Anno | 2009 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 76 minuti |
Regia di | Paolo Virzì |
Attori | Roberto Rondelli, Paolo Virzì, Stefano Bollani, Paolo Mingone, David Riondino, Carlo Monni Paolo Ruffini. |
Distribuzione | Berta Film |
MYmonetro | 3,06 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 aprile 2020
Un documentario sulla vita e sulle canzoni del cantautore livornese Bobo Rondelli realizzato dall'amico Paolo Virzì.
CONSIGLIATO SÌ
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Paolo Virzì torna nella sua Livorno per incontrare l'amico cantautore Bobo Rondelli, voce di una città antica e particolarissima da cui non vuole né può separarsi. Anche da questa precisa scelta oltreché da un comportamento naturalmente irriverente derivano il mancato raggiungimento di un reale successo artistico così come l'affetto di quei concittadini che ne leggono la musica come la memoria storica di una Livorno popolare ormai scomparsa. Con le testimonianze di amici, comici, attori, cabarettisti, giornalisti e musicisti, incursioni nella vita privata e momenti di melanconica introspezione, emerge il ritratto nitido di un uomo controcorrente.
«Non è proprio un film, una specie di documentario, degli appunti... Anche un po' su Livorno», così il regista spiega a Rondelli, in una veloce telefonata, il progetto di L'uomo che aveva picchiato la testa. E, in effetti, proprio questo è il film, un insieme di annotazioni, un ritorno a casa dolce-amaro, sul filo dei ricordi, dove il ritratto personale del musicista livornese passa per l'indagine di una città e viceversa. Ad enucleare il nodo principale di un'operazione condotta con i modi spavaldi e ugualmente teneri del cinema di finzione del regista è il suo stesso sceneggiatore, Francesco Bruni, quando afferma: «Ho capito cosa vuoi fare. Tu vorresti che noi confermassimo la teoria secondo cui ci sono dei personaggi che catalizzano tutto il malessere e l'infelicità che gli altri non riescono ad esibire». Come non di rado accade, infatti, un titolo apparentemente minore riesce a svelare, più schiettamente rispetto alle opere maggiori, un metodo e una prospettiva poetica: Bobo Rondelli, "poeta glocal" come lo definisce David Riondino, non è poi tanto diverso da un Piero Mansani, protagonista di Ovosodo, un po' in là con gli anni o da altri personaggi usciti dalla matita gentile di Virzì, incarnando di fatto molte loro caratteristiche, a partire dall'origine operaia fino all'impossibilità di omologarsi passando per una malinconica simpatia tutta toscana.
Ritratto-autoritratto, L'uomo che aveva picchiato la testa è ovviamente anche un competente documentario su Rondelli, perfetto per ripercorrerne in maniera chiara, ma mai pedissequa o scolastica, la carriera solista e insieme al gruppo "Ottavo padiglione". Con sguardo attento a non cadere nello stucchevole, Virzì filma, attraverso la vita dell'amico cantautore, la messa in scena di un fallimento cercato, di una voglia congenita di rimanere fuori dal coro. Lo fa mediante immagini di concerti, esibizioni in bilico tra la recitazione e il cantato, imitazioni - straordinaria quella di Marcello Mastroianni - e ricordi condivisi: il racconto di una loro giornata estiva trascorsa insieme a due ragazze e una bottiglia di vino potrebbe essere un episodio espunto da un suo film. Un amarcord affettuoso e sentito decisamente imperdibile tanto per i fan di Rondelli quanto per quelli di Virzì.
L'UOMO CHE AVEVA PICCHIATO LA TESTA disponibile in DVD o BluRay |
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