Anno | 2004 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Algeria, Francia |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Nadir Moknèche |
Attori | Lubna Azabal, Biyouna, Nadia Kaci, Lounès Tazairt, Abbes Zahmani, Akim Isker Jalil Naciri, Lynda Archaoui. |
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Tre donne vivono in un albergo dell'Algeri di oggi: una bella ragazza fotografa amante di un medico sposato, sua madre, e una prostituta. Vivono una vita emancipata in una società che le vuole spingere ai margini. Film ricco di malinconia.
CONSIGLIATO N.D.
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Tre donne vivono in un albergo dell'Algeri di oggi: Goucem, una bella ragazza che lavora in un negozio di fotografia, amante di un medico sposato, la quale si concede talvolta ad avventure di una notte, sua madre Papicha, un tempo ballerina in un locale di Algeri, e Fifì, una prostituta che riceve i suoi clienti nella stanza d'albergo. Tutte e tre cercano di condurre una vita emancipata, ma devono fare i conti con i valori e le tradizioni di una società che le vuole spingere ai margini. Goucem, il personaggio principale del film, è una donna inquieta, che cammina per le vie di una città a due volti, l'uno diurno, fatto di regole e di convenzioni, l'altro notturno, l'esatto contrario del primo, alla ricerca di una impossibile felicità. Quando scopre che il suo amante, una volta abbandonata la moglie, si sposerà con un'altra donna, subirà un'umiliante delusione.
Evidenti le ascendenze e le filiazioni che legano questo film al cinema di Almodovar. Tuttavia quella vaga malinconia, che talvolta sfiora la disperazione, disegnata sul volto della protagonista, interpretata da un'intensa Lubna Azabal, è capace di dare anima e corpo a quel certo tono mélo del film, che rischierebbe altrimenti di scivolare verso un certo sentimentalismo di maniera. La scelta di girare direttamente in francese (e nemmeno nella lingua "corrotta" del Maghreb, ma nel francese della Francia) disorienta il pubblico, ma se vogliamo è coerente con la lingua delle immagini del tutto europea. Tuttavia una autentica vena malinconica e crepuscolare affiora qui e là.