Star Trek - The Next Generation

Film 1987 | Fantascienza 45 min.

Regia di Gene Roddenberry. Una serie con Patrick Stewart, Jonathan Frakes, Brent Spiner, Michael Dorn, LeVar Burton. Cast completo Genere Fantascienza - USA, 1987,

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La serie ha ottenuto 1 candidatura a SAG Awards,

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n.d.
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CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO N.D.

Una nuova Enterprise, lunga più del doppio e con uno spazio interno otto volte più grande della precedente; un nuovo cast di protagonisti (e di attori); effetti speciali degni del miglior cinema e inedite, incredibili missioni: nella nuova serie di Star Trek Roddenberry coniuga il background del serial precedente con lo spirito americano dei giorni nostri. Ambientato nel XXIV secolo, 78 anni dopo le avventure di Kirk e compagni, “la nuova generazione” vive e viaggia in una galassia che è specchio dei tempi moderni. Se Spock era il simbolo vivente dell’incompatibilità tra tecnologia e umanesimo, sulla nuova nave stellare le barriere cadono sotto i colpi dell’inevitabile rinnovamento: le donne occupano posti di riguardo; l’Enterprise – la NCC1701D – come una sorta di Arca di Noè del futuro, accoglie 1012 persone di tutte le razze, tra cui molti bambini figli del “baby boom” di fine anni ’80. Il capitano è ora JeanLuc Picard (Patrick Stewart), più anziano e meno emotivo di Kirk, amante dei buoni libri e su cui grava la responsabilità della nuova missione stellare; poi il comandante William T. Riker (Jonathan Frakes), più simile e vicino all’ex capitano interpretato da William Shatner; il tenente comandante Data (Brent Spiner), un androide programmato per conservare una memoria universale e poco dedito ai sentimenti, che ricorda la freddezza del signor Spock; anni di mediazioni e pacificazioni tra umani e umanoidi hanno iscritto nella lista dell’equipaggio il tenente Worf (Michael Dorn), di razza klingon, una volta acerrima nemica della Flotta Stellare; il tenente Geordi La Forge (LeVar Burton), pur essendo cieco è in grado di “vedere” a una dimensione superiore grazie a un sofisticatissimo impianto visore; la psicologa umanabetazoide Deanna Troi (Marina Sirtis), che può leggere il pensiero e percepire le emozioni di qualsiasi essere vivente; la dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden) e il figlio prodigio di quest’ultima, Wesley (Wil Wheaton); il capo della sezione teletrasporto, Miles O’Brien (Colm Meaney). Rispetto alla data astrale di Kirk, in cui la Via Lattea era stata esplorata solo al 4%, nel nuovo secolo si raggiunge il 19%, anche grazie a quella “tecnologia liberata” con cui Roddenberry descriveva il progresso tecnico capace di migliorare la qualità della vita dell’uomo. Il personaggio interpretato da LeVar Burton venne creato in onore di un Trekkie morto nel 1975 che si chiamava proprio La Forge. Majel Barrett, moglie dell’ideatore Gene Roddenberry, appare in vari episodi nei panni della madre di Deanna. Tra le guest stars ricordiamo Whoopi Goldberg (in più di una puntata), Mae Jemison (la prima astronauta di colore), Leonard Nimoy (il Signor Spock della serie originaria è diventato ambasciatore) in un episodio in due parti, DeForest Kelley, James DoohanScotty, una giovane Ashley Judd, Madchen Amick, Famke Janssen, Linda Thorson, Kirsten Dust e Paul Sorvino. John Neville interpreta in una puntata Isaac Newton, da sempre fan di Star Trek, mentre il fisico Stephen Hawking appare nelle vesti di sé stesso. Michael Piller, Jeri Taylor e Gene Roddenberry – il creatore della serie “classica” e ideatore anche di questo spin-off – sono i produttori esecutivi. Jerry Goldsmith è l’autore della musica della sigla; il resto della colonna sonora è firmato da Dennis McCarthy, Ron Jones e Jay Chattaway. Patrick Stewart è altresì regista di qualche episodio alla stessa stregua di Jonathan Frakes, LeVar Burton, Gates McFadden e Adam Nimoy, il figlio di Leonard. I modellini della nuova Enterprise, nella versione di sessanta centimetri e di un metro e 80, sono stati creati dalla Industrial Light and Magic di George Lucas. Il serial si è aggiudicato 2 ASCAPAwards, 3 Saturn Awards, 18 Emmy Awards, un Peabody Award. Lo spin-off di Star Trek (1966) ha dato vita a sua volta, per la gioia della “next generation” di telespettatori, a un seguito: in Deep Space Nine (1993) viene “teletrasportato” il personaggio di Miles O’Brien. Al cinema, l’equipaggio del XXIV secolo ha esordito nel 1994 in Generazioni, sorta di gemellaggio tra la serie classica e la nuova, per poi fare rotta da solo verso Primo contatto (1996), il primo capitolo cinematografico di Star Trek senza il Capitano Kirk e, quindi, in Star Trek – L’insurrezione (1998) e in Star Trek – La Nemesi (2002), il decimo capitolo della saga cinematografica.

