Lupin

Film 2021 | Drammatico 60 min.

Regia di Ludovic Bernard, Louis Leterrier, Hugo Gélin, Daniel Grou, Marcela Said, Xavier Gens. Una serie con Omar Sy, Soufiane Guerrab, Vincent Londez, Shirine Boutella, Nicole Garcia. Cast completo Genere Drammatico - USA, 2021, STAGIONI: 3 - EPISODI: 17

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Ultimo aggiornamento lunedì 16 ottobre 2023

Una serie basata sui racconti investigativi di Maurice Leblanc, pubblicati per la prima volta nel 1905: le vicende del ladro gentiluomo si svolgono in una Parigi a noi contemporanea La serie ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature e vinto un premio ai Satellite Awards, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a Critics Choice Super,

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Omar Sy nei panni di un ladro gentiluomo.
a cura della redazione
mercoledì 12 maggio 2021
a cura della redazione
mercoledì 12 maggio 2021

Assane Diop è il figlio di un immigrato senegalese, accusato dalla ricca famiglia per cui lavorava come autista di aver rubato, nientemeno, che la collana di Maria Antonietta. Il figlio non ha mai creduto alla colpevolezza del genitore, suicidatosi in carcere, e ora è in cerca di una giustizia che può trovare solo fuori dalla legge. Cresciuto con il mito di Lupin di Maurice Leblanc, i cui racconti gli erano stati regalati dal padre, è divenuto un vero e proprio ladro gentiluomo, che colpisce solo chi lo merita. I segreti della sua carriera non hanno portato però fortuna alla sua vita sentimentale e la moglie l'ha lasciato, anche se è rimasto in buoni rapporti con lei e con il figlio.

Episodi: 6
Regia di Louis Leterrier, Hugo Gélin, Ludovic Bernard, Marcela Said.

La terza stagione si conferma ancora una volta una delle punte di diamante di Netflix

Recensione di Gabriele Prosperi

Ritroviamo Assane Diop (Omar Sy), il nostro contemporaneo Arsène Lupin, ancora in latitanza dopo il colpo che lo aveva reso celebre a tutta la Francia. Ormai svelata la sua identità alla sua famiglia, alla amata Claire (Ludivine Sagnier) e al figlio Raoul (Etan Simon), e soprattutto agli agenti della polizia, l'ispettore Youssef Guedira (Soufiane Guerrab) e la tenente Sofia Belkacem (Shirine Boutella), Diop deve ora fare i conti con le conseguenze delle sue azioni che, malgrado siano per fama e ispirazione quelle di un ladro gentiluomo, stanno provocando dolore alla sua famiglia, abbandonata a sé stessa e senza un padre/marito a fianco, nonché causa dei loro problemi. Assane decide così di porre rimedio a tutto con un ultimo colpo ma, ad attenderlo, troverà un vecchio scheletro troppo a lungo nascosto nell'armadio e un ritorno inaspettato che sconvolgerà i suoi piani.

Lupin si conferma come una delle punte di diamante proposte da Netflix quest'anno, riportando - a tre anni dalla sua prima stagione - l'eleganza di un poliziesco che è in grado di dialogare con i suoi grandi riferimenti letterari.

Un'operazione tutt'altro che scontata, considerando la longevità del soggetto e il suo inflazionato utilizzo come matrice narrativa. Malgrado ciò, la serie di George Kay e François Uzan dispone i suoi personaggi in un'architettura perfettamente bilanciata tra la lunga e la breve narrazione, non riproponendo vecchi modelli di serie serializzata ma, semmai, onorando i primissimi processi di messa in serie del racconto, dal feuilleton al cinema seriale dei primi decenni del Novecento.

Il Diop/Lupin di Sy, oltre a rimettere in vita il personaggio di Maurice Leblanc, ricorda moltissimo il Fantômas di Marcel Allain e Pierre Souvestre, poi adattato in una delle prime serie cinematografiche da Louis Feuillade (nel 1913), ed è in grado di agganciarsi, grazie a una struttura pulita - non innovativa né originale ma completa ed efficace - ai molti racconti e personaggi che hanno dato vita all'immagine condivisa di un ladro che, oltre alle sue rapine, si imbarca in missioni dal sapore anarchico e socialmente rilevanti (da Diabolik a Danny Ocean, passando ovviamente per l'altra grande rielaborazione del personaggio di Leblanc, il Lupin III di Kazuhiko Kato).

