Schopenhauer

Due studenti universitari, un ragazzo e una ragazza, si recano in un paese della provincia di Pavia per intervistare uno scrittore filosofo. Ad accoglierli nella vecchia casa sono due giovani molto introversi che lo scrittore mantiene in cambio delle faccende domestiche. Il filosofo, che è chiuso nella sua stanza, tarda però nel presentarsi e i due si fermano per la notte. Anche il giorno seguente l'ambito personaggio non li riceve. Nell'attesa cominciano a delinearsi le difficoltà che i due ragazzi stanno affrontando nella costruzione delle loro identità. Il ragazzo confessa la sua intenzione di continuare la cura ormonale che ha cominciato per cambiare sesso, la ragazza è invece spaventata dalla mancanza di sicurezza nell'ambito lavorativo. Trova però conforto tra le braccia di uno dei due ragazzi che l'hanno accolta, ma nella notte si fa vivo un ex abitante della casa che non ha fatto fortuna nel mondo e si sente perduto.
La casa è, come l'autore stesso suggerisce, il punto di partenza dal quale è stato concepito questo film, tutto il resto è venuto in un secondo momento, man mano, senza un vero e proprio progetto di partenza, compresa la sceneggiatura. Proprio questi sono i problemi principali e fondamentali del film che vanno ad inficiare tutto. La libertà di cui si parla nel film è di fatto quella del regista nelle scelte cinematografiche, ma questa libertà non porta da nessuna parte. Ne nasce un film che non approfondisce i personaggi e le loro scelte, che accetta una recitazione medio bassa di cui a volte non si comprendono neanche le parole (e non bastano le citazioni 'colte' per migliorare la situazione. 