Episodi: 25
Regia di Alexander Singer, Cliff Bole, Robert Wiemer, Peter Lauritson, Patrick Stewart, Les Landau, Jonathan Frakes, Robert Lederman, Robert Scheerer, LeVar Burton, Gabrielle Beaumont, Winrich Kolbe, Gates McFadden, Corey Allen, Jonathan West.

Recensione di Martina Grusovin

La settima e ultima stagione di Star Trek - The Next Generation si apre e si chiude con il botto. Il primo episodio, Il ritorno dei borg, conclude il ciclo dedicato ai nuovi temutissimi nemici della Federazione e rimette anche in campo Lore, il fratello cattivo di Data. È, infatti, la chiusura delle storie di alcuni dei personaggi secondari conosciuti in questi sette anni, la caratteristica principale di quest'ultima serie. Torna, ad esempio, Wesley Crusher in "La fine del viaggio", ormai deciso a lasciare la flotta stellare per inseguire il proprio destino, diverso da quello che fino ad ora gli era stato cucito addosso. Torna il tenente Ro Laren che, in Il tenente Ro, si ribella a una cinica richiesta della Federazione che la obbliga a infiltrarsi in un gruppo di ribelli suoi compatrioti, per riferire i loro piani alle alte sfere. Entrambi questi episodi si caratterizzano, come già accaduto in passato in Star Trek, per il ribaltamento dei punti di vista e per la volontà di dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che nessun sistema, nemmeno quello all'apparenza perfetto, è infallibile. Tale tema ritorna anche in Terra promessa dove il fratello adottivo di Worf, disobbedendo alla regola della non interferenza, decide di salvare alcuni abitanti di un pianeta morente, trasferendoli su di un altro mondo. Tale gesto generoso solleva dilemmi morali sulla legittimità da parte di un popolo tecnologicamente superiore di eleggersi a Dio e sulle ripercussioni che, un tale atto, possono avere sul naturale procedere della Storia.
Ma è soprattutto il bellissimo episodio doppio Ieri, oggi e domani che conclude la serie, a raggiungere vette davvero rare in televisione. Picard colto da improvvisi malori, si trova a vivere in tre periodi storici differenti: nel passato al suo arrivo a bordo dell'Enterprise, nel presente e nel futuro quando, ormai anziano coltiva viti sulla Terra. In tutti questi periodi storici però, un misterioso vortice appare in un settore ben preciso della galassia e i tre Picard si trovano contemporaneamente a fronteggiarlo. Il fenomeno inspiegabilmente si forma nel futuro e cresce nel passato. Sarà Q, tornato a vestire i panni del giudice come nell'episodio pilota Incontro a Farpoint a svelare l'arcano. L'uomo deve smettere di pensare in maniera lineare ma, alle soglie del futuro che lo attende, deve saper aprire la propria mente anche a ciò che, per la sua natura limitata, non gli appartiene. Alla fine però il giudizio sull'umanità è positivo, nonostante i nostri mille difetti c'è la volontà di cambiare e Picard può unirsi per la prima volta al suo equipaggio per giocare con loro a poker in una partita dove "Non ci sono jolly e il cielo è il limite".

