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Rassegna stampa di Ennio De Concini

Ennio De Concini. Data di nascita 9 dicembre 1923 a Roma (Italia) ed è morto il 17 novembre 2008 all'età di 85 anni a Roma (Italia).

MARGALIT FOX
The New York Times

Ennio De Concini was a prolific Italian screenwriter who won an Academy Award for the internationally popular comedy “Divorce — Italian Style.
Released in 1961 as “Divorzio all’Italiana,” the film was directed by Pietro Germi and starred Marcello Mastroianni. Mr. De Concini shared an Oscar for best original screenplay with Mr. Germi and Alfredo Giannetti.

PAOLO FESTUCCIA
La Stampa

Chissà quale finale avrà immaginato. E quante volte lo avrà scritto e riscritto prima di quest'ultima dissolvenza di vita. Ieri sera a Roma, nella sua casa di via Stoppani nel quartiere Parioli si è spento Ennio De Concini, il più prolifico sceneggiatore del cinema italiano. In silenzio. Ad accompagnarlo la moglie Ninni, il figlio Corrado e quel «rumore» del silenzio, così mistico, irreale, che sempre rimbomba nel sonoro delle colonne cinematografiche. Ennio lo metteva sempre, nei suoi lavori. Era il suo sigillo, il marchio inconfondibile di un grande scrittore, ma anche di un grande personaggio. Schivo, riservato, umile e generoso, che ai clamori della ribalta preferiva le passeggiate silenziose nel piccolo borgo di Albaneto.

TONI VIOLA
Avvenire

De Concini ha realizzato circa 150 film e dagli anni 80 numerose fiction per la tv, a cominciare da La piovra, di cui scrisse tre capitoli. Esordì come autore di commedie, ma lasciò presto il teatro e nel 1946 partecipò alla sceneggiatura di Sciuscià di Vittorio De Sica lavorando anche come aiuto regista. Autore di copioni per registi come Raffaello Matarazzo, Duilio Coletti, Riccardo Freda e Clemente Fracassi, firmò nel 1950 il suo primo lavoro autonomo, Il brigante Musolino di Mario Camerini. Fecondo e instancabile, romano doc, sempre ricco di aneddoti e colori nei suoi racconti, De Concini dette inizio fra l'altro al filone storico-mitologico, genere che fece la fortuna del cinema italiano tra li anni 50 e 60: suoi i copioni de Le fatiche di Ercole di Pietro Francisci, di Ulisse di Mario Camerini e del Colosso di Rodi di Serio Leone. Ma nell'epoca d'oro del cinema italiano, gli anni 60, De Concini si segnala in particolare per le scene dature di Divorzio all'italiana di Pietro Germi e Operazione San Gennaro di Dino Risi. Dopo l'infelice esperienza alla regia Gli ultimi 10 giorni di Hitler 1973, negli anni 80 fu la tv il suo nuovo approdo: dalla fiction Storie d'amore e d'amicizia del 1982 a La piovra a Pronto Soccorso (1990) e, per Mediaset, la rivisitazione di Marcellino pane e vino del 1993 firmata da Luigi Comencini.

ROBERTO SILVESTRI
Il Manifesto

Ennio De Concini sintetizza la storia del cinema artistico e industriale occidentale e della televisione italiana, dal dopoguerra a oggi. Non solo per i 170 film di ogni tipo che ha scritto, da Sciuscià a Il diavolo in corpo, e per aver inventato «peplum» e «night movies», ma perché ha perfezionato il rigido sceneggiato nella più fluida «fiction tv» e nel capolavoro seriale Piovra ('84), di cui scrisse anche i due sequel. De Concini, laureato in filosofia, giornalista (La fiera letteraria), commediografo, nel '46 già partecipa a Sciuscià di De Sica (di cui fu aiuto regista), il capolavoro del neorealismo secondo Sara Fuller. Scrive «in gruppo» per i migliori (per Matarazzo La nave delle donne maledette e poi per Cottafavi, Lattuada, De Santis, Coletti, Gallone, Campogalliani, Walsh, Tourneur, Freda, Mattoli, Zampa, Bolognini, Fracassi, Bonnard, Margheriti…) e nel 1950 Il brigante Musolino di Camerini. Fecondo e instancabile De Concini inventa il filone storico-mitologico con Le Fatiche di Ercole ('58, di Francisci), Ulisse di Camerini e il Colosso di Rodi di Leone, e nel '63 produce Le gladiatrici di Antonio Leonviola, ma ha già scritto Il grido di Antonioni e i capolavori di Germi e Maselli. Negli aurei anni'60, De Concini si esibisce in ogni genere, dall'horror (La maschera del demonio di Bava) al melodramma (Madame Sans Gene di Christian Jacque) dal documentario (La muraglia cinese di Lizzani) al «letterario» (Guerra e Pace di King Vidor), dalla commedia, Divorzio all'italiana di Germi ('61) e Operazione San Gennaro di Risi ('66) alla «Hollywood sul Tevere» (Mambo di Rossen), dalla fantascienza al «softcore» (Europa di notte di Blasetti) e ai musicarelli. Quattro le regie (Gli ultimi 10 giorni di Hitler, con Alec Guiness, '73, la più famosa). All'inizio degli anni'80 è al fianco di autori radicali come Peter Del Monte (Invito al viaggio) e Roberto Faenza (Copkiller) e aiuta «maestri della rabbia» come Brusati o Bellocchio (Il Diavolo in Corpo, '86), Fiorella Infascelli, Mante Hellman. Per la Rai lavora a lungo con Silva su Salgan e realizza una delle prime fiction di successo, Storie d'Amore e d'Amicizia, '82. Poi la .Piovra, che avrà vita sempre molto difficile, nonostante «funzioni sul mercato», 35 Gradini ('84) e Pronto Soccorso (‘90) con Ferruccio Amendola, Il Ricatto, Disperatamente Giulia, Un. Uomo di Rispetto e per Mediaset la rivisitazione di Marcellino Pane e Vino ('93) di Comencini: Tra le ultime produzioni Mediaset la Quindicesima Epistola, giallo religioso. TV anche l'ultima regia, Luisa, quattro storie di donne, '87.

