Wild Target - Una valigia per tre

Victor Maynard è un assassino solitario di mezza età, che vive per accontentare Louisa, madre severa e volitiva, nonostante si sia costruito una solida reputazione come killer spietato. La sua credibilità professionale sembra venir meno quando, inaspettatamente, incontra la nuova vittima, Rose, ladra compulsiva, di cui si innamora. Le risparmia la vita e prende come apprendista, il giovane e insicuro Tony.

Remake del francese Cible émouvante (1993) - con cui Pierre Salvadori aveva ottenuto la nomination ai César, gli equivalenti degli Oscar in Francia, come migliore esordio -, Wild Target è una gustosa commedia nera, un divertissement in stile British che non teme il confronto con l'originale.

Tra i suoi punti di forza, una buona sceneggiatura, che riesce a non perdere il ritmo con un susseguirsi di gag e peripezie, e più ancora, la scelta di un cast azzeccato ed affiatato. Nei panni del sicario, il talentuoso Bill Nighy, dall'espressività fissa e malinconica, irresistibilmente esilarante e con una passione per le buone maniere e la lingua francese, Emily Blunt è il bersaglio, la bella e scapestrata che ha compiuto il colpo della vita, suscitando l'ira di un pericoloso mafioso, amante dell'arte. E Rupert Grint, dismessi i panni del migliore amico di Harry Potter, Ron Weasley, si cimenta a divenire il fedele assistente di un detective privato molto speciale. E non mancano preziosi camei, di Rupert Everett e Martin Freeman, nei panni dei cattivi.

A firmare Wild Target è Jonathan Lynn, attore, sceneggiatore e regista britannico di serie tv, che per il grande schermo ha esordito nel 1985 con la trasposizione del gioco di società Cluedo, Signori, il delitto è servito, proseguendo con una produzione di un certo rispetto che si misura con lo star system americano (Mio cugino Vincenzo, FBI: Protezione Testimoni). Per quanto la vicenda del professionista che perde la propria infallibità, al punto da mettersi contro i suoi stessi committenti, sia già stato ampiamente messo in scena (per restare in Francia, L'emmerdeur (1975) di Edouard Molinaro con Lino Ventura e Jacques Brel), il film coglie nel segno, costituendo una riuscita variante sul tema. 