Tentacoli di paura

Dan Leland è un ittiologo che viene inviato in uno sperduto villaggio di pescatori sulle rive di un lago canadese in cui si è manifestata una perdurante diminuzione del pescato. I nativi, discendenti degli antichi abitanti della zona, vengono accusati dagli altri pescatori di essere i responsabili della penuria di pesce ma c'è chi parla di un 'mostro' che vivrebbe nel lago. Leland non viene accolto positivamente dalla comunità. Solo Katrina Thomas, la locale ufficiale pubblico di sangue misto, è disposta ad aiutarlo. Lei, da bambina, ha visto il padre sbalzato via dall'imbarcazione su cui si trovavano da degli enormi tentacoli.
È difficile definire 'horror' un film come questo. Perché di horror non ha praticamente nulla tranne un prologo in cui due giovani amoreggianti si ritrovano davanti il calamaro gigante e un finale con un po' di azione. Per il resto torna alla mente Ed Wood dedicato al peggior regista del mondo da Tim Burton. Chi ha visto quel film ricorda la scena in cui Ed ruba nottetempo un'enorme piovra finta in uno studio cinematografico e si fa riprendere mentre agita i tentacoli fingendo di esserne preda. Chi ha visto il film originale ricorda altrettanto bene come la finzione sia palese. Qui la penuria di mezzi spinge ad economizzare le comparse del mostro e a puntare tutto su un'attesa (con le tensioni razziali e il nascere di una simpatia tra lo studioso e la fanciulla) che non verrà poi soddisfatta. Il Dawson di ormai cresciuto ma ancora piacente se la cava come può cercando di convincerci e convincersi che il calamarone esiste davvero. 