El abrazo partido - L'abbraccio perduto

Film 2004 | Drammatico 100 min.

Titolo originaleEl abrazo partido
Anno2004
GenereDrammatico
ProduzioneArgentina, Francia, Italia
Durata100 minuti
Regia diDaniel Burman
AttoriDaniel Hendler, Adriana Aizemberg, Jorge D'Elia, Sergio Boris, Diego Korol Atilio Pozzobón, Silvina Bosco.
MYmonetro 2,72 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Daniel Burman. Un film con Daniel Hendler, Adriana Aizemberg, Jorge D'Elia, Sergio Boris, Diego Korol. Cast completo Titolo originale: El abrazo partido. Genere Drammatico - Argentina, Francia, Italia, 2004, durata 100 minuti. - MYmonetro 2,72 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 10 marzo 2023

Essere argentini. Essere ebrei. Voler diventare polacchi. Un bel problema! Premiato alla Berlinale. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, In Italia al Box Office El abrazo partido - L'abbraccio perduto ha incassato 347 mila euro .

Consigliato sì!
2,72/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 2,93
CONSIGLIATO SÌ
Un film di volti e tipi, di piccole situazioni che si ripetono, gesti, sicurezze e noie, un racconto sulla famiglia condotto con le armi dell'ironia.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Buenos Aires. Ariel, giovane ebreo di origini polacche, lavora stancamente nel negozio di biancheria femminile gestito dalla madre, nutrendo il desiderio di ottenere la cittadinanza polacca per poter volare in Europa, intanto si concede qualche scappatella con una donna più grande e frequenta un amico impiegato in un'agenzia di viaggi. Per nulla vicino alla cultura in cui è inserito, cerca inoltre di capire il vero motivo che ha spinto suo padre a lasciare la famiglia per andare a combattere in Israele quando lui era ancora in fasce.
Ambientato nel quartiere ebraico di Buenos Aires, all'interno di una galleria-centro commerciale, El abrazo partido - L'abbraccio perduto è un film di volti e tipi, di piccole situazioni che si ripetono, gesti, sicurezze e noie, un racconto sulla famiglia condotto con le armi dell'ironia che scivola nel sentimentalismo. Macchina a mano, voci che si sovrappongono e qualche velleitario singhiozzo di montaggio costituiscono il filtro attraverso cui è mostrata la condizione di un giovane, a suo modo, incompleto. Ariel è un ebreo per nulla osservante, un argentino che vorrebbe essere polacco, un ragazzo che non riesce a diventare uomo perché incapace di metabolizzare l'abbandono paterno. Come reazione, sfodera un atteggiamento inconcludente, non ha finito gli studi, ha lasciato una ragazza con cui si trovava benissimo senza una reale ragione, sbriga la maggior parte dei suoi rapporti con l'umorismo e vuole soltanto andarsene.
Dall'esposizione frizzante e mossa, certamente debitrice di un Woody Allen, quasi citato alla lettera nella sequenza iniziale e nella tonalità di certe battute, si arriva al tema vero e proprio, cioè, a quel confronto tra padre e figlio che è il nodo centrale della sceneggiatura. «I nipotini sono un regalo che Dio ci fa per non aver ammazzato i nostri figli» afferma il rabbino, a conferma dell'innata conflittualità tra padri e figli, eppure l'unico modo di costruirsi un'identità, suggerisce il film, sta nel confronto diretto, nello specchiarsi l'uno nell'altro, in un abbraccio che può restituire una vita intera di insoddisfazioni. Come nel precedente Aspettando il messia, interpretato sempre da Daniel Hendler il cui personaggio si chiamava già Ariel, Daniel Burman si sofferma a raccontare l'ambiente in cui è cresciuto con affetto e tenerezza, senza dimenticare di riflettere sul senso di appartenenza, sulla lontananza, sul dolore del passato.
Diviso in capitoletti, spesso intelligente anche se mai veramente originale, funziona alla grande per la prima metà. I teneri di cuore apprezzeranno anche la seconda. El abrazo partido - L'abbraccio perduto ha vinto l'Orso d'argento al Festival di Berlino del 2004 dove è stato premiato anche il protagonista Daniel Hendler. Molto ben recitato.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Enrico Magrelli
Film TV

