Bodies At Rest

Film 2019 | Azione

Titolo originaleChen mo de zheng ren
Anno2019
GenereAzione
ProduzioneHong Kong
Regia diRenny Harlin
AttoriNick Cheung, Richie Ren, Zi Yang, Carlos Chan, Shuliang Ma Jin Auyeung, Jiayi Feng, Roger Kwok, Sonija Kwok, Clara Lee, Peng Ming, Ron Ng.
MYmonetro 2,40 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Renny Harlin. Un film con Nick Cheung, Richie Ren, Zi Yang, Carlos Chan, Shuliang Ma. Cast completo Titolo originale: Chen mo de zheng ren. Genere Azione - Hong Kong, 2019, - MYmonetro 2,40 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 11 aprile 2019

Dei ladri fanno irruzione in un obitorio.

Consigliato nì!
2,40/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 2,79
CONSIGLIATO NÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Trailer
Un action che non è in grado di sostenere la profondità.
Recensione di Tommaso Drudi
giovedì 11 aprile 2019
Recensione di Tommaso Drudi
giovedì 11 aprile 2019

Per intercettare gli estremi di quella specie di "sottile linea rossa", come la chiamerebbe Kipling, che divide il comico dal serioso, il romanzesco dalla necessità di realismo, è sempre indispensabile l'elemento discretivo. Quella capacità cioè, nel caso specifico dell'action, di coordinare le esigenze di spettacolo, puro e carnevalesco, con la tensione alla profondità del racconto e all'indagine dei personaggi.

Si può dire fin da subito che a Bodies at rest, più di ogni altra cosa, manca proprio questo: un focus che direzioni il film nella prospettiva di uno sviluppo coerente con le premesse, sulla scorta di una scrittura consapevole.

La storia coinvolge Nick, patologo forense, e la sua specializzanda Lynn, che si dovranno confrontare con un gruppo di criminali mascherati che, la notte della vigilia di Natale, faranno irruzione nell'obitorio nel quale i due lavorano per recuperare il corpo di un cadavere contenente una prova di colpevolezza di cui gli "invasori" devono liberarsi ad ogni costo.

Reso ancor più interessante da un'ambientazione che il cinema horror sembra aver definitivamente riscoperto, quella della camera mortuaria, il soggetto si inserisce in coda ad una lunga serie di produzioni che si sono occupate, nelle maniere più disparate, di sortite delittuose con il malvivente a volto coperto. Dalla deformità somatica delle suore di The Town agli occhi stralunati del volto baffuto de La casa di Carta, la maschera dietro cui il criminale nasconde la propria identità rimane un espediente, semplice a livello di sceneggiatura ma tremendamente complesso da un punto di vista commerciale e di design, attraverso il quale il pubblico può iniziare un gioco perverso di identificazione/repulsione con il villain.

Nel film di Renny Harlin il travestimento facciale funziona, esattamente come funzionano le sequenze di scontro corpo a corpo, dove senza dubbio Bodies at rest mostra il meglio del suo repertorio al punto tale che si ha quasi la sensazione che il film utilizzi fino al più discutibile brandello di trama per mettere i personaggi l'uno contro l'altro.

Ma il vero problema è a monte, perché il modello cui guarda Harlin è chiaramente il B-movie: lo sviluppo narrativo è elementare tanto che più volte lo spettatore prende in contropiede la scrittura anticipandone con grande facilità le soluzioni, l'esplorazione dei characters si limita ad una pigra rassegna di artefatti umani a dir poco grezzi. E attenzione, tutto ciò non avrebbe prodotto alcun cortocircuito se il film si fosse servito dell'ironia come sua arma principale e non come mero strumento di compensazione e restringimento drammaturgico, diciamolo pure come tappabuchi.

Bodies at rest si danna alla ricerca di una profondità che non è assolutamente in grado di sostenere, a cominciare da una formula incipitaria che lo indirizza subito sui binari sbagliati (una citazione che suona un po' ardita, visto poi il risultato finale, a Blade Runner). Ecco allora che la povertà del dialogo, l'aridità delle relazioni tra i personaggi e le evoluzioni forzate della storia, sottolineate in continuazione da un commento musicale opprimente, cancellano quello che resta dell'esaltazione per le coreografie action. Con le parole del Tom Hardy di Locke, "alla fine arrivano le crepe e si allargano".

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