Recensione di Martina Grusovin

Sarà per un maggior bisogno di continuity, sarà perché i tempi anche in televisione sono cambiati, ma la sesta stagione di Star Trek - The Next Generation presenta un maggior numero di episodi doppi rispetto agli anni precedenti, oltre al ritorno di personaggi già noti. Del primo caso citiamo Un mistero del passato dove i membri dell'Enterprise sono costretti a viaggiare indietro nel tempo per scoprire perché la testa di Data è stata ritrovata in una grotta rimasta sigillata per secoli, o in La voce del sangue, dove Worf, partito alla ricerca di suo padre, si imbatte invece in una colonia dove Klingon e Romunali vivono in armonia. Anche Il peso del comando, uno degli episodi più significativi della stagione, si sviluppa in due parti. Solitamente refrattario a mostrare la violenza, l'universo Star Trek ha sempre più lasciato intuire che esibire, censurando però in qualche modo con il suo preponderante ottimismo, ogni forma di violenza fisica. Ora, invece, in questo episodio viene messa in causa persino la tortura. Picard, dopo aver ricevuto un segretissimo incarico dalla Flotta Stellare, viene catturato dai Romulani e sottoposto a sevizie per costringerlo a svelare le informazioni di cui è a conoscenza. Ciò che colpisce maggiormente non sono i supplizi fisici ancora una volta invisibili, ma quelli psicologici che rendono, in modo davvero realistico, l'agghiacciante tormento cui è sottoposto il capitano. Il suo carnefice è poi descritto come un uomo colto e dai gusti raffinati, un personaggio che ricorda molto da vicino un gendarme nazista del nostro più recente passato.
Per ciò che concerne invece la presenza di personaggi noti, fa da guest star, ancora una volta un character della serie classica. In Naufrago del tempo l'ingegnere Montgomery Scott, rimasto sospeso per settantacinque anni nel raggio di un teletrasporto, si trova a dover far i conti con il trascorrere del tempo e con la nostalgia degli anni che furono. Torna anche Q che in Una seconda opportunità decide di dimostrare al capitano Picard come il suo passato di giovane irruente che lui tanto disprezza, lo abbia invece fatto diventare l'uomo che oggi è. Non si possono non citare infine Il segreto della vita, dove l'Enterprise, insieme ad altre razze che popolano la galassia, scopre un'origine comune della vita, e Il ritorno di Khaless, racconto che ben chiarisce quale sia la posizione di Star Trek nei confronti della religione.
Episodi: 26
Regia di David Carson, Winrich Kolbe, Les Landau, Cliff Bole, Gabrielle Beaumont, Corey Allen, Paul Lynch, Robert Scheerer, Patrick Stewart, Robert Wiemer, David Livingston, Chip Chalmers, Jonathan Frakes, Robert Lederman, Peter Lauritson.

Recensione di Martina Grusovin

Dopo l'apparizione di Sarek (Mark Lenard) il padre di Spok nella quarta stagione, Star Trek - The Next Generation accoglie in una splendida puntata doppia proprio il più famoso vulcaniano della galassia. Impressionato forse dall'alta qualità dello show, Leonard Nimoy torna in pompa magna in una storia bellissima, capace di coinvolgere nuovi e vecchi fan ma, soprattutto, di non far rimpiangere nemmeno ai più nostalgici la serie classica. Il più razionale dei vecchi personaggi è perfetto, infatti, nel nuovo universo fatto di diplomazia più che di guerra, ed è impossibile non emozionarsi quando racconta a Jean-Luc Picard di aver conosciuto in passato un altro capitano dell'Enterprise testardo quanto lui.
La quinta stagione presenta, poi, uno degli episodi più belli dell'intera serie. In Una vita per ricordare il capitano Picard sembra venire attaccato da una misteriosa sonda che si impadronisce della sua mente. Sbalzato in un'altra realtà, si trova a vivere un'esistenza che gli è estranea, al fianco di una moglie che non conosce e su un pianeta straniero. Soltanto alla fine di questa esistenza scopre che tutti i ricordi accumulati (nella realtà in poche ore), sono parte di un programma creato da una civiltà estinta da secoli, il cui scopo è di perpetuare la propria memoria, non attraverso manufatti o libri, ma nelle emozioni del vissuto.
Di questioni morali, vero live motive di Star Trek, si parla in episodi come Io borg e Il diritto di essere. Nel primo ricompaiono i nemici giurati della Federazione ma, questa volta, i ruoli paiono invertiti. A causa di un incidente spaziale, l'Enterprise soccorre un unico borg sopravvissuto che, a contatto con i membri dell'equipaggio, manifesta un proprio senso di individualità. Picard deve così decidere se ignorare questa sua evoluzione e infettarlo con un virus informatico per usarlo come strumento di distruzione la Collettività borg, o trattarlo da essere umano. Del secondo episodio, il protagonista è invece Riker, il quale s'innamora di un'aliena, sul cui pianeta la distinzione tra generi è proibita. Il razzismo cieco della sua specie porta a un agghiacciante epilogo.
Ricordiamo poi il ritorno nell'episodio Il primo dovere, di Wesley Crusher, personaggio che da qualche tempo aveva abbandonato lo show. Impegnato a diventare un bravo ufficiale all'accademia della Flotta Stellare, il ragazzo si trova coinvolto in un brutto incidente dai risvolti oscuri.
Episodi: 26
Regia di Cliff Bole, Les Landau, Rob Bowman, Gabrielle Beaumont, Robert Scheerer, Jonathan Frakes, Corey Allen, Chip Chalmers, Robert Wiemer, Tom Benko, Winrich Kolbe, Robert Legato, Marvin V. Rush, David Livingston, Patrick Stewart.

