Anno | 2021 |
Genere | Azione |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Brian Andrew Mendoza |
Attori | Jason Momoa, Isabela Moner, Manuel Garcia-Rulfo, Amy Brenneman, Adria Arjona Milena Rivero, Justin Bartha, Raza Jaffrey, Lex Scott Davis, Michael Raymond-James, Dominic Fumusa, Nelson Franklin, Will Blagrove. |
MYmonetro | 2,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 20 agosto 2021
Un marito devastato giura vendetta nei confronti delle persone responsabili della morte di sua moglie, proteggendo al tempo stesso l'unica famiglia che gli è rimasta, sua figlia.
CONSIGLIATO NÌ
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Quando sua moglie si ammala di cancro e la malattia progredisce rapidamente verso una condanna a morte, Raymond Cooper riceve una speranza: un farmaco sperimentale che potrebbe migliorare le condizioni della donna. Il giorno in cui dovrebbe iniziare le nuove cure però il farmaco viene ritirato da una manovra sporca di una "big pharma", che vuole tagliare le gambe alla concorrenza. Raymond, contrariando la figlia Rachel, giura vendetta pubblicamente, telefonando al manager della compagnia farmaceutica mentre questo è in diretta TV. Successivamente, un giornalista che ha raccolto informazioni sulla corruzione del gruppo lo contatta, ma la situazione prende molto presto una tragica piega.
Solo apparentemente un tipico revenge movie, Sweet Girl è costruito su un colpo di scena sorprendente ma suicida, che rende la vicenda davvero troppo improbabile.
È impossibile motivare una valutazione di Sweet Girl senza fare spoiler e, per quanto si cercherà di restare sul vago, è bene che chi non voglia anticipazioni rimandi la lettura a un momento successivo alla visione. Il titolo Sweet Girl già indica il ruolo centrale della giovane Rachel, che del resto vediamo allenarsi per combattere nelle MMA fin dalle prime scene, anche con eccessi di brutalità da profondo disturbo da stress post-traumatico.
Ragazzine iperviolente possono essere al centro di buoni film, da un action brutale come il thailandese Chocolate alla fiaba nera di Joe Wright Hanna. In entrambi i casi però una grande cura è dedicata al rapporto tra gli adulti e la pericolosa ragazzina, che è chiaramente un individuo eccezionale e sconcertante in film dallo stile molto marcato in un senso o nell'altro. Sweet Girl gioca invece di prestigio cercando di apparire diverso da quello che è, ma quando arriva il colpo di scena tutto il castello di carte cade nell'assurdità della premessa.
Si tratta della prima regia del producer Brian Andrew Mendoza, che ha già collaborato più volte con Jason Momoa, per esempio nel film che l'attore stesso aveva diretto nel 2014: Road to Paloma. La collaborazione continua qui, con Momoa che si presta a scene d'azioni piuttosto dure, dove si ha l'impressione che i personaggi non siano supereroi ma si facciano davvero del male quando prendono una ginocchiata, vengono sbattuti contro una superficie dura, cadono da notevoli altezze o si prendono una coltellata.
In particolare il primo combattimento del film, in cui Ray e la figlia Rachel se la vedono con un abilissimo assassino, non risparmia colpi e ha un esito piuttosto inatteso. Ma siamo pur sempre in un film americano e così le leggi della fisica si prendono una vacanza quando un personaggio si lancia dal tetto di uno stadio in un canale sottostante: da quell'altezza cadere nell'acqua è come colpire un muro e se chi si tuffa lo fa pure in modo scomposto non può esserci che un esito... invece non ci sarà nemmeno una frattura!
Del resto proprio quel momento segue la rivelazione principale del film e quindi il momento in cui ogni pretesa di verosimiglianza esce dalla finestra. Tanto che l'azione del tutto sopra le righe, come fossimo nell'ultimo Fast & Furious, è in fondo il problema minore rispetto a quanto irricevibili diventano i dialoghi. A guardare i nomi degli sceneggiatori coinvolti non c'è purtroppo da stupirsi: Philip Eisner non azzecca un'idea da Event Horizon del 1997; Will Staples è reduce dalla terribile scrittura di Senza rimorso; Gregg Hurwitz ha avuto successi nella narrativa ma nel fumetto non ha affatto brillato e al cinema è stato coinvolto nel flop Il libro di Henry.
L'impegno fisico di Jason Momoa, Isable Merced e del villain Manuel Garcia-Rulfo era insomma degno di miglior causa, così come l'ottima Amy Brenneman che bucava ancora lo schermo in The Leftovers davvero meriterebbe un rilancio di carriera molto migliore di Sweet Girl.
La regola fondamentale per affrontare molti film e molti testi narrativi è che il lettore e lo spettatore accettino tacitamente il cosiddetto "patto finzionale" (come ha scritto Umberto Eco), ovvero la sospensione dell'incredulità: ci viene raccontata una storia immaginaria che finge di essere vera. La cosa curiosa (e lo ha sottolineato appunto Eco a pagina 94 del [...] Vai alla recensione »
Bisognerebbe sapere cosa passa nella testa degli sceneggiatori quando si trovano di fronte uno scoglio narrativo. Quelli di Boris optavano per una scopata tra i personaggi principali "così de botto senza senso...". Philip Eisner, Gregg Hurwitz e Will Staples optano per uno dei twist più improbabili nella storia del cinema. Non spoileriamo naturalmente e lasciamo allo spettatore il compito di schiacciare [...] Vai alla recensione »
(Attenzione: spoiler!) Buone notizie per i fan di Jason Momoa. Qui, addirittura, piange, un po' movimentando quella maschera di gesso imperturbabile sfoggiata da Il trono di spade ad Aquaman. Però ci sono anche cattive notizie: dopo neanche mezz'ora finisce accoppato, vittima di una cospirazione che ruota attorno a una potente compagnia farmaceutica, colpevole di aver ritirato dal mercato un farmaco [...] Vai alla recensione »
In attesa di vedere la sua prova nel Dune di Denis Villeneuve, e di rivederlo nei "panni" (si fa per dire) di Aquaman, questo Sweet Girl - diffidare dal titolo - ci restituisce Jason Momoa nel ruolo di action hero tutto muscoli e (teoricamente) molto cuore. Sono un po' curiose le recenti affermazioni dell'attore, che ha dichiarato che farebbe sicuramente vedere questo film ai suoi due ragazzi di 12 [...] Vai alla recensione »
Brian Andrew Mendoza, al suo primo lungometraggio, dirige Jason Momoa (di cui ha prodotto 3 film: Road To Paloma, Frontier e Braven) in un thriller corpulento di vendetta. Ray Cooper (Momoa), è quello che si può tranquillamente definire un protettivo e affettuoso padre di famiglia. Genitore di una giovane adolescente, si vede crollare il mondo addosso quando alla moglie, malata di cancro, tolgono [...] Vai alla recensione »