccordi, e rapata da Spielberg in Minority Report, torna calva nel ruolo di una combattiva americana in lotta con il cancro dal 1972 al 1981. Mentre lei si sottopone a chemio sfiancanti senza perdere la voglia di sorridere e amare (il marito sarà meno [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Dopo aver perduto madre e sorella a causa del cancro Annie, giovane donna di Toronto, è perseguitata dalla paura di condividerne il destino. Innamoratasi di un musicista, Annie scopre di essere malata. I medici escludono che la malattia sia ereditaria; non così la genetista Mary-Claire King che, a Berkeley, sfida lo scetticismo dei colleghi cercando il legame tra cancro al seno e Dna.

Maurizio Acerbi
Il Giornale

Da una storia vera. Annie ha perso mamma, nonna e sorella per un tumore al seno. Anche lei viene colpita da questa malattia; i medici, però, ritengono che non ci siano fattori ereditari, ma solo «sfortuna». Lei inizierà una battaglia per scoprire che così non è anche grazie alle ricerche del legame genetico fatte dal medico Mary-Claire King. Poco importa che il film abbia diverse pecche.

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