Zombie Honeymoon

Danny e Denise sono una coppia di giovani sposini in vacanza in luna di miele. Il sogno della loro vita è lasciare tutto per trasferirsi in Portogallo, nel frattempo trascorrono le giornate al mare. Un giorno Danny viene aggredito da una strana creatura fuoriuscita dall'acqua, il suo cuore si arresta per dieci minuti, quando torna in vita apparentemente si sente più in forma di prima. Ma qualcosa in lui sta cambiando, la sua pelle va in necrosi, l'appetito aumenta a dismisura, finché non arriverà a cibarsi di carne umana. Ormai ridotto a Zombie, a Denise non resta altro da fare che limitare i danni compiuti dal marito e cercare di salvare un matrimonio che ormai non ha futuro.
Il regista David Gebroe, al suo secondo film (presentato al Torino Film Festival 2005), affronta con una certa originalità uno dei temi più antichi della storia dell'umanità: eros e thanatos, qui rappresentato come un'esperienza totalizzante e definitiva tra una donna che non può vivere senza il proprio uomo, e un uomo ormai ridotto a zombie, morto-non morto, morto vivente, sospeso a metà tra la vita e la morte, costretto a cibarsi dei suoi simili, figura oscillante tra l'istinto animale che cerca cibo per sopravvivere e il desiderio di eterno amore.
L'aspetto più interessante è il tentativo di raccontare la trasformazione di Danny in uno zombie come se fosse una sorta di malattia degenerativa determinata da una contaminazione con un agente esterno, una sorta di virus che non può essere sconfitto. Il meccanismo di partenza è un po' quello applicato abitualmente da Cronenberg, in film come La mosca o Rabid sete di sangue, però Gebroe, a differenza del regista canadese, concede all'amore la possibilità di trionfare in un finale disperante e disperato.
Data la particolarità del tema, affrontato a volte in chiave di commedia demenziale, a volte con modalità horror-splatter, finiscono per passare in secondo piano le ingenuità in fase di sceneggiatura e una recitazione discreta spesso sopra le righe dei protagonisti.