Anno | 2013 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Germano Maccioni |
Attori | Giovanni Lindo Ferretti . |
Uscita | venerdì 10 maggio 2013 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 novembre 2013
Un documentario che ripercorre l'arco esistenziale di Giovanni Lindo Ferretti, attraversando il successo, la malattia e lo sgretolarsi di un'ideologia.
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CONSIGLIATO SÌ
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Film-dialogo con Giovanni Lindo Ferretti, cantautore e scrittore, anima delle band di culto CCCP Fedeli alla linea, C.S.I. e PGR. Alla boa dei sessant'anni, il controverso artista emiliano si concede alla discreta macchina da presa di Germano Maccioni, consegnando il quadro intimo-personale quanto artistico del proprio cammino: dall'infanzia alla vocazione musicale, dall'ideologia politica alla ritrovata fede nella religione cattolica durante la maturità.
La forma colloquiale di Fedele alla linea, ritratto che ha il pregio di non trasformarsi mai in un santino, è la forza di un documentario totalmente affidato al ritmo ipnotico e alle parole di un narratore di prima classe. A colpire più della mano registica o del montaggio - peraltro inventivo: si pensi al contrasto creato dall'accostamento della musica con immagini da La madre e Tempeste sull'Asia di Pudovkin - è la particolarità di una esposizione quieta e serena, la frontalità, reale e metaforica, di un discorso tenuto lontano da qualsiasi intenzione predicatoria. L'attaccamento alle montagne d'origine, Cerreto Alpi nell'Appennino reggiano, l'amore per i costumi del luogo, il percorso musicale o il racconto delle malattie avute e sconfitte riempono lo schermo, plasmando l'intero spazio filmico. In due parole, l'itinerario di Ferretti, probabilmente un unicum nel panorama della musica italiana, mette nero su bianco il desiderio di un ritorno a casa, di un vero e proprio "nostos" che ha come porti finali il focolare e la fede: «Senza famiglia e chiesa non si vive». Oltre alle stanze dell'abitazione del musicista, set di gran parte dell'intervista, ha fondamentale rilevanza la stalla in cui alleva gli amati cavalli, legame tangibile con la storia e la terra, poi ritratti durante le esibizioni di "Saga. Il canto dei Canti", ambizioso progetto di opera equestre ideato per riportare alla luce il passato di un orizzonte social-culturale rimosso. Distante dal concetto di film biografico, procede infatti per sprazzi, suggestioni e temi portanti senza una certa linea cronologica (purtroppo è del tutto assente la fase PGR), la cronaca montana di Maccioni restituisce il ritratto di un mondo che è sul punto di morire, di un luogo lontano da una modernità che non fa rima con progresso: «Prima erano poveri e liberi, adesso sono poveri e schiavi» conclude Ferretti, riferendosi agli abitanti del borgo che hanno deciso di trasferirsi in città per l'illusione di un'emancipazione. A quanto girato dal regista si amalgamano con armonia immagini dei CCCP Fedeli alla linea nella Berlino degli anni Ottanta, scatti dei primi concerti concessi da Umberto Negri, contributi inediti filmati da Benedetto Valdesalici, ex-psichiatra che negli anni Ottanta seguiva la band, e alcuni estratti da Tempi moderni di Luca Gasparini e 45° parallelo di Davide Ferrario. Ad ogni modo, non si tratta di un lavoro destinato ai soli fan.
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Partiamo da una premessa: questo non è un film, è un documentario, un'intervista con alcuni spunti cinematografici e alcune immagini del passato del protagonista. E in questo non c'è nulla di male. Solo per dire che il mio giudizio non si soffermerà sui pregi cinematografici della pellicola, ammesso che ci siano, perchè mi interessano relativamente nel momento [...] Vai alla recensione »
E invece è fatto bene anche dal punto di vista cinematografico. E' raffinato e non dozzinale e mi ricorda immagini di Ghirri.
Molto più di un film, molto più di un documentario. Poteva essere scontato raccontare il percorso di vita di Giovanni Lindo Ferretti, fin troppo facile trovarsi davanti ad un mostro sacro della cultura italiana ed intervistarlo a ruota libera ma Germano Mosconi ne fa un'opera di stile. I silenzi si accompagnano ai ritmi sincopati dei tempi che furono, la voce narrante di Giovanni, [...] Vai alla recensione »
Se nello spettacolo equestre di cui nel film di Germano Maccioni “ Fedele alla Linea” si indugia nella presentazione dei protagonisti ma niente si sa: non è un assaggio ma una promessa che si può immaginare di stupore e magia, si dice che c’è il Signore delle Parole ( Giovanni Lindo Ferretti) e il Signore dei Cavalli… allora i cavalli sono come [...] Vai alla recensione »
Nonostante non sia un fan accanito di G.L.Ferretti e della sua musica ho trovato il film ottimo. Il racconto di una vita non comune (tutt'ora in evoluzione), la capacità artistica di un cantautore/poeta/attore e la personalità del protagonista sono magistralmente raccontate dal regista.