La terza parte di Lupin appare alleggerita, ciononostante, della "missione" sociale che aveva caratterizzato le prime due. Il racconto, sulla lunga narrazione, si fa più intimo, coinvolgendo un nuovo personaggio, proveniente direttamente dal passato di Assane, che destabilizzerà i piani del ladro gentiluomo ma anche, e soprattutto, la sua personalità. Il percorso del nostro eroe è forse più in linea coi tempi: se le prime due parti sono state in grado di rianimare strategie narrative consolidate (i cliff-hanger di Lupin sono dolcemente riconoscibili, è sempre un rinnovato piacere chiedersi "cosa accadrà al nostro eroe nella prossima puntata?" o "come è riuscito a rubare quel gioiello?"), la terza dialoga maggiormente con la sua matrice. Più volte il personaggio di Guedira, ad esempio, viene riconosciuto come (e chiamato) Ganimard, l'ispettore arcinemico e principale antagonista del Lupin letterario, così come diventano più stringenti i nessi e i "riadattamenti" dei colpi di Arsène Lupin, dal testo alla realtà di Diop, al punto da mettere in scena un parallelismo tra i due personaggi che sembra sfuggire dalle mani degli sceneggiatori in un finale di stagione che appassiona e commuove.

Ed è proprio il finale di questa terza parte a lasciare maggiormente intendere da un lato la volontà della Gaumont di proseguire in questa avventura, e dall'altro la necessità di esplorare un personaggio nuovo, cambiato, un manipolatore che, tutt'a un tratto - in un cliff-hanger molto più complesso di quanto appaia - si ritrova a essere a sua volta intimamente manipolato da un vecchio nemico.

Episodi: 5
Regia di Louis Leterrier, Hugo Gélin, Ludovic Bernard, Marcela Said.

Cresce la tensione ma non mancano i momenti comici. Assane è ancora una volta l'eroe che non può perdere

Recensione di Andrea Fornasiero

Il figlio di Assane Diop è stato rapito durante un ritrovo di appassionati di Lupin, che ha attirato anche il poliziotto Youssef Guedira, l'unico ad aver notato le similitudini tra i colpi di Assane e quelli di Lupin. L'agente non è però senza cuore e la priorità è anche per lui salvare il ragazzo dal vendicativo Leonard, criminale ingaggiato da Hubert Pellegrini per liquidare Assane. La collaborazione tra Assane e Youssef non può che essere di breve durata, ma dà inizio a una nuova fase del piano del novello ladro gentiluomo, sempre più determinato ad avere giustizia per la morte di suo padre e per gli altri crimini commessi da Pellegrini.

Seconda parte della prima stagione, questi altri cinque episodi di Lupin concludono l'arco narrativo dedicato allo scontro tra il ladro e l'intrallazzatore che ha liquidato suo padre. La tensione cresce ma il tono rimane fedele all'ottimismo dei primi episodi.

Non che manchino momenti drammatici - e del resto non ne mancavano nella prima parte, per esempio con la sorte della giornalista Fabienne Bériot - ma Assane trasuda la simpatia e l'ingegno degli eroi che non possono perdere. D'altra parte è proprio nel veder trionfare questo figlio di immigrati, contro i potenti e corrotti di Francia, che risiede la gioia della serie. Il punto debole dell'abile ladro rimangono gli affetti famigliari e infatti è per il figlio che corre i rischi più grandi, tanto da essere costretto a svelarsi di fronte a un poliziotto. Pellegrini, che è un villain molto attivo nell'architettare piani e stratagemmi per neutralizzare Assane, ha a sua volta chiari punti deboli, che ne lasciano da subito intuire la sconfitta: l'avidità e la vanità.

Assane è sempre almeno un passo avanti: anche nei momenti di maggior difficoltà lo scopriremo aver architettato piani di riserva o aver piazzato insospettabili infiltrati nell'entourage del suo nemico. Addirittura i flashback sulla sua infanzia rivelano da quanto tempo si preparasse a sfuggire a una eventuale caccia all'uomo nel cuore di Parigi. Altri flashback rivelano anche l'inizio della sua carriera di ladro gentiluomo, i suoi primi errori e colpi di genio, che l'hanno portato a cavarsela fino a oggi.

La serie gioca continuamente di depistaggio anche con lo spettatore, introducendo elementi che sembrano andare in una direzione per poi rivelarsi messe in scena che nascondono altri obiettivi. Ci sono poi personaggi che appaiono in un ruolo e successivamente svelano una seconda natura, e ci sono sequenze dalle puntate precedenti, incluse quella della prima parte della stagione, che solo alla fine vengono riannodate ai restanti fili dell'arazzo. Rimane necessaria una buona dose di sospensione dell'incredulità, ma Omar Sy è un "Lupin" fantastico che si vuole veder trionfare. Una ricetta semplice, che regge gli arzigogoli tipici dei film di truffe e rapine, e che non manca di momenti comici o più sentimentali.

In questi nuovi episodi è meno presente la ex del protagonista interpretata da Ludivine Sagnier, mentre guadagna spazio l'amico Benjamin Ferel, che ha il volto di Antoine Gouy. A lui spettano battute sul cane di Assane, che abbaia appena si dice il nome Pellegrini, e soprattutto la guida di una 500 gialla, come quella del Lupin III giapponese di Hayao Miyazaki. Anche una buona parte dei flashback sono dedicati alle prime collaborazioni criminali dei due amici. Per approfondire altri personaggi, come il poliziotto Youssef, ci sarà sicuramente spazio nella prossima e già confermata stagione.