Recensione di Martina Grusovin

Debellata (per il momento) la minaccia borg, la quarta stagione di Star Trek - The Next Generation riprende i viaggi della nave stellare Enterprise, ma soprattutto del suo equipaggio ormai famigliare al pubblico. Sono, infatti, soprattutto le vicende dei character sapientemente coniugate ai temi che da sempre caratterizzano la serie, l'elemento predominante di questo nuovo anno di programmazione. In L'ospite, ad esempio, la dottoressa Beverly Crusher si trova a combattere i propri pregiudizi e decidere se amare un alieno, dopo aver scoperto che questi è in realtà un "parassita" che vive in simbiosi con i corpi che lo ospitano. Anche il passato di Picard viene raccontato. Dopo la traumatica esperienza del rapimento e dell'assimilazione nel collettivo borg, il capitano trascorre sulla Terra un periodo di convalescenza insieme alla famiglia del fratello, il quale sembra tutt'altro che felice di vederlo. Tuttavia, proprio da tale contrasto, ritrova il piacere di esplorare lo spazio e la forza per vincere le proprie paure.
In Fratelli, invece, Data incontra il dottor Noonien Soong, lo scienziato geniale che lo ha creato insieme a Lore, un androide del tutto simile a lui ma dotato di sentimenti che si rivelano, però, omicidi. Riker in Futuro imperfetto vive una dickiana avventura scoprendo come sarebbe stata la sua vita con una famiglia e un figlio, mentre Geordy incontra in carne e ossa l'ingegnere olografico che lo aveva aiutato a salvare l'Enterprise nella stagione passata e di cui si è invaghito. Ma è soprattutto Worf, fino a ora un personaggio tenuto un po' ai margini, ad acquisire importanza. Non soltanto scopre di avere un figlio ma, dopo il brutale omicidio dell'amante per questioni politiche, è costretto a crescerlo da solo. L'impero klingon diventa, infatti, un tassello fondamentale nell'universo trekkiano. L'antico nemico di Kirk non è più oggi dipinto come un mostro assetato di sangue, ma come una civiltà diversa dai valori antichi, per questo a volte difficili da comprendere ma sempre degni di rispetto e persino di ammirazione. Non è difficile scorgere allora, il messaggio pacifista di Star Trek e l'invito coraggioso a guardare anche dietro all'apparenza, persino, del proprio nemico.
Episodi: 26
Regia di Winrich Kolbe, Cliff Bole, Les Landau, Robert Wiemer, Gabrielle Beaumont, David Carson, Robert Scheerer, Timothy Bond, Jonathan Frakes, Chip Chalmers, Robert Legato, Tom Benko.

