The Bee Gees: How Can You Mend a Broken Heart

Film 2020 | Documentario 111 min.

Anno2020
GenereDocumentario
ProduzioneUSA
Durata111 minuti
Regia diFrank Marshall
AttoriNoel Gallagher, Maurice Gibb, Robin Gibb, Robert Stigwood, Andy Gibb, Eric Clapton, Barry Gibb .
TagDa vedere 2020
MYmonetro 3,44 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Frank Marshall. Un film Da vedere 2020 con Noel Gallagher, Maurice Gibb, Robin Gibb, Robert Stigwood, Andy Gibb, Eric Clapton, Barry Gibb. Genere Documentario - USA, 2020, durata 111 minuti. - MYmonetro 3,44 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 14 dicembre 2020

Il primo documentario sulla leggendaria band autrice di oltre 1,000 canzoni e venti hit in testa alle classifiche e con più di 220 milioni di dischi venduti.

Consigliato sì!
3,44/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,33
PUBBLICO 4,00
CONSIGLIATO SÌ
Storia di una band che ha cambiato il mondo all'insegna della semplicità e del divertimento.
Recensione di Emanuele Sacchi
giovedì 17 dicembre 2020
Recensione di Emanuele Sacchi
giovedì 17 dicembre 2020

Chi immagina la parabola dei fratelli Gibb, ossia The Bee Gees, come l'ascesa inarrestabile verso il successo dei "re della disco music" probabilmente resterà deluso o stupito. Perché quella di Barry, Robin, Maurice e Andy Gibb è una faccenda molto più complessa, ricca di alti e bassi, di scarti improvvisi e svolte inattese, come ben esemplifica Frank Marshall in How Do You Mend a Broken Heart. Un documentario musicale classico, che costruisce le pagine sensazionali del suo romanzo a partire dalle dichiarazioni dei protagonisti, dei testimoni e degli eredi di un fenomeno di successo e di costume come quello che nel 1977 sconvolse il mondo per sempre. Una narrazione che ruota attorno a una colonna sonora che mutò la storia della musica, accompagnando le gesta di Tony Manero e dei suoi amici in La febbre del sabato sera e che - oggi lo si comprende in tutta la sua evidenza - permise ai reietti della società di allora, gay o afroamericani, di trovare un riscatto sulla pista da ballo.

A guidare spiritualmente questa riscossa è un improbabile trio di fratelli australiani, giunti allo stratosferico successo di "Stayin' Alive" e "More than a Woman" dopo essersi sciolti e ricomposti, dopo essere quasi finiti nell'oblio del pop.

How Do You Mend a Broken Heart ha inizio nel 2017, quando un malinconico Barry Gibb, il maggiore e l'unico sopravvissuto di quattro fratelli, rievoca la parabola dei Bee Gees, partendo da mezzo secolo prima. Ai primi vagiti sull'onda dei Beatles o del rhythm& blues di Otis Redding - la magnifica "To Love Somebody" - seguono il declino e la resurrezione, come capofila della disco music.

Guai a definirla tale, però, visto come nel giro di pochi anni "disco" divenne da fenomeno generalizzato sinonimo di musica spazzatura, di resa al commercio, fino a ispirare raduni con incendio di vinilial grido di "Disco Sucks!". Obiettivo primario i Bee Gees, che patiscono il cambio di atmosfera e si ritirano sempre più nell'ombra.

Marshall non inventa nulla di nuovo sul piano stilistico e si lascia andare a qualche scelta di dubbio gusto, indugiando troppo sulle lacrime di alcuni testimoni, ma costruisce un romanzo appassionante. Anche grazia alla musica dei Bee Gees, ascoltata da generazioni intere (più di 220 milioni di dischi venduti), celebrata, inflazionata, osteggiata, dileggiata ma tuttora invecchiata molto meglio di opere d'ingegno più altezzose e meno pop.

Bastano poche note delle loro hit, d'altronde, per scuotere ancora: forse perché, come sostiene Noel Gallagher, "dei fratelli che cantano insieme sono come uno strumento che nessuno può comprare". E se lo dice lui, ci si può credere. Altre voci illustri del pop contemporaneo come Mark Ronson o Justin Timberlake si aggiungono per raccontare il loro debito nei confronti degli australiani e della forza delle loro melodie e dei loro falsetti.

Ma nelle quasi due ore di How Do You Mend a Broken Heart scorre anche la New York di fine anni '70, con i suoi blackout e incendi, un luogo pericoloso e affascinante, dove il fatto di sopravvivere, "stayin' alive", non appare per niente scontato. E occupa uno spazio di rilievo la tragedia di Andy, il più giovane dei Gibb, star prematura morta a soli 30 anni. Il film è un tributo a lui, ai Gibb che non ci sono più e a come quattro fratelli dall'estrema periferia dell'Impero abbiano saputo con la loro semplicità guadagnare l'immortalità, rendendo felici generazioni di ascoltatori.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 3 gennaio 2021
Ada Guglielmino
NonSoloCinema

The Bee Gees sono Barry, Maurice e Robin Gibb, tre fratelli che da un modesto sobborgo di Brisbane - erano arrivati nel 1958 dall'Inghilterra, dove vivevano una vita prossima alla povertà - diventano, ancora giovani, icona della musica. Il documentario di Frank Marshall The Bee Gees: How Can You Mend a Broken Heart racconta l'ascesa della leggendaria band e l'evoluzione della loro musica.

martedì 15 dicembre 2020
Stefano Giani
CineSalotto

Tutto cominciò all'isola di Man appena finita la guerra. Tre fratelli e una sola voce - un falsetto inimitabile - avrebbero fatto cantare e ballare generazioni di innamorati e non solo. Davanti a loro, un nome che era una sigla. Un acronimo. Bee Gees. Ovvero B.G. scritto però per esteso, come l'anglofonia l'avrebbe pronunciato. Quella sigla stava per Brother Gibb e la G aveva un curioso plurale, appunto [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 novembre 2020
Valerio Sammarco
La Rivista del Cinematografo

"Come puoi riparare un cuore spezzato?". Era il 1970, i Bee Gees erano già al sesto album, il successo già lo conoscevano - certo, solamente qualche anno dopo, nel '77 con Saturday Night Fever, divenne ben più che planetario - ma 2 Years On segnò il ritorno nel gruppo del "fratel" prodigo Robin, che dopo Odessa aveva deciso di andarsene. How Can You Mend a Broken Heart - singolo che raggiunse la vetta [...] Vai alla recensione »

NEWS
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venerdì 30 ottobre 2020
 

Il primo documentario sulla leggendaria band autrice di oltre 1,000 canzoni e venti hit in testa alle classifiche e con più di 220 milioni di dischi venduti. Vai all'articolo »

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