Episodi: 5
Regia di Louis Leterrier, Hugo Gélin, Ludovic Bernard, Marcela Said.

Una rivisitazione in black del mitico Arsenio Lupin, piacevolmente leggera e con qualche stoccata al passato coloniale francese

Recensione di Andrea Fornasiero

Assane Diop è il figlio di un immigrato senegalese, accusato dalla ricca famiglia per cui lavorava come autista di aver rubato, nientemeno, che la collana di Maria Antonietta. Il figlio non ha mai creduto alla colpevolezza del genitore, suicidatosi in carcere, e ora è in cerca di una giustizia che può trovare solo fuori dalla legge. Cresciuto con il mito di Lupin di Maurice Leblanc, i cui racconti gli erano stati regalati dal padre, è divenuto un vero e proprio ladro gentiluomo, che colpisce solo chi lo merita. I segreti della sua carriera non hanno portato però fortuna alla sua vita sentimentale e la moglie l'ha lasciato, anche se è rimasto in buoni rapporti con lei e con il figlio.

Una rivisitazione in black del mitico Arsenio Lupin, che vuole stare dalla parte giusta della Storia e non manca di stoccate al passato coloniale francese, ma che rimane anche piacevolmente leggera.

La nuova serie consta di almeno dieci episodi, di cui ora su Netflix arriva la prima parte da cinque, intitolata All'ombra di Arsenio. Era da decenni che Lupin non aveva il suo spazio in Tv e ora trova in Omar Sy un nuovo protagonista, capace dell'astuzia e della galanteria che si confanno al personaggio. Alla regia dei primi tre episodi troviamo Louis Leterrier, che ha trascorsi sia con Netflix dove ha diretto Dark Crystal, sia con il sottogenere heist movie in cui si è cimentato con i maghi di Now You See Me. Lupin in fondo è un maestro dell'inganno e Assane descrive al figlio il personaggio di Lupin proprio come un illusionista.

Oltre a Omar Sy, il cast vanta la presenza di Clotilde Hesme (Angèle e Tony ma pure la serie Tv Les Revenants), Ludivine Seigner (vista in molti film, in particolare di François Ozon, ma pure in Tv con The Young Pope e The New Pope) e una veterana del cinema francese come Nicole Garcia.

Seigner partecipa quasi in "controcasting" rispetto ai suoi ruoli solitamente molto sensuali: è infatti la ex moglie e madre del figlio di Assane, con cui lui ha un rapporto d'amore al momento platonico. La sua è una figura ricca di sense of humour, di responsabilità e di rimpianto, non del tutto angelicata ma poco ci manca. La parte più seducente spetta invece a Clotilde Hesme, il cui personaggio è stato amante di Assane e fa parte della famiglia di cui il protagonista si vorrebbe vendicare.

La vicenda si dipana su un doppio binario, dove da una parte abbiamo i tentativi di Assane di trovare giustizia e dall'altro di scoprire la verità sul passato (con tanto di flashback), su come sia stato davvero incastrato suo padre. Questo dà luogo a una notevole varietà di situazioni e si passa per esempio da un primo episodio molto glamour, con un furto al Louvre, a una seconda puntata di tutt'altra atmosfera, dove Assane si deve infiltrare in un carcere. Seguono un rapimento, l'alleanza con una giornalista e la fuga da un sicario, il tutto mentre la polizia indaga su di lui - non senza ambiguità, visto che anche le forze dell'ordine furono coinvolte nel complotto che ha portato alla morte del padre di Assane.

Assane è un Lupin dei nostri giorni, capace di utilizzare anche la tecnologia informatica e i droni, ma per fortuna la serie non eccede in queste scorciatoie e predilige il caro vecchio cappa e spada del duello tra intelligenze umane.

La serie è inoltre attenta a dare spazio ai personaggi femminili, in particolare negli ultimi due episodi di questa prima parte di stagione, che non a caso sono diretti da Marcela Said. La regista franco-cilena può sembrare una scelta esotica, ma ha già un legame con la produzione targata Gaumont, visto che aveva diretto due episodi di Narcos: Messico. Le sue puntate sono meno scoppiettanti di trovate e più malinconiche, ma non mancano di momenti di leggerezza e di truffe, per esempio quella ai danni di una anziana signora che si vanta di essersi arricchita con i diamanti del Congo (implicitamente insanguinati).

È in questo tono giocoso, e mai davvero cruento nella messa in scena, che la serie trova il proprio miglior respiro, capace di reggere a colpi di scena anche improbabili come quelli del finale di (mezza) stagione, perché in fondo Lupin è un feuilleton e andare sopra le righe fa parte del suo fascino.

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