GABRIELLA GALLOZZI
L'Unità

Sceneggiatore prolifico e instancabile, ha attraversato tutti i generi che nei Sessanta hanno fatto grande il nostro cinema. Negli anni 80 è approdato alla tv. E lui che ha inventato l'ispettore Cattani de La piovra.
Prolifico, instancabile ed abile narratore del costume italiano, De Concini ha attraversato il nostro cinema in tutti i suoi generi (dall'horror alla commedia, dal peplum a quello d'autore) firmando circa 150 soggetti, tra cui quel Divorzio all'italiana di Pietro Germi che lo portò all'Oscar (1961) proprio per la sceneggiatura (con Alfredo Giannetti) in cui si denunciava con grottesca ironia l'inciviltà del nostro codice penale che «garantiva» il delitto d'onore. Romano doc Ennio De Concini ha fatto parte di quella grande generazione di sceneggiatori, Sonego, Maccari, Age e Scarpelli e Scola che sono nati come scrittori di commedie. Una generazione di «artigiani», capaci di lavorare in collettivo, come oggi non avviene più. Ma che allora hanno fatto grande il nostro cinema. A partire dal neorealismo: De Concini comincia collaborando a Sciuscià di De Sica, poi con Raffaello Matarazzo, Duilio Coletti, Riccardo Freda, Clemente Fracassi. Tocca il melodramma con Madame Sans Gene con Sophia Loren, le riduzioni letterarie (Guerra e Pace di King Vidor, Il diavolo in corpo per Bellocchio, Quer pasticciaccio per Petri), approdando alla tv negli Ottanta: suo il personaggio del commissario Cattani (Michele Placido) che ha portato al successo La piovra. E tentando anche un passaggio dietro alla macchina da presa (Gli ultirni 10 giorni di Hitler, Daniele e Maria). «Sonego con De Concini e Vincenzoni erano da dieci in orale, raccontatori formidabili», diceva di loro Dino Risi, col quale lo sceneggiatore collaborò in Operazione San Gennaro. Era quella generazione che aveva vissuto le miserie della guerra, riuscendo, poi, col riso a graffiare il nostro costume. Rodolfo Sonego portò la sua esperienza da partigiano in Una vita difficile, sempre di Risi; Vincenzoni strinse un lungo sodalizio con Sergio leone; De Concini dopo la commedia in teatro è nel `50 che firma il suo primo lavoro autonomo con la sceneggiatura de Il brigante Musolino di Camerini. È in questi anni, infatti, che la sua firma si offre alla nascita di un genere che spopolerà: il peplum, il filone storico mitologico degli « uomini forzuti», come Le fatiche di Ercole con la coppia Steve Reeves-Silva Koscina, l'Ulisse di Mario Camerini e Il colosso di Rodi di Sergio Leone. Un cinema «artigianale» di cui, per capirne la natura, c illuminante un aneddoto raccontato dallo stesso De Concini al quale un produttore chiede di imbastire una storia sugli Orali e i Curiazi. Lo sceneggiatore parte subito con una trama: «Vedo due eserciti imponenti schierati uno di fronte all'altro... ». «Ennio - lo interrompe il produttore - non c'è una lira!». E De Concini, imperturbabile: «Avvolti nella nebbia, si odono solo i rumori...».

SERGIO DONATI

A De Concini ci sarebbero da dedicare almeno due o tre capitoli del libro di storie sul cinema che quasi certamente finirò per non scrivere mai.
Nel bene e nel male è l'uomo che meglio rappresenta la mia bizzarra categoria (si fa per dire) professionale. Ha scritto cose splendide e ignobili, ha perfino diretto Alec Guinness nella parte di Hitler, e anche in tv sull'altro piatto della bilancia rispetto a Senza fine può mettere ad esempio la vera paternità del commissario Cattani e della prima bella serie della Piovra diretta da Damiani.

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