Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Islanda |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Marteinn Thorsson |
Attori | Laufey Elíasdóttir, Tim Plester, Eygló Hilmarsdóttir, Soley Eliasdottir Sara Dögg Ásgeirsdóttir, Irma Lín Geirsdóttir, Jóhann Gunnarsson, Helgi Svavar Helgason, Mínerva Marteinsdóttir, Gudrun Eva Minervudottir. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 ottobre 2021
Incapace di affrontare la madre che l'ha lasciata in giovane età, una donna si rifugia in una piccola pensione in un villaggio fuori Reykjavik. Lì fa amicizia con Mark, un turista britannico, alle prese con la sua tragedia personale.
CONSIGLIATO SÌ
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Brynja ha trascorso dei giorni in un centro benessere in una cittadina islandese. Rinvia però il rientro a casa dove l'attende una persona con cui fa fatica a relazionarsi. Prende così alloggio in un piccolo residence dove fa la conoscenza di Mark, un inglese che fa il rappresentante di una carta molto raffinata ed ha una ragione legata ad una tragedia familiare per trovarsi in quei luoghi.
Grazie all'indispensabile presenza di due attori come il da noi noto Tim Plester (Bohemian Rapsody, Underdog) e la purtroppo sconosciuta Laufey Elíasd?ttir, Marteinn Thorsson costruisce uno di quei piccoli film che sono preziosi come certe miniature.
Perché nel freddo di un Islanda innevata ci racconta il progressivo accendersi di una fiamma di condivisione tra due persone che hanno dentro di sé dei nodi difficili da sciogliere. Se il motivo dell'inizio della conoscenza potrebbe apparire banale (a uno dei due non manca il sale o lo zucchero ma la paprika) finisce invece per inserirsi in una verosimiglianza che viene soltanto interrotta ad un certo punto (e fortunatamente per breve tempo) da un inserto musicale invasivo ed inutile. Per il resto siamo di fronte ad un processo di conoscenza reciproca in cui inizialmente è lei ad ascoltare e solo successivamente sarà lui ad osservare.
Senza retorica e senza forzature sentimentali Thorsson (autore del soggetto) ci suggerisce che non ci sono situazioni così definitive da non poter trovare (o cercare di trovare) lenimento nell'incontro con chi può comprenderle e dare la propria disponibilità anche solo con uno sguardo o una parola. Per fare questo non cerca luoghi idilliaci o spa superlusso. Gli basta un paesino, un piatto che, come le madeleine proustiane, rievoca situazioni note e due volti comuni che restano però impressi nella memoria.