Scenes From a Marriage

Le sei scene da un matrimonio che Bergman concepì per la televisione svedese nel 1973, e poi ridusse anche in una più contenuta versione cinematografica, diventano, quasi cinquant'anni dopo, cinque episodi targati HBO e affidati al creatore di In treatment e The Affair (non due titoli a caso) Hagai Levi.
Levi si smarca, naturalmente, dal confronto con l'originale, non solo per il timore reverenziale che avrebbe suscitato in chiunque, ma anche solo perché l'indagine sentimentale di Bergman affondava le radici in un altro tempo e in un'altra società. Eppure non vuole che questo scarto abbia il sapore di una presa di distanza e costruisce, al contrario, un complesso omaggio al lavoro del maestro svedeese, recuperando non solo a grandi linee ciò che accade alla coppia protagonista (con la decisiva, fondamentale inversione dei ruoli tra maschile e femminile) ma anche tanti piccoli elementi, un divano verde, una stringa di parole, una bottiglia di vodka, che entrano nel testo modificati e rimodernati ma carichi di un sentimento di appartenenza.

Jonathan e Mira non sono Johan e Marianne, il ruolo della donna è cambiato, il lavoro e il denaro hanno preso un altro spazio nella vita e nella conversazione, anche il sentire maschile è cambiato, e Hagai Levi non desidera misurare più tanto il prezzo (anche pragmatico) dell'unione matrimoniale, quanto quello psicologico della separazione.

Della libertà personale e del diritto all'autorealizzazione non si sondano solo i lati luminosi ma anche i limiti, le zone oscure, i rimpianti, mentre il passaggio del tempo cambia tutto e non cambia niente, in uno dei traumi più difficili da superare qual è la fine di un grande amore e di un progetto di famiglia.
Come ogni serie tv di ultima generazione Scene da un matrimonio si basa su due pilastri principali, che sono i personaggi e il mondo di riferimento: in questo caso la casa, che cambia a seconda dei cambiamenti nella relazione, assumendo il ruolo di un vero e proprio terzo personaggio, al cui muto monologo sono dedicati gli ultimi minuti dei primi quattro episodi. Ma Levi è solito lavorare anche a partire da un'idea formale forte e questa idea, in Scene da un matrimonio è quella di denunciare la finzione delle scene stesse, di dare un carattere letterale al titolo, di abbattere cioè la quarta parete e mostrare il dispositivo. Di sicuro non un'idea particolarmente originale, né qualcosa che pare da subito avere un senso che va oltre il vezzo, e invece è un'idea che cresce con il complessivo crescere di qualità della serie episodio dopo episodio, quando ne emergono le conseguenze. Non solo il paratesto del set funziona da precisa collocazione temporale (con i tecnici che indossano le mascherine del tempo della pandemia), non solo il momento in cui le persone di Jessica Chastain e Oscar Isaac escono dalle loro automobili, entrano sul set e diventano i personaggio ha sempre una sua irresistibile e ineffabile magia, ma, per una serie che è tutta testo e interpretazione, la dinamica che viene a crearsi tra verità e finzione, buona e scadente recitazione, efficacia o meno della manipolazione, diventa la materia di cui è fatto lo show, la vera idea formale, e il luogo che consacra Isaac e Chastain interpreti di alto rango. 