Titolo originale | El agente topo |
Titolo internazionale | The Mole Agent |
Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Cile |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Maite Alberdi |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 maggio 2023
Un uomo diventa una talpa all'interno di una casa di riposo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a Spirit Awards, 1 candidatura a Goya,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Santiago del Cile. Sergio è un uomo di 83 anni, vedovo da pochi mesi. Risponde a uno strano annuncio di lavoro da parte di un'agenzia investigativa privata, e viene scelto per una curiosa missione sotto copertura: dovrà trascorrere un periodo in una casa di riposo per scoprire se l'anziana Sonia, madre di una cliente dell'investigatore, viene trattata bene o meno all'interno della struttura che la ospita. Oltre a portare a termine il proprio compito, Sergio vivrà un'esperienza umanamente molto profonda, facendo i conti con la vecchiaia e la solitudine, e stringendo legami con gli altri residenti dell'ospizio, tra momenti di leggerezza e altri di inevitabile malinconia.
Mescolando abilmente commedia e dramma, il documentario di Maite Alberdi indaga la vecchiaia con intelligenza e sensibilità, regalandoci un quadro di profonda umanità.
Il film della regista cilena Maite Alberdi parte come una singolare spy story (in cui Sergio si improvvisa agente segreto per sentirsi ancora vivo, mettendosi anche alla prova con la tecnologia degli smartphone) e poi continua in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, osservando in modo naturale la vita all'interno della casa da riposo e senza pigiare sul tasto del sentimentalismo. Al confine tra fiction e realtà, il docufilm è stato costruito girando la maggior parte delle riprese in accordo con l'ospizio (come se si trattasse di un semplice documentario e nascondendo il ruolo di talpa di Sergio), mentre solo una minoranza delle scene è filmata dal protagonista con le mini telecamere spia in dotazione. Rimane il dubbio su quanto ci sia di sceneggiato e quanto di autentico in alcuni passaggi, ma a ben vedere ciò non ha nessuna importanza: l'indagine di Sergio sull'anziana Sonia, che parla pochissimo rendendo comicamente difficile capire il suo stato d'animo e il suo grado di benessere, è solo un brillante espediente narrativo per poter conoscere a fondo una realtà e una categoria spesso dimenticate.
La residenza per anziani è un luogo straordinariamente denso di significati, dove si mescolano affetti lontani e vicini, ricordi e rimpianti, compagnia e solitudine, i dolori della vecchiaia ma anche piccole gioie infantili. Attraverso il garbo e la sensibilità di Sergio, possiamo dunque entrare in contatto con quella comunità e affezionarci ai suoi caratteri e alle sue storie. C'è chi si innamora, chi fa dispetti, chi ha perso la memoria e chi recita poesie, chi ha trovato la serenità e chi preferirebbe andar via. E tutti loro compongono un affresco di toccante umanità. Non c'è mistero da svelare, l'infelicità della signora Sonia non ha spiegazioni, se non, forse, nell'assenza di visite dei propri cari. Ma in attesa della fine che si sa essere ogni anno più vicina, fortunatamente ci si può ancora commuovere per nuove amicizie, per un addio o un arrivederci, o per un semplice ballo lento sulle note di "Only You" dei The Platters. Sì, c'è ancora tempo per vivere.
Il film della regista cilena Maite Alberdi parte come una singolare spy story (in cui Sergio si improvvisa agente segreto per sentirsi ancora vivo, mettendosi anche alla prova con la tecnologia degli smartphone) e poi continua in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, osservando in modo naturale la vita all’interno della casa di riposo e senza pigiare sul tasto del sentimentalismo. La residenza per anziani è un luogo straordinariamente denso di significati, dove si mescolano affetti lontani e vicini, ricordi e rimpianti, compagnia e solitudine, i dolori della vecchiaia ma anche piccole gioie infantili.
Attraverso il garbo e la sensibilità di Sergio, possiamo dunque entrare in contatto con quella comunità e affezionarci ai suoi caratteri e alle sue storie. C’è chi si innamora, chi fa dispetti, chi ha perso la memoria e chi recita poesie, chi ha trovato la serenità e chi preferirebbe andar via. E tutti loro compongono un affresco di toccante umanità.