Un uomo che passa velocemente davanti all’obiettivo della cinepresa di un filmino familiare è l’unica immagine che Ariel ha del padre, partito per Israele e mai più tornato dalla moglie e dai figli che vivono e lavorano a Buenos Aires. Il protagonista è un giovanotto che vorrebbe prendere il passaporto polacco per trasferirsi nel Vecchio Continente e per riannodare i legami con la terra d’origine della [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Ariel (Daniel Hendler, premio per la migliore interpretazione maschile all'ultima Berlinale) è un giovane ebreo di Buenos Aires in cerca delle proprie radici, oppresso da una mamma che pare quella di Woody Allen e da un papà transfuga da casa, salvo ricomparire all'improvviso durante il film. All'inizio, la sua voce narrante introduce lo spettatore nell'ambiente principale della storia: una galleria [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Se credete che l’estate al cinema sia sinonimo di fondi di magazzino, date un’occhiata a El abrazo partido (L’abbraccio perduto) , quarto film dell’argentino Daniel Burman che a Berlino ha vinto un meritatissimo Gran Premio della giuria e l’orso d’argento per il protagonista Daniel Handler. A dirla con una battuta, è il rovescio latinoamericano di quel mito tutto nordamericano (e protestante) che [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un centro commerciale a Buenos Aires. I gestori dei negozi che lo compongono appartengono quasi tutti alla comunità ebraica della città, ma ci sono anche spagnoli, italiani, coreani. Piccoli eventi, qualche disputa, feste e gare. Ce li racconta, vivendoli, il giovane protagonista, Ariel, che ha un cruccio: il fatto che suo padre, dopo averlo circonciso, è partito per Israele senza fare più ritorno. [...] Vai alla recensione »

Pedro Armocida
Il Giornale

La costruzione di un’identità. Poteva essere anche questo il titolo di EI abrazo partido - L’abbraccio perduto diretto dal giovane argentino Daniel Burman, coprodotto dallo stesso regista con capitali spagnoli, francesi e italiani (il nostro Amedeo Pagani) e distribuito dall’istituto Luce. Perché Ariel, il protagonista interpretato dall’uruguaiano Daniel Hendier, è -come lo definisce il regista - «Un [...] Vai alla recensione »

Alberto Castellano
Il Mattino

Dall'ultimo Festival di Berlino il film argentino El abrazo partido ha portato a casa due Orsi d'Argento, Gran Premio della giuria e per il miglior attore al protagonista Daniel Hendler (nella foto a destra) . L'abbraccio perduto esemplifica il côté più intimista e familiare di una cinematografia conosciuta all'estero prevalentemente per i prodotti di fervida denuncia politica.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Daniel Burman, il centravanti della formazione del nuovo cinema argentino è oggi nelle sale con il suo nuovo film che mantiene il titolo originale El abrazo partido (L'abbraccio perduto), prodotto da Amedeo Pagani e distribuito dall'Istituto Luce. Commedia profonda e divertente, il film ha vinto l'Orso d'argento, il Gran premio della giuria e l'Orso d'argento anche al miglior attore (Daniel Hendler) [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

È una Buenos Aires in controluce, crepuscolare, quella che emerge da El Abrazo Partido di Daniel Burman: un film quasi interamente ambientato nel centro commerciale La Galleria, che sorge in un quartiere popolare e multietnico, abitato in massima parte da immigrati ebrei. In questo microcosmo, dove tutti conoscono tutti, il giovane Ariel (Daniel Hendler) è di casa: vi lavorano sua madre Sonia (Adriana [...] Vai alla recensione »

winner
orso d'argento
Festival di Berlino
2004
winner
miglior attore
Festival di Berlino
2004
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