Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Francia, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Israele |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Elie Chouraqui |
Attori | JJ Feild, Saïd Taghmaoui, Daniel Lundh, Mel Raido, Patrick Bruel, Maria Papas Peter Polycarpou, Ian Holm. |
Uscita | venerdì 23 novembre 2007 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 2,32 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La nascita dello Stato di Israele viene rivissuta attraverso l'amicizia tra un ebreo e un arabo In Italia al Box Office O' Jerusalem ha incassato 142 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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New York, 1946. La bella amicizia tra l'ebreo Bobby e l'arabo Saïd subisce un profondo capovolgimento con gli avvenimenti che infiammano Gerusalemme in quegli anni. Dopo essere sbarcati in Terra Santa, da fratelli si trasformano in nemici rispecchiando, nel loro piccolo, l'infinito conflitto che separerà due culture e due popoli.
Tratto dal romanzo "Gerusalemme! Gerusalemme!" di Dominique Lapierre e Larry Collins, il film è stato girato dal regista francese Elie Chouraqui, lo stesso di Due volte donna e Un uomo sotto tiro. Se il libro è animato da mille storie, drammi ed episodi eroici molto appassionanti, la pellicola ha asciugato dettagli e intrecci secondari per far emergere spontanea una sola domanda. Perché tutto questo? Si coglie facilmente lo sforzo del regista e dello sceneggiatore di mantenere alto il livello di imparzialità soprattutto nella scena che ripropone la divisione della Palestina. L'approccio logico adottato dimostra la volontà di non cadere nel grave errore di prendere le parti per qualcuno in particolare. Sia i dialoghi che le inquadrature sottolineano un distacco cercato e non evocato.
La debolezza di O' Jerusalem è altrove. Pur mosso da oneste intenzioni umane e intellettuali, Chouraqui sbaglia nel presentare la creazione dello Stato di Israele e la sorte della Palestina come se fossero una lezione di storia. Le ripetute date dei fatti cruciali per il destino dei due popoli vengono mostrate con un piglio accademico togliendo all'opera la sua essenza cinematografica. La poesia e la magia del legame amicale tra i due uomini, cuore della storia narrata, vengono soffocate da fredde didascalie che danneggiano, nello stesso tempo, anche i personaggi di contorno. Il tutto si trasforma in un prodotto di divulgazione culturale anche per via della presenza di materiale di repertorio in bianco e nero che si inserisce nel bel mezzo dell'azione senza un'adeguata coerenza.
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"O Herusalme"(Elie Choraqui, da lu scritto con Didier Le Pechuer a partire da un saggio storico di Dominque Lapierre e Larry Collins), 2006 )racconta la nascita difficile, ostacolata in parte dalle suoerpporenze, della genesi di Istraele come Stato. Decisamente una storia controbersa, che pero', superando quell'impasse che sarebbe consistita nel mero documentario, [...] Vai alla recensione »
Fatti, anzi eventi epocali come la creazione, nel modo che conosciamo al presente, pur con tutte le modifiche statuali-diplomatiche sopraggiunte, d'accordo, ma anche presentazione della storia come datità, in questo film, pur efficace, ossia come da prendere come sono, il che sconcerta certamente, se pensiamo alle decisioni, anche contraddittorie, delle superpotenze, all'epoca, per far [...] Vai alla recensione »
3 recensioni... una dice che il film è filo-arabo, l'altra dice che è filo-israeliano, sintomo che il film è equlibrato e ben strutturato, ma forse un po troppo morbido verso entrambe le parti una volta tanto concordo con la critica, quella di pier maria bocchi: film perfettamente spendibile nelle scuole nonostante qualche scena cruenta
Il film, attuale nella sua crudezza, mi è piaciuto molto.
Il perfetto film per una matinée scolastica: invece di ascoltare la noiosa maestra che spiega com'è nato lo Stato d'Israele e quali sono le origini della guerra santa, portiamo tutti insieme gli alunni a vedere questo drammone di rara pedanteria e incredibile equilibrismo politico. Dove tutto è bello spiegato, chiarissimo e facilmente intelligibile, anche da un decenne.
Un'invocazione alla «città della pace» (e alla sua fascinazione spirituale e simbolica), capitale delle tre principali religioni monoteiste e centro del contendere. L'omonimo romanzo sulla nascita di Israele, O Jerusalem (50 milioni di copie), porta la firma di due cristiani, Dominique Lapierre e Larry Collins, e all'idea della trasposizione si erano già avvicinati autori noti - tra cui Costa-Gavras, [...] Vai alla recensione »