Watermelon Man

Film 1970 | Commedia, 97 min.

Regia di Melvin Van Peebles. Un film con Godfrey Cambridge, Mantan Moreland, Estelle Parsons, Howard Caine, Kay E. Kuter. Cast completo Titolo originale: The Watermelon Man. Genere Commedia, - USA, 1970, durata 97 minuti. Uscita cinema lunedì 11 aprile 2022 distribuito da Cineteca di Bologna. - MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 8 aprile 2022

Geniale commedia del leggendario maestro del cinema afroamericano indipendente Melvin Van Peebles, è il suo primo film americano e l'unico prodotto da una major. In Italia al Box Office Watermelon Man ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 1,7 mila euro e 693 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Un piccolo miracolo intelligente, ironico e amaro. Che riesce a guardare verso il futuro.
Recensione di Simone Emiliani
venerdì 8 aprile 2022
Recensione di Simone Emiliani
venerdì 8 aprile 2022

Jeff Gerber è un borghese bianco che lavora come venditore di assicurazioni. È sposato con Althea ed è padre di due bambini. Mentre la moglie ha una mentalità più progressista, lui invece è razzista e sessista. Ogni mattina si sveglia, si allena, fa la lampada solare e poi esce di casa per andare a lavorare sfidando di corsa il bus per arrivare prima di lui alla fermata. Una notte va in bagno, si guarda allo specchio e scopre che la sua pelle è diventata nera. All'inizio pensa che sia un incubo, ma non è così. Appena la moglie lo vede, inizia a urlare. Jeff a quel punto le prova tutte per cercare di tornare bianco: si lava più volte, si fa il bagno nel latte ma non cambia nulla. Alla fine decide di farsi coraggio e di tornare ad affrontare la vita di tutti i giorni. Ma non sarà così facile.

C'è un urlo nel fermo-immagine finale. È proprio nell'ultima inquadratura che Watermelon Man sprigiona tutta la sua rivolta, umana e politica.

Ancora oggi il secondo lungometraggio di Melvin Van Peebles, realizzato dopo La permission del 1967, mantiene intatta la sua carica dirompente e, più che una presa in giro dei luoghi comuni sui bianchi e i neri, rappresenta un quadro degli Stati Uniti di quell'epoca. Dall'iniziale distanza oggettiva da Jeff, interpretato da Godfrey Cambridge inizialmente truccato da bianco, il cineasta si immedesima con il protagonista e vede attraverso i suoi occhi.

In alcuni momenti le soggettive sono esplicite come quella del suo ritorno in ufficio di Jeff da nero o, ancora più importante, quella allucinata della polizia che vuole fermarlo. In altri casi sono più nascoste ma sono evidenti nella deformazione e mutazione degli altri personaggi che gli stanno attorno, a cominciare dalla moglie dove la convincente prova di Estelle Parsons smaschera le contraddizioni liberal della classe media, al capo-ufficio, il medico che decide di scaricarlo e la segretaria norvegese che, dopo una notte di sesso, lo accusa di averla stuprata.

Van Peebles potenzia la fisicità del suo protagonista: lo vediamo allenarsi, correre (c'è chi ha visto nella sfida contro l'autobus la fuga verso la libertà), camminare solitario nella notte. Attraverso la sua figura in continuo movimento, mette in luce la deformazione della realtà dopo la sua mutazione, un po' come l'alterazione dell'esemplare padre di famiglia interpretato da James Mason che diventa megalomane in Dietro lo specchio di Nicholas Ray.

Un film come Watermelon Man, seguito l'anno successivo da quello che è considerato il manifesto del cinema blaxploitation, Sweet Sweetback's Baadasssss Song, ha aperto la strada a tutta una generazione di cineasti afroamericani come Spike Lee e John Singleton, soprattutto nel modo in cui hanno intrecciato squarci da commedia per mettere invece a nudo la lotta di tutti i giorni e l'affermazione della dignità dei suoi protagonisti.

Pieno di momenti divertenti, come i numerosi tentativi di Jeff di tornare bianco e dialoghi secchi e incalzanti, Watermelon Man alterna una narrazione apparentemente classica a sperimentazioni visive di grande impatto come quella fantasy del riflesso del mare e delle fiamme sulle foto di famiglia che anticipa la metamorfosi di Jeff o le didascalie da cinema muto che potrebbero essere un rimando/parodia al cinema di Griffith. In più utilizza una musica che diventa gradualmente disturbante, composta dallo stesso Van Peebles per sottolineare il cambiamento totale della quotidianità del protagonista.

Un film come questo rappresenta un piccolo miracolo. Regge benissimo come commedia ma anche come inquietante quadro del razzismo nascosto dietro la facciata del perbenismo, come nelle telefonate anonime ricevute da Jeff. È uno spaccato intelligente, ironico, amaro ma già riesce a guardare verso il futuro.

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WATERMELON MAN disponibile in DVD o BluRay

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 4 gennaio 2014
Kronos

Solo un afroamericano avrebbe potuto dirigere un apologo antirazzista di questa forza in maniera così ferocemente caustica e politicamente scorretta. 'The Watermelon Man'  è un paradossale ma sincero toccasana per la mente che andrebbe proiettato istituzionalmente in tutte le scuole.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 13 aprile 2022
Raffaele Meale
Quinlan

Prima di diventare il titolo dell'opera seconda di Melvin Van Peebles, Watermelon Man era lo standard hard bop composto da Herbie Hancock e eseguito per la prima volta dal vivo nel 1962 prima di essere inserito nell'album Takin' Off che contiene brani quali Empty Pockets e Driftin'; questo riferimento ideale si perse da subito nella traduzione italiana, L'uomo caffelatte, che lasciando da parte qualsivoglia [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 aprile 2022
Fabio Fulfaro
Sentieri Selvaggi

L'inizio degli anni '70 è stato un periodo di grande fermento con la nascita di numerosi movimenti rivoluzionari per il riconoscimento dei diritti degli afroamericani, con maggiore vigore dopo l'assassinio di Martin Luther King del 1968. Melvin Van Peebles, dopo un debutto interlocutorio (La permission del 1967), gira la prima commedia che ha come base il tema razziale, utilizzando un tono satirico [...] Vai alla recensione »

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mercoledì 6 aprile 2022
 

Regia di Melvin Van Peebles. Un film con Mantan Moreland, Estelle Parsons, Godfrey Cambridge, Howard Caine, Kay E. Kuter. Da lunedì 11 aprile al cinema. Guarda il trailer »

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