Un universo ricco di dettagli, grande continuità dell'intreccio, ottima sceneggiatura

Recensione di Martina Grusovin

I Borg sono tornati! Termina come meglio non potrebbe la terza serie di Star Trek - The Next Generation, con lo scontro, già preannunciato nella stagione passata, tra la razza più pericolosa della galassia e la Federazione Unita dei Pianeti. I Borg, metà organici e metà meccanici, rapiscono niente meno il capitano Picard e lo assimilano alla loro comunità alveare per fare proprie tutte le sue conoscenze sull'umanità. Nasce così il malvagio Locutus mentre, a bordo dell'Enterprise, William Riker prende il comando aiutato dai suoi compagni, ognuno come sempre perfetto nelle proprie mansioni. Una delle caratteristiche più spiccate dell'ottimismo startrekkiano è, infatti, proprio quella di prospettare una società nella quale chiunque possa trovare la mansione più congeniale alla propria natura, così è sempre il gioco di squadra e la fiducia nell'altro a permettere il buon esito anche della missione più pericolosa.
La terza stagione di Star Trek - The Next Generation è caratterizzata da una maggiore continuità dell'intreccio rispetto a quelle precedenti. Tornano personaggi conosciuti in passato come l'eccentrica madre del consigliere Troy, Lwaxana (interpretata da Majel Barrett moglie di Gene Roddenberry il creatore di Star Trek, e apparsa in ruoli diversi anche nella serie classica) e Tasha Yar (Denise Crosby) che, deceduta nella prima stagione, in L'Enterprise del passato cammina ancora sul ponte di comando grazie a una realtà temporale alternativa. Ma è soprattutto la presenza dell'ambasciatore Sarek, mitico padre di Spok, a creare una continuity inedita. Dopo le tre stagioni della serie classica oltre a quelle della NTG e ormai cinque pellicole realizzate per il grande schermo, l'universo di Star Trek è ormai ricchissimo di dettagli che permettono la creazione di legami interni, impossibile a qualsiasi altro show che non vanti un così ampio universo fantastico. Tuttavia va sottolineata ancora una volta l'abilità degli sceneggiatori. L'entrata in scena di Sarek si ammanta di mito per i trekker di vecchia data, tuttavia non è fine a se stessa. Anche lo spettatore occasionale, infatti, può apprezzare la storia del dramma vissuto da un vecchio ambasciatore che, a causa di una malattia mortale, perde le proprie capacità mentali.
Episodi: 22
Regia di Rob Bowman, Winrich Kolbe, Robert Becker, Larry Shaw, Les Landau, Paul Lynch, Robert Scheerer, Joseph L. Scanlan, Cliff Bole, Robert Iscove.

Supera in qualità la prima stagione grazie a new entry nel cast, contaminazioni tra generi e nuove tecnologie

Recensione di Martina Grusovin

Sembrava impossibile ma la seconda stagione di Star Trek - The Next Generation supera in qualità persino la prima, già notevole. New entry nel cast niente meno che Whoopi Goldberg nei panni di Guinan, basista aliena sempre pronta a elargire saggi consigli. Il bar di prora, insieme al ponte ologrammi già presente nella prima stagione, va ad arricchire un'ampia rosa di ambienti nei quali i personaggi si muovono a bordo dell'Enterprise. Quest'ultimo, in particolar modo permette una spiccata contaminazione tra generi, caratteristica questa già distintiva di Star Trek - serie classica e ora portata alle estreme conseguenze. Grazie infatti a una tecnologia futurista che rende possibile qualsiasi location, l'equipaggio, in un episodio come Elementare, caro Data si trova faccia a faccia come un Moriarty olografico che sfida un Holmes-Data in un duello mentale e non solo. Sulla scia della serie classica vengono inoltre ripresi il tema del doppio, Tempo al quadrato dove il capitano Picard conosce un se stesso del futuro, e quello dei pianeti evolutisi come una copia di un periodo storico terrestre: Hotel Royale.
Altra caratteristica di questa seconda stagione è la comparsa di una nuova razza aliena che, più di qualsiasi klingon o romulano, si contrappone a tutti i valori di libertà e rispetto rappresentati dalla Federazione Unita dei Pianeti. A causa di Q, un personaggio già conosciuto nella serie precedente, l'Enterprise viene trasportata in una regione remota della galassia, dove entra in contatto con una specie per metà organica e per metà meccanica. I Borg sono una comunità alveare che vive in navi dalla forma cubica, il cui unico obbiettivo è l'assimilazione di tutte le razze che popolano l'universo. Essi non hanno alcuna ideologia, non bramano il potere, non inneggiano alla guerra, non sono neppure individui con bisogni singoli. Se fino a ora Star Trek aveva sempre proposto una "tecnologia buona" al servizio dell'uomo, i Borg mostrano invece il pericolo di una sottomissione estrema a essa, esasperando, a suon di metafora, i rischi che la modernità implica.
Un altro capitolo a parte deve essere aperto per lo splendido episodio La misura d'uomo che potrebbe essere preso a manifesto dell'intera filosofia che sta alla base di Star Trek. Uno scienziato vuole smontare Data per capirne il funzionamento e creare altri androidi simili a lui. Che cosa sia umano, la schiavitù, il diritto all'autodeterminazione, sono tutti temi di scottante attualità, non certo relegabili solo a un immaginifico quentiquattresimo secolo.
Segnaliamo, infine, dopo l'abbandono dello show alla fine della stagione passata di Denise Crosby (Natasha Yar), un avvicendamento nel ruolo del dottore di bordo. Gates McFadden viene sostituita da Diana Muldaur (Dottoressa Pulaski).
Episodi: 26
Regia di Corey Allen, Paul Lynch, Russ Mayberry, Richard A. Colla, Rob Bowman, Cliff Bole, James L. Conway, Richard Compton, Joseph L. Scanlan, Michael Ray Rhodes, Kim Manners, Michael Vejar, Les Landau, Win Phelps, Robert Becker.

