La domenica pomeriggio alla tv vedi Diego Abatantuono chiacchierare con Pippo Baudo e rimani stupefatta: sembra aver subìto una mutazione fisica, la faccia pallida e molle come una medusa, tutti i capelli bianchi, eppure ha solo cinquant’anni. La mattina seguente lo vedi alla conferenza-stampa del suo film (ne è anche soggettista e sceneggiatore, con i Vanzina), Eccezzziunale veramente capitolo secondo ...me, seguito del suo film del 1983: sta bene, è abbronzato, ha tra i capelli appena qualche filo bianco, un’aria contenta.
La trasformazione forse subìta per un nuovo film, storia di amici che vogliono far sposare tra loro i rispettivi genitori anziani, diretta da Pupi Avati, è sparita; ma in certo modo può simboleggiare la vita mutevole e la carriera discontinua dell’attore. Un personaggio unico: in una folla di comici italiani bravi ma piccoli, magri, non giovani e poco attraenti, Abatantuono si distingue, grande, possente e sexy com’è, «un bell’animalo», come dice lui; in una comicità italiana fatta soprattutto di turpiloquio, Abatantuono spicca con il suo linguaggio d’invenzione, puerile, interregionale, molto divertente e culturalmente interessante; tra comici portati alla sicura continuità e anche monotoni, di toni piccoloborghesi. Abatantuono risalta per le sue spacconate teatrali, per l’esagerazione popolare e insieme letteraria. È il solo comico italiano o quasi a interpretare film drammatici o tragicomici con ottimo esito. È il solo comico italiano che abbia avuto una crisi di carriera per troppo successo.
Ha interpretato 50 film, 8 serie tv (l’ultima su Canale 5: è “Il giudice Mastrangelo” di Enrico Oldoini); ha pubblicato 2 libri; ha costruito il suo personaggio al cabaret milanese Derby Club. Ha debuttato nel cinema con Liberi, armati e pericolosi di Romolo Guerrieri; è arrivato al successo negli anni Ottanta (Fico d’India, Il tango della gelosia, Sballato, gasato, completamente fuso di Steno, Una vacanza bestiale, I fichissimi, Viuuulentemente mia, Eccezzziunale veramente ecc). Il vuoto imposto dal troppo successo e dal logorarsi del personaggio durò tre anni, interrotti da Regalo di Natale di Pupi Avati; seguirono bei film di Comencini, Scola, Monicelli, Giuseppe Bertolucci, Salvatores... Il secondo Eccezzziunale veramente è un ritorno al passato: ma ormai Diego Abatantuono, il saltuario, ha imparato la lezione.
Da Lo Specchio, 28 gennaio 2006