L'alba del D-Day

1944 Dwight Eisenhower chiede a Winston Churchill di essere nominato comandante unico delle forze alleate. Churchill accetta ma è consapevole che personalità come Montgomery e Patton non accoglieranno di buon grado la decisione. Così accade ma Eisenhower tiene duro e inizia a programmare quello che poi diventerà lo sbarco in Normandia. Il film segue le varie fasi dell'elaborazione della strategia tra conflitti tra generali e sforzo comune.
Ci sono film che andrebbero visti anche e solo per il semplice scopo di abbattere stereotipi consolidati. L'alba del D-Day appartiene alla categoria grazie a un'interpretazione davvero di qualità di quel Tom Selleck che si è ormai abituati a confinre dietro i baffi di Magnum PI. A riprova che ci sono attori validi che, se ben diretti, possono dare molto al cinema basti vedere come Selleck si cala nei panni del futuro presidente degli Stati Uniti facendo emergere il senso di responsabilità di un comandante supremo consapevole che ogni sua scelta, anche la più piccola, può creare dolore e lutto.
È un'interpretazione complessa e assolutamente sentita che fa sì che il film vada al di là di una ricostruzione delle fasi che portarono a quel 6 giugno 1944 che cambiò le sorti della guerra e del mondo.
Un film dunque che potrà interessare sia chi ama la Storia e chi ha una mentalità così aperta da accettare di farsi sorprendere da un attore che si riteneva ormai usurato e ingabbiato in generi assolutamente lontani da questo. 