Come la serie classica, una struttura orizzontale con episodi slegati tra loro, con intelligenti caratterizzazioni e ottimi effetti speciali

Recensione di Martina Grusovin

Sono trascorsi ventun'anni da quando Kirk e compagni a bordo della nave stellare Enterprise, intrapresero, nel lontano 1966, il loro viaggio quinquennale alla ricerca di nuovi mondi, ma il mito non accenna a spegnersi. È stato il cinema a dare seguito alle loro gesta con ben quattro lungometraggi (Star Trek, Star Trek II - L'ira di Khan, Star Trek III - Alla ricerca di Spock, Star Trek IV - Rotta verso l'ignoto, e la televisione ha ripreso le fila di quella che è stata, senza ombra di dubbio, la più importante serie fantascientifica del piccolo schermo. Gene Roddenberry prende di nuovo in mano la penna per raccontarci le imprese, attraverso gli spazi siderali, di un nuovo equipaggio tutto rinnovato e più in linea con i tempi. La location è spostata un'ottantina di anni nel futuro rispetto all'universo della serie classica e molte cose sono cambiate. Sul ponte di comando c'è ora il riflessivo e posato capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) mentre il ruolo di dongiovanni è affidato al primo ufficiale William Riker (Jonathan Frakes). Il tenente comandante Data (Brent Spiner) in quanto androide, rappresenta, com'era stato Spok, lo sguardo alieno sui vizi e sulle virtù degli uomini, mentre il tenente comandante Geordi La Forge (LeVar Burdon), oltre ad essere afroamericano, dà voce anche ai potatori di handicap in quanto non vedente. A chiudere la rosa dei characters ci sono il tenente klingon Worf (Michael Dorn), il tenente Natasha Yar (Denise Crosby), la dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden) e suo figlio Wesley (Wil Wheaton) oltre al consigliere betazoide Deanna Troi (Marina Sistis) in grado di leggere nel pensiero.
Già il bellissimo episodio pilota Incontro a Farpoint non tradisce i trekker di vecchia data, chiarendo da subito quelle che saranno le linee guida della stagione. Ancora una volta al centro della serie vengono posti i dilemmi morali più dell'azione pura, tant'è che il primo "nemico" che l'equipaggio deve affrontare è Q, un essere dai poteri illimitati che si pone come giudice e giuria di tutti i peccati dell'umanità.
Come la serie classica, anche Star Trek - The Next Generation non presenta una struttura orizzontale con episodi slegati fra di loro se pure, fa da forte collante, l'intelligente caratterizzazione dei personaggi. Costante in tutta la serie è, per esempio, la volontà di Data di diventare simile a un uomo, ma anche i rapporti che legano alcuni personaggi, come l'amore passato di Denna e Riker, o l'amicizia che unisce Picard alla dottoressa Crusher. Da segnalare infine l'ottima qualità nella realizzazione degli effetti speciali targati Industrie Light & Magic di George Lucas.

STAR TREK - THE NEXT GENERATION disponibile in DVD o BluRay

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