Titolo originale | The Counterfeit Contessa |
Anno | 1994 |
Genere | Commedia rosa |
Produzione | USA |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Ron Lagomarsino |
Attori | Téa Leoni, David Beecroft, D.W. Moffett, Susan Walters, Sam Coppola, Molly Price . |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Una commessa italo-americana vorrebbe seguire il destino di Cenerentola, ma la fiaba a volte supera la fantasia.
CONSIGLIATO NÌ
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Come Cenerentola è la storia di Gina Nardino, italo-americana di Brooklyn e giovane commessa e cassiera di un negozio di alimentari di un centro commerciale, che (per una serie di vicissitudini) si trova catapultata nell'alta società di New York. Scambiata per una contessa italiana, perde la testa per un affascinante uomo d'affari di buona famiglia: Sinclair. Decisa a trasformare i suoi sogni in realtà, persevera nell'impersonare la nobildonna e, aiutata dal fratello di Sinclair, si affina in eleganza e fascino. Ma nella realtà, le apparenze ingannano. Vale per lei e vale anche per chi le sta intorno. Al rintocco della mezzanotte, infatti oltre che perdere le scarpette, qualcuno perderà anche la maschera...
Da uno dei registi di "Ally McBeal", ecco un film tv con l'esordiente Téa Leoni, qui nei panni della protagonista che, in mezzo a tutto il cast, è sicuramente quella che si fa notare di meno. Molto bravo, invece, Sam Coppola (discendente del noto clan Coppola) nel ruolo del fratello autista di Gina. Simpatico filmetto, non c'è che dire, ma pervaso da un senso di già visto che fa storcere il naso. O forse siamo semplicemente noi spettatori che stiamo andando incontro a una progressiva disaffezione nei confronti delle fiabe? Nonostante questo dilemma e nonostante la perfetta caratterizzazione dei personaggi, man mano che la pellicola procede, la trama finisce per assomigliare a tutte le pellicole stile Pretty Woman. Peccato, perché alla base, la sceneggiatura aveva tutte le carte in regola per distaccarsi dalla massa.
Diciamo che, all'ispirazione di partenza (la favola di Cenerentola) manca quel qualcosa di satirico e di meschino che ci sarebbe piaciuto vedere e sentire. Il tutto rimane sacrificato per un tono più infantile, che rende il film meno corrosivo e divertente di quanto si potesse sperare. L'avventura della povera, ma furbastra ragazza di origini italiane che si fa aiutare dall'amica e da tre gay (sob!) al posto della fata madrina, si riduce alla messa in scena di alcune sequenze base e di un flebile finale, piuttosto prevedibile. Almeno gli italo-americani, stavolta non sono collusi con la mafia, non bevono vino o mangiano pizza a ogni ora del giorno e della notte e non suonano il mandolino, ma amano i vecchi film. È già qualcosa! Controindicazioni: la visione del film potrebbe indurre lo spettatore a cantare comunque: «È dolce sognar e lasciarsi cullar, nell'incanto della notte», tema di Lilli e il Vagabondo.