Anno | 2009 |
Genere | Commedia |
Produzione | Svezia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Teresa Fabik |
Attori | Zandra Andersson, Moa Silén, Anastasios Soulis, Maria Lundqvist, Thomas Hedengran Grete Havnesköld. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 20 ottobre 2009
In una piccola cittadina, in un luogo non precisato della lunga e stretta Svezia, vive Maja. Diciotto anni. Capelli lunghi. Occhi chiari. Da sempre sogna di diventare un'attrice e di essere ammirata da tutti per la sua bellezza.
CONSIGLIATO NÌ
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Maja ha diciotto anni e un sogno, diventare attrice. A impedirlo una provincia troppo stretta, un corpo extra-large e il pregiudizio di chi ha l'immagine "adeguata". Invisa ai compagni per la sua personalità ingombrante, Maja partecipa ostinata al laboratorio teatrale, sognando di interpretare un giorno il ruolo della vita. A lei affidano puntualmente parti minori e grottesche. A notarla, durante una cerimonia, è una regista di matrimoni frustrata che desidera girare un documentario per la televisione. Maja diventerà soggetto e oggetto della sua ambizione e delle sue riprese. Davanti e dietro la videocamera, le due ragazze raggiungeranno insieme il centro della scena e della vita. Al suo secondo lungometraggio, la regista svedese Teresa Fabik affronta il tema dell'adolescenza complessata, mettendo al centro del suo film una ragazza lontana dall'ideale estetico di perfezione e per questo prossima al cuore degli spettatori più sensibili. Prinsessa, dietro alla semplicità formale e alla trama lineare, quanto scontata nel suo svolgimento, nasconde un ragionamento profondo e necessario. Coi toni leggeri della commedia, la Fabik attacca le devianze artificiali che avviliscono la vera natura di un individuo, mortificandolo e costringendolo a mettere limiti al suo illimitato essere. Maja è poco amata dal prossimo per il suo corpo abbondante e per la sua determinazione a diventare attrice ad ogni costo e con ogni peso. Lei però non se la prende mai e gioca con leggerezza e serietà le sue carte. È la non corrispondenza di Maja ai canoni accreditati e socialmente accettati, in famiglia, a scuola, a teatro, a rivelare la sua anima segreta, facendo trionfare il suo talento e la sua "beautiful thing" sullo squallore e la mediocrità dell'ambiente. Con un occhio all'immaginario hollywoodiano ed uno ad un contesto fisicamente caratterizzato come la provincia svedese, la regista firma una favola "impegnata" che invita a non cedere alla miseria del quotidiano. Prinsessa, combinando realismo e romanticismo, mette in scena la difficile affermazione di un'adolescente e legittima il valore dei sogni, di un sogno.