Anno | 2003 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Giacomo Ciarrapico |
Attori | Maddalena Maggi, Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, Carlo Luca De Ruggieri . |
MYmonetro | 2,05 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO NÌ
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Matteo, trentenne universitario senza occupazione, vive in bilico tra due genitori divorziati, un gruppo di amici coetanei che si rifiutano di crescere e una relazione mal riuscita con Stefania. Quando quest'ultima gli rivela di essere incinta, la vita di Matteo, già evidentemente precaria, diventa un incubo: convince Stefania ad abortire (ma poi viene lasciato), ed entra in una profonda depressione. Ne uscirà diventando, quasi per caso, un apprezzato cabarettista, e quando rincontrerà Stefania, e scoprirà che lei non ha affatto abortito, potrà forse pensare di iniziare una nuova vita.
Questa commedia del romano Ciarrapico è proprio ciò che non ci si aspetterebbe da un cinema italiano che ultimamente ha saputo dare esempi di rinnovata vitalità: tediosa nell'intreccio, boriosa nella pretesa di rappresentare bozzetti sociologici ormai superati, scritta e interpretata con superficialità, la pellicola raffigura un universo stereotipato che avrebbe bisogno di tutt'altra mano per ricevere linfa vitale. Almeno, ci viene risparmiato il lieto fine: ma è davvero troppo poco.
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Matteo gira a vuoto, tra lavoretti precari, amici del bar e un amore solo a metà con Stefania. Quando la ragazza resta incinta, i due decidono di non tenere il bambino e si lasciano. Tre anni dopo, però, Matteo scopre che le cose hanno preso una piega diversa: il bimbo c'è e sta bene. Proverà a fare il padre. Regista del team di Gianluca Arcopinto, attivo nel cinema, nel teatro e in tv, con Eccomi [...] Vai alla recensione »
Moretti e i suoi nipotini. Il “vecchio” Nanni ha partorito molto più di quanto egli stesso non immagini o non abbia voluto. Intendiamoci: nulla di male se i risultati si chiamano Eccomi qua, che fin dal titolo rimanda al mitico Ecce Bombo. Sono passati venticinque anni, ma le crisi generazionali, le dinamiche amicali, le responsabilità subite controvoglia sono sempre quelle di un tempo.