Titolo originale | Cleo |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Belgio |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Eva Cools |
Attori | Anna Franziska Jaeger, Natali Broods, Martha Canga Antonio, Yolande Moreau Lucie Debay, Jan Hammenecker, David Murgia, Marijke Pinoy, Koen De Sutter, Roy Aernouts, Ishaq El Akel, Femke Heijens, Stéphane Rimbert, Hafid Stitou. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 ottobre 2019
Una ragazza inizia una fase di acuta ribellione. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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La diciassettenne Cléo ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Rimasta sola col fratellino piccolo e con la nonna, non riesce a superare il dolore del lutto e a ritrovare il proprio posto tra i coetanei e vive in uno stato di sofferenza emotiva. Una sera, in una discoteca, conosce un uomo più grande di lei di nome Leos, che la soccorre in un momento di bisogno. Cleo si aggrappa allora a Leos, lo cerca, salta la scuola per stare con lui, e intanto sembra stare meglio. Ma anche Leos è prigioniero di un dolore, che non riesce a rivelarle.
L'esordiente Eva Cools fotografa con partecipazione emotiva e con fine intensità una situazione di limbo.
Anagraficamente ancora in un'età di trasformazione e passaggio, Cléo è bloccata da una tragedia di proporzioni ineffabili, complicata dal fatto non c'è un colpevole; nessun testimone che abbia riconosciuto la macchina coi cui si è scontrata quella dei suoi genitori, nessuno da prendere come bersaglio della propria rabbia o da eleggere a causa della propria sofferenza. Storia di un incontro drammatico dal risvolto a suo modo terapeutico, Cléo è un'opera prima notturna e dolorosa, ma capace di momenti di apertura e di grande autenticità. Il rapporto tra la protagonista e Leos è pieno di sfumature, che vanno dalla relazione platonica, che ha però la forza deflagrante della libertà che viene dall'essere sconosciuti l'uno all'altro, al rispecchiamento di due solitudini, fino alla condivisione di un pezzo di vita tanto particolare. Ma è soprattutto nella creazione del personaggio di Cléo che la regista costruisce il ritratto vibrante di una ragazza presa tra il richiamo della vita e l'ancoraggio del rimpianto, che vorrebbe essere ancora figlia ma è chiamata ad entrare anzitempo nell'età adulta, con la complicità imprescindibile di Anna Franziska Jaeger (figlia dell'acclamata coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker) che aggiunge un corpo e anima al personaggio, facendolo risuonare di verità e personalità.
Lo strumento del pianoforte, in quest'ottica, non è solo, come spesso avviene, il veicolo per una comunicazione dei sentimenti in campo che non passano attraverso la parola, ma è parte integrante della caratterizzazione di Cléo, in quanto eredità paterna, legame con la propria origine e termometro che segna gli stadi di attraversamento e superamento del lutto. Un esordio, dunque, all'insegna del dramma, ma anche della speranza, della celebrazione del potere dell'arte e di un'idea di cinema che aderisce alla realtà ma la legge prima di tutto alla luce dell'emozione.