Titolo originale | Jujiro |
Anno | 1928 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Teinosuke Kinugasa |
Attori | Akiko Chihaya, Junosuke Bando, Yukiko Ogawa, Ippei Soma, Misao Seki, Yoshie Nakagawa Kazuo Hasegawa. |
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CONSIGLIATO N.D.
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Noto anche come Ombre dello Yosbiwara. Un ferito (Junosuke Bando) che crede (a torto) d'aver ucciso un rivale, cerca rifugio presso la sorella (Masako Chihaya). Questa chiama un poliziotto (Ippei Sama) che vorrebbe usarle violenza e ch'ella uccide. Ritrovando vivo l'uomo che credeva d'aver ucciso, il ferito rimane sconvolto e muore.
La trama, ambientata nell'epoca dei samurai, avrebbe potuto servire di base per un banale melodramma. Kinugasa, al suo secondo film, ne fece invece un capolavoro che ha così definito: "Una sinfonia di grigio nello stile dei Sumi-ye" (acquerelli giapponesi all'inchiostro di China). La sceneggiatura si serviva abbondantemente dei "flashback", mescolava il presente e il passato, l'immaginario e il reale, e l'azione si svolgeva in una scenografia piena d'ombre e di sfumature, stupendamente fotografata. S'è parlato a proposito di questo film giapponese (l'unico, muto, ben conosciuto in Occidente) di una influenza sovietica nel montaggio, ma il suo autore afferma che non conosceva allora i film girati nell'URSS. Non è improbabile però un'influenza tedesca del "Kammerspiel", ma il film rimane profondamente giapponese e non è inferiore alle migliori opere americane, tedesche o francesi degli anni '20. Come nel primo film del regista (Una pagina pazza), non v'erano didascalie.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968