Tattoo

Film 2001 | Thriller 108 min.

Anno2001
GenereThriller
ProduzioneGermania
Durata108 minuti
Regia diRobert Schwentke
AttoriChristian redl, August Diehl, Nadeshda Brennicke .
MYmonetro 2,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Robert Schwentke. Un film con Christian redl, August Diehl, Nadeshda Brennicke. Genere Thriller - Germania, 2001, durata 108 minuti. - MYmonetro 2,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Marc, un giovane appena entrato in polizia, ha una passione per i rave parties e le pasticche di exstasy. Coinvolto in una retata, sarà costretto a scendere a compromessi con un superiore per non essere incriminato.

Consigliato no!
2,00/5
MYMOVIES 1,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO NÌ
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Ennesimo capitolo del rapporto tra cinema e assassini seriali.
Recensione di Davide Verazzani
Recensione di Davide Verazzani

Marc, neo diplomato all'Accademia di Polizia, non è poi così irreprensibile come ci si aspetterebbe: è pigro e indolente, fa uso di ecstasy, va spesso ai rave party. E proprio ad un rave viene trovato in possesso di droga durante una retata della squadra omicidi. Minks, il capo della sezione, in cambio dell'impunità, lo costringe a collaborare con lui nella ricerca di un serial killer che sceglie le proprie vittime fra il "popolo della notte", uccidendole e staccando loro i lembi di pelle ricoperti di tatuaggi. Marc, dapprima riluttante, si calerà con foga nell'impresa, riuscendo a risolvere il mistero ma col rischio di sacrificare la propria identità. Curiosamente a metà strada tra "Seven" e l'Ispettore Derrick (ma tragicamente più simile al secondo), l'esordio sul grande schermo del tedesco Schwentke risente del suo passato di regista televisivo; attori poco calati nella parte, una sceneggiatura a volte risibile, e una suspence da feuilleton d'appendice, affondano le pretese autoriali; se si aggiunge un eccessivo gusto del grand-guignol, ed un finale "telefonato", si capisce come quest'ennesimo capitolo del rapporto tra cinema e assassini seriali sia del tutto da dimenticare.

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Recensione di Chiara Bastia
giovedì 9 gennaio 2003

Tra rave e paesaggi metropolitani notturni di una Berlino contemporanea ai limiti del reale, si muovono Minks e Schrader, un veterano e una nuova leva di polizia, per dare la caccia ad un serial killer che agisce scuoiando le sue vittime. I macabri delitti si rivelano essere tasselli di un ampio disegno che si sviluppa attorno al mondo dei tatuaggi. Alcuni tatuaggi hanno infatti raggiunto quotazioni eccezionali e qualcuno pare disposto a commissionare la scotennatura delle persone tatuate per farne commercio. Il giovane detective scoprirà i meccanismi che muovono tale attività ma rimarrà a sua volta vittima dei giochi di una donna che si rivelerà essere artefice principale dei complotti. In questo thriller la caccia al serial killer è spesso pretesto per sequenze di gratuita ferocia. Le scene d'anatomia erotica si susseguono con gelido sadismo e senza ironia. Pur riconoscendo alla fotografia il merito di creare l'atmosfera metropolitana plumbea, il film risulta scontato. Poco originale è la figura della femme fatale, quasi una Sharon Stone berlinese; le vicende rimangono in superficie e i personaggi sono privi di spessore.

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Andrea Chirichelli
martedì 7 gennaio 2003

Già dalla macrabra e spettacolare sequenza iniziale si capisce che dopo the experiment, ci si appresta a gustare un ottimo noir made in germany. Tattoo è un film ben realizzato, sotto tutti gli aspetti: buona la storia, che riesce ad risultare originale pur nell'abbondanza di titoli realizzati recentemente nel filone serial killer, ottima la tecnica, con una fotografia livida e cupa che rende ogni sequenza opprimente e claustrofobica, eccellente il comparto recitativo con un manipolo di illustri sconosciuti, almeno qui in italia, che danno spessore ai personaggi già ben delinati dalla riuscita sceneggiatura (con l'unica eccezione della protagonista femminile, un po'troppo campata in aria). Certo,ci sono delle cadute di tono, sopratutto per quanto riguarda l'effetto sorpresa, visto che la maggior parte dei colpi di scena tali non sono e che alcuni personaggi vengono abbandonati nel corso della storia senza un perchè, ma la trovata finale che segue i primissimi titoli di coda è decisamente brillante così come, in genere, lo è il discostarsi dai canoni tipici del serial killer movie americano per cercare di intraprendere una strada non battuta.Porto il necessario omaggio ad Hannibal e compagnia bella,dato che il ricordo della schiena tatuata di Fiennes in Red Dragon è ancora vivido, Tattoo ha due pregi: inforndere nuova linfa nel genere del noir europeo e dichiarare solennemente, vista la data di uscita che, per fortuna, anche quest'anno il natale cinematografico è finito.....

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

UN THRILLER europeo pieno di riferimenti ai modelli Usa (città deserta e minacciosa, atmosfere putrescenti, dark-lady dalla faccia d'angelo), questo Tattoo, ma non una banale fotocopia. Curiosamente, il tedesco Schwentke sposa il repertorio del serial-killer alla Seven con il giapponese Irezumi. Lo spirito del tatuaggio. Sulle tracce di un cacciatore di pelli umane, la strana coppia di sbirri - il [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Nel cinema tedesco si dice peste e corna. Del resto sono anni che la Germania non stupisce con un film o con un autore. Il segreto dell’insuccesso? Semplice, basta concentrarsi solo sulla fiction Tv (e quella tedesca è la più venduta d’Europa) e dimenticarsi della Settima Arte. Onore quindi al regista Robert Schwentke, laurea in filosofia a Tubinga, che per primo cerca di superare l’estetica opaca [...] Vai alla recensione »

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