Titolo originale | Hong Gaoliang |
Anno | 1987 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Zhang Yimou |
Attori | Li Gong, Wen Jiang, Teng Rujun, Liu Ji, Quian Minge, Ji Cun Hua Cui Cun-Hua. |
Tag | Da vedere 1987 |
MYmonetro | 3,00 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Love story in Cina alla fine degli anni Trenta. I giapponesi stanno per invadere il paese, le campagne sono infestate dai "signori della guerra" e dai banditi e assassini ai loro ordini. Ma gli amanti sembrano non accorgersene. Il primo (o quasi) film della Repubblica Popolare Cinese ad avere una bella distribuzione in Occidente. Se la merita.
Ascesa e caduta di una bella contadina nella Cina degli anni '30. Si tratta di un film interessante e curato sotto tutti i punti di vista: recitazione, regia e fotografia. Il rosso, colore presente nel titolo, è simbolicamente ricorrente nel film e lo sarà anche nel successivo Ju Dou, sempre seguendo un'affascinante linea metaforica che piace tanto a Yimou.
La prima parte di “Sorgo rosso", opera prima del regista cinese Zhang Yimou, è folgorante: 40 minuti di grandissimo cinema, probabilmente alla base dell’Orso d’oro vinto a Berlino lo scorso anno. La vicenda ha inizio negli anni 20, la giovanissima protagonista sta per andare in sposa al vecchio Li, affetto dalla lebbra. Durante il trasporto della donna, mentre si sta attraversando un vasto campo di [...] Vai alla recensione »
Il sorgo, dal quale si distillava una grappa contadina molto forte e apprezzata, era in Cina la risorsa dei poveri. Adesso non si coltiva più, o non si lascia più crescere spontaneamente, ma sullo sfondo di una distesa di sorgo si svolge la storia d'amore tra una giovane sposa e un portantino da cui trae pretesto il film. E singolare che le vicende della distribuzione lo presentino nel momento in cui [...] Vai alla recensione »
Fa male al cinema, suonare il piffero per la rivoluzione. Sorgo rosso sarebbe potuto essere il racconto incantato di un gran mito di "fondazione", quello della nascita della nuova Cina dall’amore e dal vitalismo radicati nel popolo. Invece, a metà film, Zhang Yimou si mette a soffiare di lena nel suo strumento di regime, e quel gran mito perde forza e suggestione: diventa nulla più che una verità di [...] Vai alla recensione »