Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Elisa Fuksas |
Attori | Greta Scarano, Jessica Cressy, Vincenzo Crea . |
MYmonetro | 1,51 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 dicembre 2019
Un ragazzo inizia a chattare con una ragazza che sembra conoscerlo alla perfezione.
CONSIGLIATO NO
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Un ragazzo e una ragazza, Nick e Eva, provano a fare un esperimento di coppia: lui scarica un'app di incontri per raccontare a lei che cosa accadrà. Nel frattempo Nick viene scelto per interpretare Gesù in un grande film internazionale, ma quella con la tecnologia si trasformerà presto in una dipendenza distruttiva.
Elisa Fuksas scrive e dirige un film tutto incentrato sulla contemporaneizzazione del mito di Narciso. Un giovane attore, rampollo di una famiglia molto potente, innamorato di se stesso, della sua immagine e della sua vita apparentemente perfetta, che un giorno finisce per innamorarsi perdutamente della voce di una donna conosciuta in una app di incontri.
Si può finire per mandare tutta la propria vita all'aria per colpa di un amore platonico, si chiede la regista? L'interrogativo è interessante, come tutta la riflessione che l'autrice fa sulla dipendenze di oggi: la tecnologia in primis, ma anche il culto di se stessi e il fanatismo religioso. Ad interpretare quest'ultimo c'è Greta Scarano, nei panni di Ofelia, governante nell'hotel in cui soggiorna il divo Nick (Vincenzo Crea) e fervente religiosa con degli inquietanti segreti da scoprire.
Abel Ferrara si cala, invece, in panni che gli sono propri: è il regista visionario del film su Gesù che sta girando Nick, il quale tra una ripresa e l'altra non vede l'ora di sentire la voce non della sua fidanzata - Jessica Cressy - ma della donna ideale conosciuta via app, Maya Sansa. Il film racconta questo triangolo amoroso che si basa fondamentalmente su una duplice 'non presenza': quella del virtuale, ma anche quella di chi proprio grazie al virtuale si astrae dal qui e ora, non vive in maniera consapevole ciò che gli accade, distratto dall'onnipresente smartphone.
Lontanissima da Spike Jonze, ma dichiaratamente ispiratasi alle atmosfere notturne e inquiete proprie di Nicolas Winding Refn, Fuksas sembra provare a realizzare un suo personale The Neon Demon, sostituendo alla moda il demone della tecnologia - e della recitazione, e della religione, e dell'amore per se stessi.
Per quanto il soggetto sia indubbiamente interessante (su tutte, per la tematiche della dipendenza dalla tecnologia che può portare all'autodistruzione) il risultato, tuttavia, non convince appieno. Troppi elementi nel calderone narrativo, poco sviluppati e approfonditi, rischiano di stridere tra di loro e restare in superficie, poggiati su una struttura che si rivela a tratti fragile e semplicistica, con espedienti a volte banali, altre poco credibili.
Vuole essere troppe cose allo stesso tempo: visionario e realistico, romantico e inquietante, contemporaneo e profetico, locale e internazionale, robotico e umano. Il problema non sta nelle ambizioni, ma in una narrazione discontinua che fatica a convincere e coinvolgere lo spettatore, destinato a rivivere lo stesso senso di straniamento del protagonista. In questo senso è sì un viaggio negli inferi di dipendenze psicologiche multiple, ma un viaggio a senso solo con il retrogusto amaro di una chance perduta per approfondire veramente il curioso rapporto con la tecnologia che ci riguarda tutti. Divi e non solo.
Bella la scelta delle location, Roma è sempre un palcoscenico stupendo, ottimi anche gli interni nell'hotel lussuoso, molto buona la fotografia, bella e brava come sempre Greta Scarano e ... basta. Il film è proprio modesto, la storia è fragile, la figura enigmatica di Ofelia costringe lo spettatore a uno sforzo mentale per capire che c' azzecca.
No dai non scherziamo, i film sono un'altra cosa. Ingiudicabile!
Il film effettivamente tocca temi spesso sottovalutati come , la dipendenza dalla tecnologia , il che può essere interessante in quanto può far riflettere , purtroppo però il problema sta nel come un tema simile viene affrontato , con una superficialità imbarazzante , dialoghi infantili , personaggi che sembrano degli automi robot privi di emozioni ed empatia, non c’è connessione , filo logico , profondità, [...] Vai alla recensione »
....ma una puntata di 'Scherzi a Parte'. Una delle cose più brutte che io abbia mai visto.
Un film senza senso con recitazione stile cento vetrine. Gli italiani non riusciranno mai a fare film modello americano, meglio lasciar perdere e tornare ai cinepanettoni. davvero brutto sto film. Inguardabile
Sono rimasto molto deluso da questo film il quale dal trailer sembrava poter essere interessante. Sconsiglio il film. Solitamente amo questo genere di trame ma in questo caso mi sono annoiato dal primo momento ed ho trovato parecchie incongruenze e dettagli inutili e non chiari. Al termine del film più che ribrezzo ho provato rabbia per l'insensata conclusione della storia che, a mio parere, può essere [...] Vai alla recensione »
Stiamo dalle parti dello SCULT. Atroce esemplare di film comico senza volerlo. A suo modo magistrale!!
Forse il forse il 'film' italiano più imbarazzante che abbia mai visto. Da evitare per legge!
tremendo. mi dispiace per Greta Scarano, che ho apprezzato tanto in Suburra. Meritava di meglio. Noi spettatori meritavamo di meglio!
Oh ... un film che ci costringe a pensare! Oh... un film che fa riflettere sulla nostra debolezza davanti alle lusinghe seppure virtuali. Oh... un film che fa riferimento al bigottismo e al buio che questo porta alla religione. Era un po’ che non mi capitava! Brava la regista! E bravi gli sceneggiatori!!
Chi ha paura delle app, nuova frontiera sentimentale di relazioni allegramente trasgressive? Di sicuro non Niccolò, virgulto cresciuto nella bambagia familiare milanese, che, prossimo all'esordio da attore negli onerosi panni di Gesù (!), si vede proporre dalla fidanzatina francese l'esperienza, in teoria soltanto osservativa, di Noi, app su cui la fanciulla sta basando la propria tesi.
Nick, rampollo che vuol diventare attore, va a Roma per interpretare un film su Gesù. La fidanzata Eva, per una ricerca universitaria, gli chiede di iscriversi a una applicazione per incontri online. Lui, prima nicchia, poi si fa intrigare dalla voce di Maria, rischiando di mandare all'aria sia il lavoro, sia il fidanzamento. Film giovanile, non a caso su Netflix, dal soggetto interessante che, però, [...] Vai alla recensione »
Mettiamola così: non potendo premiare questo film, facciamone un esempio di cosa non va nel cinema italiano attuale. Quando passi l'indicatore del mouse sulla finestrella di The App su Netflix, la curiosità è inevitabile. Pensi: "È italiano, è di genere, ha qualcosa che mi spinge a vederlo", ma poi? Cominciamo da un'altra opera che è evidentemente legata ad esso, ossia I figli della notte diretto da [...] Vai alla recensione »