Anno | 1979 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, Germania |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Christopher Petit |
Attori | David Beames, Lisa Kreuzer, Sandy Ratcliff, Sting, Andrew Byart Sue Jones Davies, Sabina Michael, Andrew Byatt, Tilly Vosburgh. |
Uscita | lunedì 18 marzo 2024 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,04 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 marzo 2024
Robert compie un viaggio nell'Inghilterra di fine anni '70 per raggiungere Bristol dove è morto il fratello.
CONSIGLIATO SÌ
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Robert conduce una trasmissione radiofonica notturna nell'Inghilterra di fine anni '70. Quando gli arriva la notizia della morte del fratello per la quale si sospetta il suicidio decide di raggiungere Bristol per saperne di più. Lungo il percorso incontra alcune persone con cui interfacciarsi più o meno rapidamente. Il suo percorso è accompagnato da una colonna sonora musicale di rilievo.
Christopher Petit realizza un film in cui non contano le motivazioni Ciò che conta è osservare gli esseri umani.
Petit ha trent'anni quando realizza questo film. Ha lavorato per "Time Out" e per "Melody Maker" e nel futuro diventerà un romanziere. Radio on trova l'interesse di Wim Wenders a cui, in occasione di un'intervista, presenta il soggetto. Il regista non solo diventa produttore associato ma propone a Christopher di avere come direttore della fotografia Martin Schafer che collabora con lui già da tempo. Questa doppia presenza segna il film conferendogli una forma che si avvicina al cinema wendersiano dell'epoca senza per questo offrirne una semplice imitazione. Quello che ci viene proposto è un on the road che ha una meta dichiarata ma in cui di fatto ciò che più conta sono gli incontri e il panorama di un'Inghilterra waste land in cui ognuno trascina con sé il proprio dolore, le proprie ossessioni o, comunque, la propria solitudine.
Non mancano le annotazioni legate al periodo storico non solo legate ai notiziari ma, più nel profondo, al passaggio dato a un disertore dall'esercito che in Irlanda del Nord ha vissuto tutta la brutalità della guerra civile in cui il suo ruolo era quello di appartenente a un esercito di occupazione. Così come è tangibile la sofferenza di una madre (interpretata da Lisa Kreuzer all'epoca compagna di Wenders) che vive una doppia distanziazione. Quella da una figlia che le è stata sottratta dal partner e quella di essere una tedesca che non ha la piena padronanza della lingua inglese. Chi sembra invece aver trovato un suo posto nel mondo è il personaggio interpretato da un giovane Sting che lavora presso un distributore di carburante ed è un fan di Eddie Cochran di cui conosce ogni particolare della biografia e sa suonare e cantare il repertorio.
Qui si innesta la presenza della colonna sonora che vede presenti brani di personalità del mondo della musica entrate nella storia di cui vengono annunciate sia la presenza che i brani nei titoli di testa. In apertura c'è David Bowie nella doppia versione (inglese e tedesca) di "Hero" che accompagna la macchina da presa nel suo aggirarsi all'interno di un appartamento con una presenza/assenza che fornirà il motivo di avvio per la vicenda. Così come toccherà ai Kraftwerk, pionieri della musica elettronica, divenire l'ultimo contatto possibile tra i fratelli con le audiocassette inviate dall'uno all'altro.
Ci sono poi i Devo, Robert Fripp, Lene Lovitch, Ian Dury ad impreziosire l'offerta. A partire da una curiosa professione del protagonista. Perché Robert è il conduttore di una trasmissione musicale specificamente dedicata. Il riferimento è all'United Biscuits Network, una radio che trasmetteva musica nelle fabbriche della United Biscuits. La Great Britain degli anni '70 era anche questo.
Quando si guarda un film è facile e naturale contestualizzarlo all'interno della storia del cinema, capire in che modo l'opera si intreccia con le tendenze del suo tempo, in che modo rompe con il passato. Sono pochi invece quelli che sembrano assomigliare più ad un genere musicale, che si inseriscono in un epoca diventando la resa visiva di una ben precisa estetica sonora.
Antonio Gramsci scrisse: «Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri». Una situazione politica, sociale, perfino intima, che è possibile intravedere in molte epoche storiche, di solito a ridosso di mutamenti, sconvolgimenti dello status quo. Ed è proprio il momento di stasi in cui si trova anche Robert, dj londinese che riceve la notizia del [...] Vai alla recensione »